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Da Anffas il “Manifesto di Milano” per guardare al futuro

Approvato all'unanimità dall'assemblea nazionale dell'associazione il documento che ha l'obiettivo di tracciare le linee politiche associative per i prossimi anni e che ha tra i suoi obiettivi quello di mettere definitivamente al centro il protagonismo delle persone con disabilità intellettiva e/o relazionale

di Redazione

Il cuore del “Manifesto di Milano” sui diritti delle persone con disabilità intellettive e/o relazionali e dei loro familiari – documento approvato all’unanimità nel corso dell’Assemblea nazionale Anffas di sabato 11 e domenica 12 giugno con l’obiettivo di tracciare le linee politiche associative per il futuro – è quello di «Mettere definitivamente al centro il protagonismo delle persone con disabilità intellettiva e/o relazionale e far diventare tutti gli altri concetti, valori e azioni funzionali ed orientati a raggiungere questo scenario». Un altro importante punto è poi quello di: «Assumere indiscutibilmente la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità come cornice di riferimento, con la sua portata di vera e propria rivoluzione culturale dei concetti di salute e disabilità, accettando l’idea di disabilità come relazione sociale e non come condizione soggettiva e passiva della persona»

Oltre 300 i presenti, tra persone con disabilità, familiari, tecnici e professionisti, istituzioni e rappresentanti di altre organizzazioni del Terzo settore, che sono accorsi nel capoluogo lombardo da tutta Italia per partecipare a questo momento storico per Anffas, che segna una pietra miliare per un’associazione di famiglie con una lunga storia alle spalle e da sempre pronta a reinventarsi ed a scommettere sul futuro e ad aprirsi a nuove sfide.

La nuova linea associativa è arrivata all’approvazione attraverso un percorso di democrazia partecipata che ha coinvolto migliaia di famiglie, tecnici e persone con disabilità intellettiva. Le stesse persone con disabilità sono state, per la prima volta nella storia di Anffas, coinvolte a pieno titolo nella definizione della nuova linea associativa, forti del motto “Nulla su di noi, senza di noi!”. Ciò è stato reso anche possibile dal progetto “Io cittadino” che l’associazione sta portando avanti in Italia e che ha visto la sua massima espressione nella Giornata Nazionale della Disabilità Intellettiva celebrata il 30 marzo scorso con la consegna nelle mani del Presidente Mattarella della “Dichiarazione di Roma sulla promozione dell’autorappresentanza in Italia e in Europa”.

Il cuore pulsante del Manifesto – in una nota di Anffas – è riassunto in questi sei punti:

I diritti delle persone con disabilità vanno sempre, dovunque e comunque rispettati e garantiti
Le Famiglie delle persone con disabilità devono essere sostenute e tutelate per il miglioramento della loro qualità di vita
L’Inclusione Sociale deve essere declinata nell’ottica del “curare le comunità per curare le persone”
I servizi per le persone con disabilità devono essere riorientati per mirare al potenziamento delle loro abilità ed avere come fine la piena inclusione sociale e partecipazione attiva nella comunità
Anffas è giuridicamente e culturalmente appartenente al variegato mondo del Terzo settore e in quanto tale si impegna operare nel pieno rispetto delle regole e in regime di trasparenza (essere un esempio per le Comunità)

«La nostra Associazione ha deciso in maniera corale e con grandissimo entusiasmo su cosa impegnarsi nel prossimo futuro, prendendo a riferimento proprio lo slogan del movimento degli autorappresentanti italiani liberi di scegliere, liberi di partecipare con il coraggio di cambiare il mondo» commenta il presidente nazionale Roberto Speziale. «E forte della sua storia ha valutato la necessità di porsi come associazione che innova, che cambia e che si impegna per il cambiamento e per la costruzione di una comunità maggiormente inclusiva per tutte le persone, a partire da quelle con disabilità intellettiva e /o relazionale».

“Il Manifesto di Milano” sancisce con forza, continua Speziale «il ruolo di Anffas nella lotta verso qualsiasi forma di discriminazione e il suo impegno costante – ma rinnovato – per fare in modo che le persone con disabilità intellettiva e/o relazionale – a prescindere dalla complessità della disabilità – siano riconosciute nella loro dignità di persone e cittadini e sostenute adeguatamente, insieme alle loro famiglie, per il rispetto dei loro diritti umani».

L’associazione però non si vuole fermare ai soli aspetti di principio, come sottolinea il presidente Speziale in quanto Anffas, ricorda «è all’opera su tutti i fronti – quello dell’advocacy, dei servizi, della sperimentazione e della ricerca – per costruire e proporre soluzioni concrete e buoni prassi a servizio dell’intera Comunità. Ne sono un esempio recente gli interventi realizzati in materia di durante e dopo di noi e vita indipendente-interdipendente, le sperimentazioni sul progetto di vita a partire dall’uso delle matrici ecologiche e dei sostegni, le ricerche in materia di disabilità complesse ed invecchiamento, il lavoro sull’inclusività dei servizi, i progetti sull’autodeterminazione ed auto rappresentanza».

Speziale conclude con l’auspicio «che anche grazie a questo percorso l’intera comunità si impegni insieme a noi per fare in modo che quella attuale sia l’ultima generazione di persone con disabilità intellettiva ad essere discriminate ed escluse a causa della disabilità, costruendo così un mondo migliore per tutti».

In apertura foto di Sebastien Bozon/Afp/ Getty Images

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