Cultura
Doninelli: «Il Nobel a Dylan? Sarebbe più coraggioso premiare un rapper»
Per lo scrittore milanese, finalista al Campiello 2016, «Si tratta certamente di un premio meritato ma poco coraggioso. Avrebbero dovuto darglielo venti anni fa. Oggi Dylan è, una leggenda, un classico. Sarebbe stato più coraggioso premiare un grande paroliere come Eminem»
Il Premio Nobel per la Letteratura 2016 è stato vinto da Bob Dylan, nome d’arte di Robert Allen Zimmerman. In tanti hanno salutato l’evento come una rivoluzione. Tutti tranne lo scrittore Luca Doninelli: «Non mi ha sorpreso affatto questa scelta, me l’aspettavo. Non si può certo dire che sia stata una scelta coraggiosa».
Premiare un cantautore come Bob Dylan non è in qualche modo una prima volta per il premio Nobel?
Non direi. Omero i suoi poemi li cantava. Quindi la questione non è se si può o meno premiere un musicista ma piuttosto se quel musicista abbia fatto o meno poesia. Dylan ha scritto tanti pezzi la cui importanza è data dai testi più che dalla musica. Il punto da valutare è però se, con quelle canzoni, ci racconta un mondo, se ci illumina e se corrisponde alla realtà che oggi viviamo. Questo premio dunque non è tanto discutibile in quanto ha premiato uno come Bob Dylan ma in quanto è a mio avviso tardivo.
Nel senso che trova Dylan vecchio?
Siamo in un’epoca in cui il romanzo e quindi la letteratura passano attraverso tante forme, dalle serie tv ai blog. Se ci fosse un blogger capace di usare il suo blog come grande strumento di comunicazione perché non premiarlo. E una serie tv? Io avrei candidato Matt Groening, che con i Simpson ha raccontato l’America come nessun De Lillo o Roth è stato capace di fare. Il punto dunque non è che Dylan sia vecchio. Piuttosto direi che è già un classico.
Lei dunque sarebbe stato più coraggioso cercando di premiare un musicista più contemporaneo?
Si, avrei candidato ad esempio uno come 2Pac. O Eminem, che è sicuramente un eccellente paroliere. Questo a Dylan mi sembra come il Nobel a Hemingway, che fu premiato ormai in decadenza. Entrambi hanno ricevuto il premio come uomini del passato. Il premio a Dario Fo di certo fu più sorprendente.
Perché?
Da un lato era la prima volta che non veniva premiato un poeta, un drammaturgo o un romanziere, il primo attore a rientrare nel segmento della letteratura. E in secondo luogo fu un premio discusso e discutibile, quindi buono. Solo la merda è indiscutibile.
È dunque deluso da questa scelta?
No, è giusto darlo a Dylan nella misura in cui sarebbe da dare anche a Nick Cave. Personalmente non l’ho mai amato tanto, ma questo non c’entra. È comunque il segno di un cambiamento. Anche se meno dirompente e coraggioso di quanto avrebbe potuto essere.
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