Cultura
La tutela dei minori nei media. Ormai vige il fai da te
Il Comitato Media e Minori è l'organismo che vigila sull'osservanza del Codice di autoregolamentazione da parte delle emittenti televisive. La sua storia travagliata spiega molte cose del nostro Paese tutto chiacchiere e distintivo, ma molto poco propenso alle regole, quando si tratta di rispettarle e farle rispettare. Quale destino attende il Comitato visto che nei prossimi mesi scadrà il mandato dei suoi membri?
Era il 2 Luglio 2013, quando l’allora Vice Ministro per lo sviluppo economico con delega alle comunicazioni, Antonio Catricalà, annunciava con grande soddisfazione di fronte alla Commissione Cultura della Camera dei Deputati la ricostituzione, dopo quasi due anni di paralisi, del Comitato Media e Minori, l’organismo che vigila sull’osservanza da parte delle emittenti televisive del Codice di Autoregolamentazione Tv e Minori.
In quell’occasione, il Vice Ministro Catricalà osservò “che un tema complesso come quello della tutela dei minori non è risolvibile con la semplice nomina del Comitato, ma grazie anche alla qualità e alla competenza dei suoi componenti, il suo lavoro può rappresentare un primo passo per affrontare con responsabilità un tema di grande importanza”. Ed in effetti le personalità prescelte erano di tutto riguardo.
Il presidente è Maurizio Mensi, già avvocato dello Stato, professore ordinario di diritto pubblico dell'economia, docente di diritto dell'informazione e della comunicazione presso l'Università LUISS Guido Carli di Roma, già direttore del servizio giuridico dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. I rappresentanti delle istituzioni erano: Graziana Campanato, presidente della Corte d'appello di Brescia, già presidente del Tribunale per i minorenni di Venezia; Anna Serafini, senatrice della Repubblica, nota esperta in materia di tutela dei minori; Emilia Visco, giurista, esperta di problematiche giuridiche in materia di tutela dei minori, già direttore del dipartimento di vigilanza e controllo dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. I membri supplenti: Francesco Saverio Marini, professore ordinario di Istituzioni di diritto pubblico all'Università «Tor Vergata» di Roma; Giovanni Rossi, procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Perugia; Antonio Amendola, giurista ed esperto di problematiche delle nuove tecnologie e di criminalità informatica. Gli altri rappresentanti: Bruno Geraci, Antonio Cotura, Mario Russo, Domenico Infante, Elisa Manna, Remigio Del Grosso, Gianni Biondi, Paola De Rosa, Rosalba Catizone Folena, Francesco Giacalone, Claudia Lorenzi, Maria Elita Lucchin, Gianfranco Noferi, Alessia Caricato, Filippo Rebecchini, Bianca Papini, Mario Albanesi, Marcello Ciannamea, Rocco Monaco e Stefania Rotolo.
Tuttavia, nonostante le migliori intenzioni, il Comitato ha avuto una vita tribolata fin da subito. Alcuni prestigiosi rappresentanti delle Istituzioni si sono “defilati” e non hanno mai partecipato alle riunioni, mettendo in pericolo il raggiungimento del numero legale necessario per la regolarità delle riunioni. E’ il caso dei magistrati Campanato e Rossi, della senatrice Serafini, del prof. Marini e di alcuni rappresentanti delle emittenti.
In corso d’opera, poi, nel marzo 2014, l’Associazione Tv e Minori, costituita da Rai (42,5%), Mediaset (42,5%), HMC (5%), Areanti-Corallo (5%), e FRT (5%) allo scopo di garantire l’attività del Comitato Media e Minori, decideva la propria liquidazione, licenziando in tronco i quattro dipendenti impiegati nella segreteria. Il loro compito era quello di raccogliere dal pubblico le segnalazioni delle infrazioni per portarle all’attenzione del Comitato. Un costo insostenibile (circa 100mila euro l’anno), a quanto pare, per le imprese televisive. Contestualmente furono azzerati anche i rimborsi per i trasporti e le spese a disposizione per convegni e pubblicazioni.
La decisione ebbe l’effetto concreto di rallentare fortemente i lavori, alimentando i timori di una possibile cessazione delle attività, con grave danno per i minori bisognosi di tutela. Timori che quasi certamente si tradurranno in dura realtà nei prossimo mesi, quando verrà a scadere il mandato triennale degli esperti superstiti del Comitato.
Sarà molto arduo, infatti, il compito del sottosegretario Giacomelli che dovrà rinnovare l’organismo, anche perchè i membri non godono di alcun compenso e forse proprio per questo, alcuni componenti se ne sono allontanati.
La buona volontà di quasi tutte le imprese televisive (Sky è l’unica che pervicacemente rifiuta di sedersi al tavolo del Comitato) di fare ammenda, per le violazioni al Codice di autoregolamentazione, sarà quasi sicuramente resa vana ed un nuovo, lungo, periodo di stallo si preannuncia all’orizzonte.
La molto probabile assenza di questa “camera di compensazione”, renderà pertanto indispensabile il ricorso diretto all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, per la segnalazione di trasmissioni televisive ritenute lesive dell’equilibrio psico-fisico di bambini ed adolescenti e, soprattutto, per genitori e nonni non resterà altro che il “fai da te”.
L'autore è vice Presidente Comitato Media e Minori – Mise
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