Cultura

Vanessa Incontrada sarà Mirella Casale, la donna che inventò l’inclusione scolastica

Si intitola “La classe degli asini” e andrà in onda lunedì 14 novembre, in prima serata, su Rai1. Vanessa Incontrada e Flavio Insinna ci riporteranno alla Torino degli anni 70, quando i bambini con disabilità non andavano nelle classi insieme a tutti gli altri, ma in classi speciali. È la storia vera di Mirella Casale, classe 1925, maestra, mamma di Flavia e protagonista di Anffas. Ecco una inedita memoria, scritta di suo pugno, per conoscerla meglio.

di Sara De Carli

Si intitola “La classe degli asini” e andrà in onda lunedì 14 novembre, in prima serata, su Rai1. Vanessa Incontrada e Flavio Insinna ci riporteranno alla Torino degli anni 70, quando i bambini che avevano difficoltà – una disabilità, la dislessia, il solo fatto di non sapere l’italiano perché venivano dal Sud – non andavano nelle classi insieme a tutti gli altri bambini, ma in classi speciali: la classe degli asini, appunto.

Vanessa Incontrada e Flavio Insinna sono due insegnanti. La figura di lui è inventata, quella di lei invece si ispira a una donna in carne e ossa. Si chiama Mirella Casale, è del 1925, è una maestra che conosce Kerouac e che già si pone qualche domanda sulle regole della scuola. Ma è la nascita della figlia Flavia, nel 1957, che cambierà la vita di Mirella e anche dell’Italia. Flavia a seguito di un virus si ammala di encefalite: la bambina si riprende, ma i danni al cervello sono gravissimi. A sei anni Mirella prova a iscrivere la figlia a scuola, ma tutti la rifiutano. Per lei ci sono solo le scuole speciali. È qui che la storia di Mirella incrocia quella di Anffas, l’associazione di famigliari che si occupa di bambini con disabilità intellettive e relazionali. Mirella si iscrive all’Anffas nel gennaio 1964 e da allora quella diventa la sua famiglia. Nel 2014 fu insignita di una “menzione speciale nell’albo d’onore dell’associazione”: «costante punto di riferimento e guida, ha dedicato la sua vita per l’affermazione dei diritti delle persone con disabilità e loro famigliari», spiega Roberto Speziale, presidente di Anffas.

È così che Mirella segnerà la storia d’Italia, avviando una battaglia per dare la possibilità di inserire i bambini con disabilità nelle classi dei cosiddetti "normali": il 4 agosto 1977, con la legge Falcucci (qui l'intervista all'ex ministro Falcucci in occasione dei 30 anni della legge), l’Italia si incamminerà irreversibilmente sulla via dell’inclusione nella scuola di tutti. Qui di seguito, alcuni brani inediti tratti della memoria scritta da Mirella Casale di suo pugno per Anffas e per il Centro RAI, nel 2013, in vista della fiction.

«È forse necessario dare qualche informazione sull’inizio delle nostre attività di sezione Valli Pinerolesi (parlo ovviamente di Anffas), piuttosto difficili perché non avevamo una sede e come direttivo ci trovavamo due volte al mese in un caffè tranquillo, nel pomeriggio, per discutere. […] Trasferita con la mia famiglia a Torre Pellice nel 1988, feci subito domanda alla sede centrale Anffas per creare una sezione in loco, che si occupasse non solo di Pinerolo ma accogliesse anche i disabili intellettivi e relazionali delle valli montane Val Pellice, Val Chisone e Germasca. Si fece subito un’assemblea e fui eletta presidente. Subito mi adoperai per trovare una sede adeguata ma condivisa, mi rivolsi al distretto scolastico di Pinerolo che ci permise di usarla due pomeriggi alla settimana, ma non avevamo nemmeno un cassetto per le nostre necessità e l’uso del telefono era consentito solo per breve e importante necessità solo nel pomeriggio in cui c’era l’impiegata. [… ] Il numero di telefono che funzionava era sempre il mio di casa».

«Nell’anno 1990 la Provincia chiese un contributo alle famiglie dei disabili che frequentavano il CST per la mensa, il trasporto e il servizio, l’Anffas ribadì che eravamo disposti a un prezzo politico per mensa e trasporto ma non per il servizio, che era dovuto ai ragazzi disabili. Abbiamo aderito alla manifestazione nazionale dell’aprile 1991 a Roma, davanti alla Camera, per sollecitare l’approvazione della legge quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate, varata poi il 5 febbraio 1992 con il n. 104, che aveva avuto un iter faticoso. La sottoscritta (anche se mia madre era contraria che partissi con Flavia e mio marito non contrario ma preoccupato per lei) con Flavia e due consiglieri, anche loro portandosi il fratello e il figlio con disabilità intellettive, partimmo in treno con uno striscione preparato da noi in sezione. Abbiamo stazionato in quella piazza fino a quando alcuni deputati interessati al problema incontrarono i presidenti delle associazioni presenti in piazza, assicurando di sveltire il ruolino di marcia e tenendo conto delle necessità delle singole associazioni di disabili».

«In un salone di una scuola ho realizzato un corso di aggiornamento su un mio progetto per insegnanti sia curriculari sia di sostegno, di pomeriggio, con degli esperti. Avevo concordato gli argomenti con i docenti. Io intervenivo se necessario – e qualche volta lo era – a dare spiegazioni sulla legislazione e qualche consiglio sulla didattica, perché oltre a una preparazione più specifica per gli insegnanti di sostegno occorreva una preparazione adeguata per quelli curricolari, per evitare che l’alunno in difficoltà fosse seguito solo dall’insegnante di sostegno. Potevano esserci alcuni momenti a due, ragazzo/docente, per superare alcune difficoltà ma la maggior parte delle ore scolastiche dovevano essere effettuate in classe. E qualche volta anche i compagni potevano essere d’aiuto».

«Avevo guidato l’associazione dal marzo 1989 all’aprile 1997. Dal 2000 al 2002 fui presidente del Collegio dei probiviri. Nel 1999 terminò anche il mio impegno come consigliere comunale a Torre Pellice e mi dedicai al volontariato teatrale per i nostri ragazzi. Posso andare in pensione? Ma farò ancora qualcosa».

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