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Si chiama “RNG” il segreto di Pulcinella dell’azzardo italiano
Si chiama RNG, ovvero Random Number Generator: è il motore delle videolotteries (VLT), le macchinette iperveloci disseminate in 5mila sale sul territorio italiano che qualcuno vorrebbe aumentare di numero e potenza. Eppure, nessuno è disposto a svelare come funziona davvero questo algoritmo. Entrare in possesso dei suoi codici è impossibile e, di conseguenza, impossibile un controllo sociale e operativo di queste macchine
di Marco Dotti
Il caso non è un algoritmo
Si chiama RNG, ovvero Random Number Generator ed è il motore delle videolotteries (VLT), le macchinette iperveloci disseminate a migliaia sul territorio italiano. Dal suo nome, dovremmo credere che si tratti di un sistema per generare numeri casuali, se non che il caso ha ben poco a che fare in questa faccenda. Un algoritmo fa ciò che il programmatore gli fa fare.
Ma che cos'è un RNG? È un chip che, basato su un algoritmo, produce numeri ai quali corrispondono quei simboli e quei segni – mele, pere, meloni, astronavi, piramidi, caramelle – che inutilmente i giocatori cercano di allineare, credendo rispondano a una logica che possono in qualche modo prevedere o calcolare.
È il "random number generator" non certo il caso, tantomeno l'abilità a determinare l'esito di una partita. L'unico modo per capire il funzionamento del RNG è conoscere schema e codici dell'algoritmo che lo regola. Ma qui sta l'inghippo: chi conosce questo algoritmo? Il programmatore, certamente. Il produttore. E, probabilmente, chi omologa il sistema. Ma il giocatore? Il cittadino? I decisori politici? Nulla.
Al giocatore non far sapere…
Si viene così a creare una radicale asimmetria informativa tra il "consumatore-giocatore" e il "venditore-produttore". Ma anche una ben più profonda asimmetria fra società e nicchia affaristica. Un'asimmetria informativa è la condizione in cui due parti, che stipulano un contratto ( tale il contratto di "gioco"), si trovano in condizione l'una di conoscere integralmente tutte le informazioni che le riguardano, l'altra solo parte di quelle informazioni. Da questa situazione, l'uno – indovinate chi – trarrà indebiti vantaggi a discapito dell'altro. Se un giocatore conoscesse schema di programmazione e sequenza del RNG, sarebbe per lui comunque impossibilevolgere il tutto a proprio vantaggio in termini di vincita. Sarebbe, però, debitamente informato che né il caso, né l'alea, né la chance hanno parte alcuna nel nel machine gambling. Qui comandano gli algoritmi. E chi li progetta.
Come funziona il "random number generator"? Guardate il video (semplificato e molto lento, rispetto ai mille numeri al secondo prodotti da una normale VLT) e, se volete provarne una versione di base, potete andare su questo link.
Il “chip misterioso”, il cuore nero di una VLT, è programmato per dare un particolare schema di punteggio di gioco e girano su una percentuale predeterminata di trattenuta – il cosiddetto “vantaggio della casa”. Tutto si svolge in nanosecondi e tramite processi a innesco. Il giocatore limita la propria azione di gioco (agency, si direbbe in gergo tecnico) all'innesco iniziale: preme un tasto e aspetta. Il resto lo farà la macchina, anzi il RNG.
Ma quale gioco… è solo l'innesco
Il giocatore inizia una partita premendo un pulsante e il programma attiva il RNG: parliamo di numeri che vanno da 1 a 4miliardi di combinazioni possibili in frazioni di decimo di secono e che un altro algoritmo tradurrà, con altrettanta rapidità, in arresti dei rulli virtuali del microprocessore. Infine, queti numeri verranno trasformati in immagini su uno schermo. Un "giochetto" che agli italiani costa molto caro.
Se i nostri calcoli sono giusti, la partita media a una vlt italiana dura meno di 2 secondi, con una spesa media per giocatore sui 5 euro a partita, ma si arriva a un massimo di 10. In un’ora, un giocatore può arrivare a mettere nella vlt anche 18mila euro, con una perdita media oraria di 1350 euro.
Il giocatore, martellato ossessivamente con campagne di prevenzione e di "gioco responsabile" e persino con informazioni sui rischi che corre, non viene messo a conoscenza del reale funzionamento del "gioco" al quale sta prendendo parte. Tutto normale? Tutto tranquillo? Non proprio.
Abbiamo chiesto, indagato ma niente. Di questi codici, nessuno pare saper nulla o voler saper nulla. Vista tanta oscurità alcune domande sorgono da sé: chi certifica l'algoritmo delle VLT? Chi controlla il random number generator? I certificatori sono in possesso dei requisiti richiesti per legge per la certificazione di queste macchine? È possibile, anziché inutili percentuali di vincita, conoscere i codici su cui queste queste macchine realmente girano? Domande che lecite, nel Paese di Pulcinella.
Immagine in copertina: Jewel Samad/Afp/Getty
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