Politica
L’Onu vuole mettere al bando le armi nucleari, ma l’Italia vota contro
Ci sono 15mila armi nucleari nel mondo, custodite fondamentalmente negli arsenali di sole due nazioni, gli Stati Uniti e la Russia. Sono le uniche armi di distruzione di massa non ancora al bando. Le Nazioni Unite ieri hanno adottato a larga maggioranza una risoluzione politica che chiede di avviare nel 2017 i negoziati per un Trattato internazionale che le vieti le armi nucleari. L'Italia però ha votato contro
Ieri è partito il percorso che porterà nel 2017 a un trattato internazionale per mettere al bando gli ordigni nucleari. Le Nazioni Unite hanno infatti adottato a larga maggioranza una risoluzione politica che chiede di avviare nel 2017 i negoziati per un Trattato internazionale che vieti le armi nucleari: una decisione storica, che pone fine a due decenni di paralisi negli sforzi per il disarmo nucleare.
A favore della risoluzione hanno votato 123 nazioni, con Austria, Brasile, Irlanda, Messico, Nigeria e Sud Africa che si sono assunti il compito di redigere concretamente la Risoluzione. L’Italia ha votato contro, insieme ad altri 37 Paesi; 16 invece i Paesi astenuti. In sostanza la maggior parte delle nove nazioni nucleari ha votato contro la risoluzione Onu e molti dei loro alleati, compresa l’Italia e gli altri Paesi in Europa che ospitano armi nucleari sul loro territorio come parte di un accordo NATO, non hanno sostenuto la risoluzione.
A partire da marzo 2017 quindi partirà una Conferenza tematica, aperta a tutti gli Stati membri, per negoziare uno "strumento giuridicamente vincolante per vietare le armi nucleari, che porti verso la loro eliminazione totale". I negoziati continueranno a giugno e luglio. «Per sette decenni l'Onu ha messo in guardia contro i pericoli delle armi nucleari e tantissime persone ed organizzazioni nel mondo hanno portato avanti campagne per la loro abolizione. Oggi la maggior parte degli Stati ha deliberato di bandire queste armi», ha commentato ieri Beatrice Fihn, Direttore esecutivo di ICAN, la Campagna Internazionale per l'abolizione delle armi nucleari attiva in 100 Paesi, di cui per l’Italia è parte Rete Italiana per il Disarmo. Sullo stesso tema, poche ore prima, il Parlamento Europeo ha adottato una propria risoluzione che invita tutti gli Stati membri a «partecipare in modo costruttivo» ai negoziati del prossimo anno: un invito che l’Italia non ha raccolto, continuando a sostenere la posizione degli Stati Uniti e delle altre potenze nucleari.
«È chiaro che un Trattato per la messa al bando delle armi nucleari che non veda tra i propri membri le potenze nucleari non sarà sufficiente per realizzare davvero un disarmo pieno», commenta Lisa Clark dei Beati i Costruttori di Pace, organismo membro di Rete Disarmo, «quindi dobbiamo prepararci un nuovo, lungo e duplice lavoro. Da un lato portare avanti i lavori per il Trattato di messa al bando, dall'altro trasformare questo lavoro in un enorme movimento che entri dentro i meccanismi governativi delle potenze nucleari».
Le armi nucleari rimangono le uniche armi di distruzione di massa non ancora fuori legge in modo globale, nonostante i loro catastrofici impatti ambientali e umanitari, ben chiari e documentati. Le armi biologiche, le armi chimiche, le mine antiuomo e le bombe a grappolo sono infatti ordigni tutti esplicitamente proibiti dal diritto internazionale, mentre per le armi nucleari esistono solo divieti parziali nonostante il disarmo nucleare sia stata una priorità delle Nazioni Unite sin dalla loro nascita, nel 1945. Nel mondo ci sono in questo momento più di 15.000 armi nucleari, custodite fondamentalmente negli arsenali di sole due nazioni, gli Stati Uniti e la Russia. Sette altri Stati possiedono armi nucleari: Gran Bretagna, Francia, Cina, Israele, India, Pakistan e Corea del Nord. Negli ultimi anni l'obiettivo si è fatto via via più lontano, poiché le potenze nucleari hanno deciso di investire pesantemente nella modernizzazione dei propri arsenali. Il precedente strumento multilaterale di disarmo nucleare è il Comprehensive Nuclear-test Ban Treaty, discusso nel 1996 ma che non ancora in vigore per l'opposizione di una manciata di nazioni.
In foto, 6 agosto 2016, commemorazione dell'anniversario della bomba atomica all'Hiroshima Peace Memorial Park, by YuyaShino per GettyImages.
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.