Politica

Azzardo. Il sindaco di Genova scrive all’Anci: «non firmate per i mini-casinò, ne andrebbe della salute dei cittadini»

È allarme sulla bozza di accordo che il Governo si appresta a presentare agli enti locali, privandoli di potere e istituendo zone franche dell'azzardo: mini casinò che porterebbero a una evoluzione del sistema dell'azzardo a tutto vantaggio del business

di Redazione

È bufera sulla bozza di accordo che il Governo ha preparato in vista della Conferenza Stato Regioni di oggi e che, se firmata dai rappresentanti degli enti locali, aprirebbe il Paese a una colonizzazione di bische e casinò di quartiere senza precedenti in Europa. Ieri abbiamo lanciato l'allarme, al pari della Consulta Antiusura che, per voce di Monsignor D'Urso ha invitato gli eti locali a non firmare e a non cadere in una trappola dalle conseguenze potenzialmente catastrofiche.

Nella tarda serata di ieri, un altro allarme è arrivato dal sindaco di Genova, Marco Doria, che ha scritto al presidente nazionale dell’Anci, Antonio Decaro, per sottolineare l’assoluta necessità che l’associazione dei Comuni, in occasione della Conferenza Stato-Regioni prevista per oggi alle 14,30 esprima parere contrario a qualsiasi norma di legislazione che anteponga gli interessi economici del gioco d’azzardo alla tutela della salute pubblica e della sicurezza dei cittadini.

In particolare, Doria si riferisce alla proposta che da tempo il Ministero dell'Economia e delle Finanze porta avanti: introdurre nell'ordinamento giuridico italiano una categoria di sale da gioco sottratta, come una vera "zona franca”, alle normative e alle disposizioni delle istituzioni locali. Si tratterebbe di “casinò” aperti 24 ore su 24 e liberi dalle condizioni “no slot” sugli orari di apertura e sulle distanze minime dai luoghi “sensibili”. Tra l'altro, anziché orari massimi di apertura a queste bische legali si garantirebbero anche orari minimi di apertura!

Nei loro confronti, leggi regionali e sindaci nulla potrebbero: «Sarebbe un assurdo favore al gioco d’azzardo, che è sempre più causa di una dilagante ludopatia – afferma Doria – Il Comune di Genova è stato nel 2013 il primo, grande Comune italiano a emanare un regolamento per contenere la diffusione del gioco d’azzardo sul proprio territorio, e il suo esempio è stato seguito da tante grandi e piccole amministrazioni. Genova ha affrontato sinora vittoriosamente decine di ricorsi e ha iniziato a registrare una contrazione dell’azzardo in città. Anci deve farsi interprete di questo importante impegno e salvaguardare le potestà delle autonomie locali, a maggior ragione in una battaglia di civiltà e sanità pubblica come questa».

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