Welfare

L’impresa tessile che ci mette quel Quid in più

Partendo dagli scarti dei big del settore a Verona è nata un'azienda che cresce di anno in anno dando lavoro a tante donne in difficoltà

di Diletta Grella

La prima cosa che colpisce, di Anna Fiscale, è quello sguardo luminoso di chi si trova nel posto giusto. Di chi sta seguendo la sua strada. Ventotto anni, con in tasca una doppia laurea in Economia in Bocconi a Milano e in Scienze politiche a Parigi, Anna, tre anni fa, ha fondato una cooperativa sociale, “Progetto Quid”, che si occupa di moda. «Come molte ragazze, ho sempre avuto una passione per gli abiti: li compravo e poi, armata di ago e filo, li personalizzavo», spiega. «Ma c’era anche l’altra passione, quella per la cooperazione e lo sviluppo, che mi ha portato in posti difficili, dall’India ad Haiti». Da questo incrocio è nato Quid, che in latino significa qualcosa. Appunto, quel qualcosa in più, che Fiscale andava cercando. Tra gli amici coinvolti c’è Ludovico Mantoan, commercialista, che oggi è amministratore delegato di Quid. Soci fondatori sono anche Umberto Brambilla ed Elisabetta Stizzoli.

Quid funziona così: «Noi chiediamo a grandi aziende di moda di regalarci tessuti: di solito sono rotoli dai 10 ai 50 metri, rimasti inutilizzati dal- le passate collezioni, oppure con un piccolo difetto che rende impossibile il taglio per produzioni su larga scala. Con gli scarti, realizziamo capi di abbigliamento e accessori, facendo lavo- rare persone con un passato di fragilità. Gli aspetti che Quid unisce, quindi, sono tre. Il primo è il tema dello spreco e dell’attenzione all’ambiente, perché recuperiamo tessuti che altrimenti andrebbero buttati via. E nel fare questo diamo anche un aiuto alle aziende, perché per ogni chilo di tessuto da smaltire spenderebbero 20 centesimi. C’è poi il tema sociale, con la valorizzazione del- le persone che provengono da situazioni di disagio. Siamo partiti nel 2013 con due dipendenti: oggi ne abbiamo 30, di cui 20 hanno un passato di fragilità (ragazze ex tossicodipendenti; donne costrette a prostituirsi per anni; vittime di maltrattamenti)». Infine c’è il terzo aspetto quello imprenditoriale, perché i prodotti venduti devono soddisfare le richieste del pubblico: «Capi e accessori, realizzati nel laboratorio di Verona, devono essere belli, alla moda e con un prezzo contenuto. Sono tutti fatti artigianalmente e in edizione limitata, perché quando un rotolo di stoffa finisce, ovviamente non possiamo più ordinarne un altro uguale».

1/19

Fin da subito, Anna e i suoi amici credono nella forza della loro idea, che è in grado di combinare insieme questi tre aspetti: ambientale, sociale e imprenditoriale. Con molta intraprendenza e un pizzico di faccia tosta, iniziano a sottoporlo a grandi imprenditori del territorio veneto. «Il primo che ha colto il valore di Quid è stato il Gruppo Calzedonia» dice Anna. «Attraverso la Fondazione San Zeno, ci ha dato un contributo iniziale di 15mila euro, oltre a molti tessuti di rimanenza. In un secondo momento, ci ha concesso di utilizzare gratuitamente, per un periodo limita- to di tempo, alcuni negozi sfitti, a Forte dei Marmi, Trento, Vicenza e Verona. Oggi, sempre all’interno di una quindicina di negozi, abbiamo dei corner, da Bologna a Vicenza, da Pescara a Bergamo, fino a Zurigo. Inoltre usufruiamo di un vero e proprio store a Verona, nella centralissima via Mazzini. Questo incontro di provvidenza come lo chiamo io, è stato fondamentale, perché ci ha permesso di farci conoscere e di mettere a fuoco meglio la nostra strategia».

https://www.youtube.com/watch?v=ASDIJp5pNXI

Con il tempo, infatti, Progetto Quid, oltre a realizzare una sua linea con due collezioni l’anno, ha deciso di propor- si come braccio etico di aziende affermate. E così, oltre che con il Gruppo Calzedonia (e quindi con Calzedonia, Intimissimi, Tezenis, Falconeri), ha avviato collaborazioni con Diesel (Fondazione Otb), Altromercato, Denstore, NaturaSì e altri ancora. «In accordo con gli uffici sti-
le di queste imprese» chiarisce la giocane imprenditrice «realizziamo linee doppiamente brandizzate: Pro- getto Quid for…. In questo momento, per esempio, stiamo producendo zaini di stoffa che saranno venduti da Altromercato, e braccialetti che troverete nei punti vendita di Tezenis». Nel 2014, il progetto ha vinto la European Social Innovation Competion, il premio europeo per l’Innovazione sociale, organizzato dalla Commissione Europea, conquistando il primo posto su 1.250 partecipanti e ricevendo un con- tributo di 30mila euro.

Nel 2015, in occasione della festa della donna, Anna è stata invitata al Quirinale, alla presenza del presidente Mattarella, per la nuova opportunità di vita che Quid dà a donne da un passato difficile. Qualche settimana fa, poi, Fiscale ha presentato Quid alla Camera dei Deputati.

1/10

Il progetto è partito ad aprile del 2013 con due dipendenti e un fatturato di 90mila euro. Oggi i dipendenti sono 30. Il 2015 si è chiuso con un fatturato di 500 mila euro e un pareggio di bilancio. L’obiettivo, per il 2016, è di arrivare a 34 dipendenti e ad un fatturato di un milione di euro. «Questi numeri per me hanno un valore diverso rispetto a quello che avrebbero per altri imprenditori:», chiarisce Anna, «io penso che più lavoriamo e più vendiamo, più saranno le persone a cui potremo dare un nuova opportunità di vita. Ed è proprio questo il quid che fa la differenza e che mi dà l’energia di alzarmi ogni mattina con il sorriso sulle labbra e con in testa mille nuovi progetti!».

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.