Politica

School bonus: credito fiscale per chi dona alle scuole

Previsto dalla legge La Buona Scuola, lo School Bonus è ora operativo. Si potrà destinare una erogazione liberale alle scuole, con importanti benefici fiscali. Si versa su un apposito fondo del Miur: il 10% della cifra verrà suddivisa tra le scuole che hanno meno donazioni. Tra le finalità, edilizia e percorsi di occupabilità. Le scuole paritarie: «il meccanismo operativo ci penalizza»

di Sara De Carli

Lo School Bonus è operativo. Come previsto dalla legge 107 sulla Buona Scuola, chi vorrà destinare una erogazione liberale alle scuole avrà importanti benefici fiscali: le erogazioni infatti possono arrivare fino a 100.000 euro e fanno maturare al donante un credito di imposta fino al 65% (poi diventerà del 50%). A dettagliare l’operatività dello School Bonus è il Decreto Ministeriale dell’8 aprile 2016, che disciplina il credito d'imposta di cui all'articolo 1, comma 145 della legge n. 107 del 2015, per le erogazioni liberali in denaro in favore delle scuole: è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 23 maggio 2016. Dal 24 maggio pertanto è possile avvalersi di questa opzione.

Le erogazioni liberali possono essere fatte a tutti gli istituti del sistema nazionale di istruzione, per tre finalità: la realizzazione di nuove strutture scolastiche (codice C1), la manutenzione e il potenziamento di quelle esistenti (codice C2) e il sostegno a interventi che migliorino l'occupabilità degli studenti (codice C3). Non solo muri, pertanto.

Il credito d’imposta è riconosciuto a persone fisiche, enti non commerciali e soggetti titolari di reddito d'impresa. Il contribuente dovrà versare la somma non direttamente alla scuola ma ad apposito fondo del Miur (c’è tanto di Iban direttamente nel DM), che successivamente la erogherà per il 90% alla scuola indicata e per il 10% alle istituzioni scolastiche che risultano destinatarie di erogazioni liberali per cifre inferiori alla media nazionale (per una sorta di tutela nei confronti di scuole che appartengono a territori meno ricchi). Le scuole beneficiarie provvedono a dare pubblica comunicazione dell'ammontare delle somme erogate, della destinazione e dell'utilizzo tramite il proprio sito web istituzionale.

Il meccanismo previsto però pare disincentivare le donazioni alle scuole paritarie: così affermano in un comunicato congiunto FOE, Agesc, Confap, FIdae, Fism. Benché infatti sia la legge 107 quanto il DM prevedano che «per istituti del sistema nazionale di istruzione si intende istituzioni scolastiche statali ed istituzioni scolastiche paritarie private e degli enti locali», il fatto che il donante deve versare le somme sul conto del Ministero dell’Istruzione «frena di fatto coloro che intendono sostenere le scuole paritarie. Il DM 8/4/2016 pare (come sempre) dimenticarsi delle paritarie anche quando prevede l’obbligo della convenzione con gli enti locali per realizzare gli interventi edilizi finanziati con tali liberalità, ma gli enti locali sono proprietari solo degli immobili che ospitano le scuole statali. Se veramente si vuole che tutte le scuole del sistema nazionale di istruzione possano fruire dello School Bonus occorre modificare la norma che, con le procedure attualmente previste, di fatto preclude alle paritarie di accedere a tale importante incentivo».

Foto Sean Gallup /Getty Images

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