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Richiedenti asilo di Gioiosa Ionica donano il pocket money ai terremotati

Piccolo ma concreto gesto di altruismo dei 75 ospiti dello Sprar del paese calabrese. Nel frattempo anche Save the children si mobilita per allestire Spazi a misura di bambino nei luoghi del sisma, e varie associazioni aprono un conto per le donazioni

di Daniele Biella

"Stiamo cercando di capire come aiutare i richiedenti asilo a fare il versamento e a chi ma vorremmo sottolineare questo piccolo ma rilevante gesto di aiuto tra popoli, da parte di chi si è sentito accolto in Italia e vuole in qualche modo ricambiare la solidarietà". E' con queste parole che Giovanni Majolo, coordinatore dello Sprar (Servizio di protezione richiedenti asilo e rifugiati) di Gioiosa Ionica, commenta la decisione dei 75 ospiti stranieri delle strutture di accoglienza nella cittadina calabrese gestite dalla Rete dei comuni solidali, Recosol: "Rinunciamo al pocket money di oggi, per darlo ai terremotati"; hanno deciso i profughi. Tradotto, 2,50 euro a testa, il 14% delle loro entrate settimanali, per un totale di 187,5 euro.

Dal piccolo al grande, nel frattempo anche le grandi associazioni e le l'ong si stanno attivando per i terremotati: per esempio, Croce Rossa e Arci hanno aperto rispettivi conti correnti di raccolta fondi, mentre l'ong Save the Children sta verificando le necessità della popolazione e definire gli interventi di aiuto ai bambini. Pensiamo di allestire entro domani un primo Spazio a Misura di Bambino ad Amatrice. Il nostro obiettivo è quello di creare uno spazio sicuro dove bambini e ragazzi, con educatori appositamente formati, possano sentirsi protetti e ricevere supporto fin dai momenti immediatamente successivi a questo tragico evento. Attraverso lo svolgimento di attività socio-educative di routine, infatti, i bambini possono essere aiutati a recuperare al più presto un senso di normalità che hanno perso in seguito all’evento sismico e ad elaborare il trauma subito. Stiamo facendo tutto il possibile per raggiungere al più presto le zone colpite e portare assistenza ai bambini e alle loro famiglie”, spiega il presidente Valerio Neri. "Siamo addolorati per le vittime, in particolare dal fatto che tra di loro ci fossero bambini, e siamo vicini alle famiglie colpite in questo momento tragico".

Sono centinaia i bambini che vivono nei tre Comuni maggiormente colpiti dal sisma – Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto – e moltissimi di più quelli che risiedono nelle province limitrofe o si trovavano in vacanza nella zona e che, a diversi livelli, stanno sperimentando in queste ore gli eventi traumatici, la paura e l’angoscia riflessa dai loro genitori legati alle conseguenze di questa calamità naturale. Il Dipartimento Emergenze di Save the children si è immediatamente messo a disposizione della Protezione Civile, mobilitando le risorse e il personale per prestare l’aiuto necessario in collaborazione con la Regione Lazio

Save the Children opera da decenni nella risposta alle emergenze in tutto il mondo e da anni è attiva anche nella risposta alle emergenze nazionali, come il terremoto in Emilia-Romagna del 2012 e quello de L’Aquila del 2009. Grazie all’esperienza maturata, l’Organizzazione ha sviluppato le competenze necessarie per essere al fianco di bambini e bambine, ragazzi e ragazze fin dai momenti immediatamente successivi al verificarsi di un evento calamitoso. “Per aiutare i bambini ad affrontare il trauma, è importante che gli adulti di riferimento trovino il modo di stare loro vicini e far percepire loro che sono salvi e al sicuro. Per questo è fondamentale parlare e giocare con loro e soprattutto ascoltarli. È anche importante, inoltre, evitare che i bambini stiano davanti alla televisione: continuare a veder immagini del disastro non aiuta i bambini a superare il trauma, perché potrebbero non capire che si tratta di immagini registrate e portarli a pensare che l’evento catastrofico sia ancora in corso,” conclude Neri.

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