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Da Lampedusa al Pas de Calais, la rete dei sindaci contro i muri

I primi cittadini delle città del Mediterraneo si incontrano al Sabir Festival di Pozzallo per parlare di “Città di frontiera, Comunità locali e Società civili”. La rete dei sindaci solidali che riunisce soprattutto i territori di sbarco lanciata da Giusi Nicolini ha avuto l'adesione anche della sindaca di Barcellona Ada Colau e del primo cittadino di Grande-Synthe Damien Carême

di Antonietta Nembri

Si incontrano nel pomeriggio di venerdì 13 maggio a Pozzallo i sindaci solidali del Mediterraneo. La cornice il festival Sabir – promosso da Arci, Caritas, A Buon Diritto, Asgi, Carta di Roma e Acli e organizzato da Arci in collaborazione con il comune di Pozzallo e il patrocinio dell’Anci – evento che dopo l'esperienza di Lampedusa, quest’anno si sposta a Pozzallo (in provincia di Ragusa), luogo di approdo ma anche ponte culturale nel bacino mediterraneo.
Al confronto tra sindaci interverranno in primi cittadini di Pozzallo, Lampedusa, Ventimiglia, Grande Synthe, Brennero e Barcellona dal titolo “Città di frontiera, Comunità locali e Società civili”.

In Italia il primo cittadino di Grande Synthe (realtà nei pressi di Dunkerque nella regione Nord Pas de Calais), Damien Carême si è recato a Lampedusa con alcuni filmati che ha mostrato ai colleghi di Lampedusa (Giusi Nicolini), Ventimiglia (Enrico Ioculano), Lesbo (Spyros Galinos) e Barcellona (Ada Colau) – gli ultimi due collegati in videoconferenza – come sia riuscito a rendere dignitosa la vita nel campo dei rifugiati con la collaborazione di Msf (Vita ne aveva scritto qui).

Nella rete dei sindaci di frontiera che hanno siglato un patto di reciproca assistenza, che vuole essere la risposta di chi lavora nelle trincee della migrazione a un’Europa che alza confini, ci sono le città di Lampedusa, Pozzallo, Riace, Ventimiglia, Calais, Lesbo, Barcellona. Un patto che sarà rilanciato oggi pomeriggio dal festival Sabir che domenica 15 maggio si concluderà con una marcia per dire no ai muri e sì all’accoglienza (qui l’appello della Marcia).

La "rete" lanciata da Lampedusa conta già più adesioni di quel che si pensava. «Basta pensare che tra i firmatari del patto c'è anche Barcellona», dice Giusi Nicolini, sindaco di Lampedusa a La Repubblica. «Anche se in Spagna non stanno affrontando la nostra emergenza, hanno ugualmente deciso di stanziare un contributo di 300mila euro per le ong che lavorano da noi. E hanno dato la disponibilità a mandare esperti di ambiente a Lesbo per aiutare nello smaltimento della enorme quantità di rifiuti lasciati dalle centinaia di sbarchi degli ultimi mesi».

Il nome del festival che si è aperto giovedì 12 maggio: Sabir non è stato scelto a caso. Sabir, infatti, era un idioma parlato in tutti i porti del Mediterraneo dal Medioevo fino a tutto il XIX secolo. Uno strumento di comunicazione in cui confluivano parole di molte lingue del Mediterraneo e che consentiva ai marinai e ai mercanti dell’area di comunicare fra loro.

A organizzare l’incontro “Città di frontiera, Comunità locali e Società civili” invitando sindaci che da anni sono impegnati nella gestione dei migranti presenti, o che transitano, nei loro territori è stata la Commissione Diritti umani del Senato in collaborazione con il Comune di Pozzallo. Lo fanno in maniera propositiva, critica e costruttiva senza innalzare alcun tipo di barriera.
Interverranno: Luigi Ammatuna, sindaco di Pozzallo; Matteo Biffoni, sindaco di Prato – responsabile immigrazione Anci; Giusi Nicolini, sindaco di Lampedusa; Domenico Lucano, sindaco di Riace; Enrico Ioculano, sindaco di Ventimiglia; Damien Carême, sindaco di Grande Synthe (regione Nord Pas Calais).

In apertura foto di Bulent Kilic/Afp/Getty Images

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