Politica

Chiusura Opg: tra pochi giorni in Senato sarà battaglia

Dovevano chiudere lo scorso marzo, e invece in Italia due ospedali psichiatrici giudiziari sono ancora aperti e attivi. Non basta: un emendamento al Disegno di legge sulla durata dei processi, con cui si riaprono i lavori a Palazzo Madama, rischia di vanificare tutto. L'appello al governo

di Gabriella Meroni

Chiusura degli Opg: non è finita. La denuncia è arrivata subitodopo la fine dei lavori parlamentari da parte del Comitato Stop Opg, che ha scovato tra le pieghe del Disegno di Legge 2067 (su garanzie difensive, durata dei processi, finalità della pena) in discussione a Palazzo Madama (perché già approvato dalla camera) un emendamento che rischia «di riaprire la stagione degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari e che moltiplicando strutture sanitarie di tipo detentivo, dedicate solo ai malati di mente, riprodurrebbe all’infinito la logica manicomiale», come hanno scritto i responsabili del Comitato in una lettera.

Ora, i lavori del Senato riprenderanno il giorno 13 settembre ripartendo proprio dalla discussione di quel Disegno di legge, presentato dal governo e di cui è relatore il senatore nonché ex magistrato Felice Casson. «L’emendamento in questione ripristina la vecchia normativa, precedente alla Legge 81/14 che ha chiuso di fatto gli Opg», spiegano dal Comitato. «E dispone il ricovero nelle strutture regionali Rems (Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza), esattamente come se fossero i vecchi Opg. Se non si rimedia, saranno inviati nelle strutture regionali, già sature, i detenuti con sopravvenuta infermità mentale e addirittura quelli in osservazione psichiatrica. Un disastro cui bisogna porre riparo».

Come si ricorderà, le Rems sono state istituite per accogliere i pochi detenuti psichiatrici in cui le misure di sicurezza alternative alla detenzione si ritiene non possano essere assolutamente praticabili, mentre due degli Opg che dovevano chiudere tutti entro lo scorso 31 marzo sono ancora aperti, a Montelupo Fiorentino e Barcellona Pozzo di Gotto. Se passasse l’emendamento, le Rems sarebbero “inondate” di detenuti con sopravvenuta infermità mentale, e sarebbe reso vano l’intento della legge sulla chiusura degli Opg che intendeva far prevalere, per la cura e la riabilitazione di queste persone, progetti individuali con misure non detentive.

«Il problema che vuol risolvere quell’emendamento è garantire le cure troppo spesso ostacolate o negate dalle drammatiche condizioni delle carceri? Ma Il diritto alla salute e alle cure dei detenuti non si risolve così», continua il Comitato, che ha scritto una lettera al ministro Orlando chiedendo un suo intervento sull’iter del provvedimento al Senato. «Occorre che si rafforzino e si qualifichino i programmi di tutela della salute mentale in carcere e che il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP) istituisca senza colpevoli ritardi le sezioni di Osservazione Psichiatrica e le previste articolazioni psichiatriche». Tra pochi giorni la discussione riprenderà in Aula, e l’obiettivo è chiaro: evitare l’invio di persone con misura di sicurezza provvisoria nelle Rems, destinandole ai prosciolti definitivi, e quindi chiudere definitivamente in Italia il capitolo degli Opg.

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