Politica

Azzardo: ora il governo giochi a carte scoperte

Dopo il rinvio di ieri e la ridda di giuste critiche che si scatena a ogni vigilia di possibile accordo sull'azzardo fra Stato e enti locali, sembra opportuno cambiare metodo: rendere pubblica la bozza di accordo su cui da qui a giovedì si discuterà e, forse, si deciderà

di Marco Dotti

«Il governo non farà mai un provvedimento di riorganizzazione della rete di vendita dell'azzardo legale senza il coinvolgimento degli enti locali». Parole che arrivano dal sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta, a margine della Conferenza unificata Stato-Regioni che, ieri, ha chiesto tempo per valutare la proposta del Governo e proporre miglioramenti e punti sui quali i territori non possono e non intendono derogare.

D'altronde, intervenendo proprio ieri a Radio3, il sottosegretario si era detto disposto a discutere i nodi critici della riforma (le distanze dai luoghi sensibili, la questione degli orari, il potere autorizzativo in mano ai sindaci) in nome di un principio di piena sussidiarietà. Un piccolo, ma sensibile passo in avanti arrivato però in extremis: tanto basta per andare ai supplementari, non certo per decidere la partita. Proprio per questo, indipendentemente da divergenze e contrapposizioni che ci sono e forse nasceranno, il sottosegretario Baretta potrebbe imprimere alla questione una svolta radicale di metodo. E il metodo, si sa, prelude a buona sostanza.

A ogni vigilia e antivigilia di una Conferenza Stato-Regioni, che della questione discute da un anno, girano bozze, contro-bozze, veline e brogliacci vari. Forse è venuto il momento di non recitare più a soggetto, ma a carte scoperte.

Perché non pubblicare ora, in sede istituzionale la bozza da cui la discussione realmente sta per essere (ri)avviata? Capire da dove si parte è presupposto fondamentale per comprendere dove si vuole arrivare. (NB: noi siamo sempre disponibili, ma l'istituzionalità è ora il bene primario: non è importante che il sottoscritto o chi per lui abbia la bozza, ma che ad averla sia il soggetto che conta: la cittadinanza).

Questo tema – l'azzardo legale di massa – non rientra più in un discorso da meri addetti ai lavori. Tocca snodi cruciali per la cittadinanza, la tenuta democratica nel suo complesso. L'opinione pubblica è, in questo, molto più matura e preparata di quanto molti credano. I fatti di ieri lo dimostrano: si chiedono decisioni – e chi ha l'onere della decisione decida. Ma si chiedono anche informazioni chiare, costanti, senza zone d'ombra – e chi può contribuire in quest'opera farà un interesse davvero comune.

Non si tratta di alimentare altra confusione, al contrario. Un esercizio di chiarezza, a questo punto, è ciò che cittadini e opinione pubblica primariamente chiedono. Poi, le strade potranno pure dividersi. Ma almeno sapremo a che punto del percorso. E da dove ripartire, se ci sarà da farlo.

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