Cultura
Cinque motivi per non perdere l’appuntamento con Christo
Inaugura The Floating Piers" il progetto del grande artista che per 16 giorni regalerà a chiunque la possibilità di "camminare sull'acqua". Grazie ad una passerella galleggiante lunga tre chilometri e coperta di tela gialla che collegherà, nel lago d'Iseo, Montisola a Sulzano, sulla sponda bresciana. Qualcuno è già riuscito ad "entrare" dentro questo quadro dipinto nell'acqua. Ecco una gallery di foto degli utenti di instagram e cinque motivi per cui dobbiamo proprio andarci...
Avete mai desiderato di entrare dentro un quadro? Ecco immaginate una pennellata gialla lunga tre chilometri che con un tratto deciso unisce, nel lago d’Iseo, Montisola a Sulzano. L’acqua del lago è la tela. Il "pittore" è Christo. L’ eccezionalità è che nel quadro da domani 18 giugno, e per i prossimi 16 giorni ci potremmo entrare tutti. “The Floating Piers” è il titolo “dell’opera”.
Una passerella gialla galleggiante coperta di tela: sarà come camminare sull’acqua. «Quando nel 2015 ho compito 80 anni», ha raccontato Christo in un’intervista esclusiva rilasciata a Vita nel dicembre scorso, «ho detto a mio nipote: non voglio rischiare di morire senza aver realizzato quel progetto. Jeanne – Claude ci teneva davvero tanto».
Jeanne – Claude era la moglie dell’artista. È morta nel 2009 e The Floating Piers l’avevano pensato e già amato, insieme, come fosse un figlio… Un figlio bellissimo come dimostrano le foto dei tanti utenti di Instragram che sono già arrivati sul posto per fotografarlo…
1. C’è qualcosa di unico in questa installazione. Non avrà repliche, non avrà prolungamenti. Questa la fa preziosa al di là della bellezza intrinseca e della sua poeticità. Come dice sempre Christo spiegando la temporaneità dei suoi progetti, «la bellezza non può essere posseduta», per cui è nella sua natura quella di sfuggirci dalle mani. Il 3 luglio la passerella verrà smontata, e resterà solo come una grande scia nella memoria collettiva. Averla toccata con le mani, o meglio con i piedi, darà più consistenza a questa memoria.
2. L’opera di Christo è la dimostrazione che l’arte è davvero, per sua natura, qualcosa che riguarda tutti. Oggi ci siamo abituati a rapportarci con un’arte solo per persone “colte” o con un’arte che si diverte ad essere incomunicabile. Christo ribalta questo “vizio” e restituisce all’opera una fruibilità universale. Tutti possono viverla e capirla come tutti potevano vedere e capire gli affreschi di Giotto piuttosto che le tele di Caravaggio. È arte restituita alla testa e al cuore di tutti. Oggi la si definisce schematicamente “arte pubblica”. Christo rifiuta etichette, compreso questa. È semplicemente arte che rispetta la sua natura di linguaggio universale.
3. Christo è anche un modello di libertà. Per essere libero nel realizzare le sue opere rifiuta ogni contributo economico esterno, sponsorizzazione o sostegno pubblico che sia. Libero per lui vuol dire essere coerente con l’idea poetica originaria, avuta in coppia con sua moglie Jeanne-Claude, morta nel 2009. Un’idea inseguita per 40 anni, sino a quando ha trovato il contesto naturale e anche umano giusto per realizzarla: il lago d’Iseo, appunto. La libertà comporta anche un’audacia, perché l’idea è magnifica ma è anche un’entità fragile, mentre l’opera è gigantesca, complessa al punto di sembrare impossibile. Quasi un’utopia, che però per 16 giorni prende corpo e forma.
4. Christo è un artista plurale. Non solo perché lui si concepisce sempre in “coppia” anche ora che sua moglie non c’è più: tutte le idee a cui sta lavorando sono idee generate nella relazione con lei. Ma la sua identità plurale va oltre questo livello. Per realizzare The Floating Piers Christo ha dovuto costruire una squadra competente, motivata, affiatata. Lui è stato come il regista di una gigantesca messa in scena, ma la sua forza è stata quella di instillare in tutti quelli che hanno lavorato con lui la ragione dell’opera, di renderli operatori emotivamente coinvolti e quasi calamitati da quella bellezza che andavano a costruire. The Floating Piers è opera di una collettività che si è messa in movimento, che messo disposizione competenze ma anche passione rispetto al progetto. Questo a dimostrazione di quale forza possa avere oggi l’arte nel rendere migliore la vita del mondo.
5. Ultimo motivo per non perdere l’appuntamento con la passerella di Christo è il più banale e più semplice. L’artista lo ha concepito in rapporto ad una data: il 21 giugno, solstizio d’estate. Per questo il colore della passerella è il colore del sole e vista dall’alto sembra che il lago sia stato dipinto usando un suo raggio. Christo ci riporta al ciclo naturale del tempo, che spesso viene vissuto con indifferenza o con distrazione. Invece la genesi dell’estate è come una rinascita del mondo. La passerella è come un evidenziatore: evidenzia la bellezza del mondo in cui viviamo, nel momento dell’anno in cui questa bellezza esplode in tutta la sua luce. Christo ci ri-spalanca tutta questa bellezza.
Quello che muove questo progetto come tutti quelli che abbiamo realizzato è la ricerca della bellezza. Una bellezza molto sexy, come diceva sempre Jeanne quando parlavamo di questo progetto. Molto fisica, sensuale, tangibile
Christo
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