Cultura

Cultura Crea, il bando che esclude le associazioni culturali

Il Bando del Ministero dei Beni Culturali gestito da Invitalia che metterà a disposizione a partire da domani 15 settembre 114 milioni di euro per le startup, le imprese e le organizzazioni del terzo settore operanti nella filiera creativa culturale e del turismo dimentica le Associazioni culturali. Un grave errore

di Riccardo Bonacina

“Cultura Crea” è il bando promosso dal Ministero dei Beni Culturali e gestito da Invitalia che metterà a disposizione a partire da domani 15 settembre 114 milioni di euro per le startup, le imprese e le organizzazioni del terzo settore operanti nella filiera creativa culturale e del turismo nei Comuni di Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia. Un'occasione importante soprattutto per chi vuole avviare una nuova impresa che preveda innovazioni nei campi dell'economia della conoscenza, della conservazione, della fruizione e della gestione del patrimonio culturale, del design e altri settori della filiera creativa.

E fino a qui tutto bene. Bella iniziativa. Ma come sempre il diavolo si nasconde nei dettagli.

Come si evince dalla Guida che Invitalia ha reso disponibile (guida) in vista della presentazione delle domande che sarà possibile dalle 12 del 15 settembre 2016 sulla piattaforma web di Invitalia, laddove si dettaglia i soggetti di Terzo settore ammessi al bando ci troviamo di fronte a un vero svarione dettato forse dalla fretta o dall’incompetenza.

Laddove si specifica di che tipo sia il “Sostegno al Terzo settore” che opera nell’industria culturale e si elencano i soggetti a cui il bando si rivolge si legge questo: Onlus di diritto; Onlus iscritte all’anagrafe dedicata; Imprese sociali.

I soggetti ammissibili ai contributi e alle agevolazioni (Contributo sino all’80% delle spese ammissibili sino a 400mila euro) sono quindi le onlus e le imprese sociali come definite dalla vecchia normativa che tra l’altro sarà completamente modificata con la Riforma del terzo settore e dell’impresa sociale. Tra tutti i soggetti del terzo settore proprio le onlus e le organizzazioni di volontariato sono quelle nella prassi più lontane dalla gestione del patrimonio culturale in ottica imprenditoriale perché hanno molti limiti nella possibilità di svolgere attività di natura commerciale per cui non si spiega perché un bando che esplicitamente deve sostenere l’impresa culturale scelga quei soggetti per cui la creazione di una sostenibilità basata sulla vendita di servizi e prodotti sia limitata per motivi statutari. Il risultato è che le organizzazioni che davvero operano nei territori gestendo beni o promuovendo officine culturali, le tante associazioni di “amici dei musei” e molte altre Associazioni culturali che al Sud da anni fanno impresa nella cultura non hanno i requisiti per partecipare.

Così per fretta o incompetenza il Bando taglia fuori centinaia di Associazioni impegnate nell’impresa culturale.

Nella foto di cover l'Eco Museo del Mare a Palermo una delle esperienze promosse e gestite da Associazioni culturali

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