Mondo

Una foto che mette in crisi l’Europa

L'ha raccolto dall'acqua Martin un volontario della ong tedesca Sea Watch. Il corpo senza vita di un bambino di pochi mesi annegato nel naufragio di un barcone, lo scorso venerdì, che dalla Libia cercava di arrivare a Lampedusa. Insieme a lui sono morte altre 45 persone. «Abbiamo scelto di pubblicare la foto», dicono dall'associazione, «per convincere i governi ad aprire un canale umanitario. Se non vogliamo vedere queste immagini dobbiamo fare in modo che non vengano prodotte». Da inizio 2016 più di 2500 morti nel Mediterraneo dice l'Unhcr

di Anna Spena

Il bambino nella foto non sta dormendo. Ma è morto. L’ha raccolto dall’acqua un volontario dell’associazione tedesca Sea Watch. «Sembrava una bambola con le braccia aperte», ha raccontato all’agenzia di stampa Reuters il volontario che si trovava con un’imbarcazione di soccorso nel Canale di Sicilia per salvare migranti dal mare. Martin è il nome dell’operatore che per questioni di privacy non dichiara il cognome.

«L'ho preso per un braccio e ho messo il corpicino subito tra le mie braccia, come se fosse ancora vivo. Teneva le piccole braccia e le minuscole dita in aria, il sole è brillato nei suoi occhi lucidi e dolci, ma fissi». Non si conosce il sesso del bambino che è stato trovato lo scorso venerdì dopo il naufragio del barcone tra la Libia e Lampedusa. «Ho cominciato a cantare per darmi coraggio e per esprimere in un certo modo il significato di questo momento incomprensibile. Sei ore fa questo bimbo era ancora vivo».

Il suo corpo è arrivato domenica nel porto di Reggio Calabria, a bordo di una nave della marina militare. Con lui altri 45 cadaveri. Sono sopravvissuti in 135. I soccorritori non sanno se il padre o la madre del bambino sono ancora in vita. La foto è stata pubblicata ieri. Il team di Sea-Watch ha dichiarato che ha deciso all'unanimità di renderla nota.

«Se non vogliamo vedere tali immagini dobbiamo smettere di agevolare la loro produzione», hanno dichiarato i volontari dell'associazione. La foto è stata consegnata alla Reuters con l’obiettivo di convincere i governi ad aprire un canale umanitario per evitare tutte queste tragedie in mare e fare in modo che i migranti viaggino in sicurezza e legalità nel Mar Mediterraneo. Insieme al corpo del bambino senza nome, Martin il volontario tedesco, lo stesso giorno, ha raccolto altri 25 cadaveri.

L'Alto Commissariato Onu per i Rifugiati (Unhcr) ha diffuso nuovi dati relativi alle vite umane inghiottite dal Mediterraneo la scorsa settimana a seguito dei ripetuti naufragi dei barconi carichi di migranti. Il bilancio, secondo l'agenzia Onu, è più pesante delle circa 700 persone annegate sin qui accertate: sulla base di informazioni tratte dai colloqui con i sopravvissuti, l'Unhcr aggiorna a 880 il numero di quei morti.

Dall'inizio del 2016, le persone decedute nel tentativo di arrivare in Europa via mare dall'Africa o dalla Turchia sono 2510. Cifre che inducono il portavoce dell'Unhcr, William Splinder, a definire l'anno in corso "si stia rivelando particolarmente letale" per le rotta migratorie che passano dal Mediterraneo. Il paragone con il 2015 è immediato: nei primi cinque mesi dello scorso anno, le vittime delle migrazioni via mare erano 1855.

Il fermo immagine è tratto da un video girato da Christian Buettner per la tv Eikon Nord

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