Cultura
Assange: «il giornalismo è un’arma di guerra». Leoluca Orlando: «Straparla»
Polemiche a distanza tra il sindaco di Palermo Leoluca Orlando e il fondatore di Wikileaks che ieri, intervenuto a "Italia 5 stelle", in collegamento con Beppe Grillo ha dichiarato: «ogni giornalista è responsabile di almeno 10 morti»
di Marco Dotti
È intervenuto in diretta video dall'Ambasciata dell'Ecuador a Londra, dove si trova dal 2012. Julian Assange ha un'amicizia di lungo corso con il M5S e in più occasioni ha espresso il proprio apprezzamento per Gianroberto Casaleggio. Ieri, durante il collegamento con Beppe Grillo e i suoi, Assange non ha risparmiato una durissima critica alla stampa e ai media italiani.
«Siete riusciti a sbaragliare la stampa corrotta, grazie alla guida di Beppe», ha detto Assange. «Le menzogne pubblicate dalla stampa provocano le guerre. Credo che ogni giornalista sia responsabile di almeno 10 morti». In chiusura di collegamento Grillo dal palco lo ha salutato: «Grazie Assange faremo qualcosa per te, vedremo: una petizione all’Onu. E ti verremo a trovare, se ci pagate il viaggio… Scherzo».
Le menzogne pubblicate dalla stampa provocano le guerre. Credo che ogni giornalista sia responsabile di almeno 10 morti
Julian Assange
Dura la replica del sindaco di Palermo – città che ospitava il raduno pentastellato – di Leoluca Orlando. «Posso solo augurarmi che Julian Assange, la cui vicenda legata a Wikileaks merita da parte di tutti il massimo rispetto per la gravità delle sue implicazioni umane e personali, abbia straparlato». Secondo Orlando, affermare proprio in una città come Palermo, come ha fatto Assange ieri, «che i giornalisti sono assassini è, soprattutto in una regione che ha visto tanti giornalisti uccisi, semplicemente farneticante e offensivo».
È farneticante e offensivo. Quando si scambiano le vittime con i carnefici, oltre che insultare la memoria delle vittime, si fa un pessimo servizio alla verità allla quale lo stesso Assange si dichiara molto affezionato
Leoluca Orlando
Ad Assange Orlando ha poi rivolto l'invito di «andare a studiare la vita e la storia» di Giuseppe Alfano, Carlo Casalegno, Cosimo Cristina, Mauro De Mauro, Giuseppe Fava, Mario Francese, Peppino Impastato, Mauro Rostagno, Giancarlo Siani, Giovanni Spampinato, Walter Tobagi, tutti «giornalisti la cui memoria ha ieri infangato con le sue parole». A nome della città di Palermo e, sono certo, di tutti i sindaci siciliani, sento di dovere esprimere a tutti i giornalisti italiani la solidarietà più sincera, perché si possono avere opinioni diverse e ci si può anche confrontare duramente sulla qualità del rispettivo lavoro, ma il rispetto umano e il rispetto per il dolore delle vittime della violenza è qualcosa che non può essere sacrificato sull'altare dell'agone politico».
In copertina: Juliian Assange (Carl Court/Getty Images)
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