Politica

Isee: grande preoccupazione per l’emendamento del Governo

Anffas non condivide nè nel merito nè nei contenuti l'emendamento presentato dal Governo lo scorso 3 maggio, di cui il comitato di monitoraggio dell'Isee non era informato, con buona pace del motto “nulla si di noi senza di noi”. Presto un incontro fra Anci e Fish

di Sara De Carli

La riforma del nuovo ISEE si infittisce e si complica, con novità non del tutto positive. Come abbiamo già scritto, a seguito delle sentenze del Consiglio di Stato del febbraio scorso (sentenze che hanno dichiarato illegittimo il computo delle provvidenze economiche a favore delle persone con disabilità all’interno dell’indicatore economico e la differenziazione delle franchigie tra minorenni e maggiorenni) il Governo nei giorni scorsi ha presentato un emendamento con l’intento di modificare l’attuale DPCM 159/2013.

L'emendamento però è per Anffas motivo di «grande preoccupazione». La prima perplessità riguarda il fatto che, «mentre il comitato di monitoraggio voluto proprio dal Governo come luogo di elaborazione di scelte partecipate da tutti gli attori coinvolti, a partire dal movimento associativo stava discutendo di come modificare l’Isee in seguito delle sentenze del Consiglio di Stato (il Comitato si è riunito il 21 aprile e il 4 maggio, proprio per discutere delle decisioni giudiziarie in materia di Isee), il Governo ha deciso invece di presentare un emendamento, all’interno di un testo di legge che affronta tutt’altri temi» (nel caso specifico la scuola). «Riunioni non solo tardive ma di fatto svuotate di ogni significato perché, lo stesso giorno (4 maggio), sul sito di Vita si leggeva questa notizia: “ISEE, bonus 18enni, sostegno: il Governo corre ai ripari”. Il Governo, infatti, nel corso della riunione del 3 maggio della Commissione Istruzione del Senato, e senza tenere in alcun conto quanto nel mentre si era discusso e stava per discutersi al comitato di monitoraggio con buona pace del motto “nulla si di noi senza di noi”, ha presentato un emendamento destinato, appunto, a modificare l’attuale DPCM 159/2013», scrive Anffas.

La seconda perplessità di Anffas riguarda i contenuti di tale emendamento. L’emendamento prevede infatti l’esclusione dal calcolo dell’Isee delle “classiche” provvidenze economiche (p.e. pensione di invalidità civile, indennità di accompagnamento, indennità di frequenza, ecc., come prescritto dalle citate sentenze) ma anche dei contributi per la vita indipendente e di ogni alta forma di sostegno economico connesso alla disabilità: l’emendamento quindi potrebbe apparire positivo. Ma c’è un “però”, mette in guardia Anffas: «ad una più attenta ed approfondita analisi si rileva che il suddetto emendamento a fronte dell’eliminazione dal calcolo delle suddette provvidenze prevede anche l’eliminazione del sistema delle franchigie, reintroducendo il previgente sistema di maggiorazione del parametro di equivalenza. Ciò andrà a determinare, quindi, l’impossibilità di selezionare con una certa equità le diverse condizioni di disabilità e non autosufficienza, con il concreto rischio di innalzare maggiormente l’Isr (Indicatore delle Situazione Reddituale) proprio per chi ha maggiori carichi assistenziali».

Il risultato? «Ad essere penalizzate da questo emendamento saranno proprio le persone con disabilità a più alta intensità di sostegni e basso patrimonio. Infatti eliminando il sistema delle franchigie e sostituendolo con la maggiorazione del parametro di equivalenza paradossalmente si vanno a premiare le situazione in cui ci sono maggiori risorse reddituali e patrimoniali e senza alcuna selettività tra i diversi gradi di gravità», spiega Anffas. In altre parole: «i ricchi sempre più ricchi ed i poveri sempre più poveri».

Ma che cosa succederà sino all’entrata in vigore della nuova norma? Quello che sta già accadendo da qualche settimana: le DSU emesse nel 2016 (illegittime, in base alle sentenze del Consiglio di Stato) rimarranno tali sino a quando la norma non entrerà in vigore, a meno che il cittadino utilizzi la procedura che INPS ha attivato (utilizzando il quadro FC 8), che consente al cittadino stesso di apportare le modifiche necessarie; le DSU che sono in corso di emissione manterranno il medesimo carattere di illegittimità, e quindi sarebbe preferibile attendere l’entrata in vigore delle nuove disposizioni in modo da usufruire delle condizioni più vantaggiose (sempre che lo siano).

In considerazione di tutto ciò e delle gravi ripercussioni che le scelte di Governo e Parlamento potrebbero avere sulla vita di milioni di persone e famiglie già in difficoltà, Anffas insieme alla Fish tutta, fa appello affinché si proceda a otto scelte:

  • escludere dal computo dell’Isr qualsiasi provvidenza assistenziale e non solo quelle relative alla disabilità;
  • prevedere l’applicazione dell’Isee ridotto anche ai minori con disabilità;
  • garantire forme di detrazione delle spese assistenziali anche agli incapienti;
  • garantire la detrazione delle quote di partecipazione alla spesa per servizi socio-sanitari e socio-assistenziali.
  • sanare in modo dirimente la definizione di prestazioni sociali agevolate cui si applichi l’Isee ridotto;
  • considerare la presenza di una disabilità plurima;
  • introdurre elementi che valorizzino il lavoro dei caregiver familiari e il relativo impoverimento dei nuclei di riferimento;
  • escludere dal computo dell’Isp i risparmi derivanti da provvidenze economiche non rilevanti ai fini Isee (per esempio: indennità di accompagno) spesso solo accantonati per garantire il “durante e dopo di noi” mentre la famiglia sostiene da sé tutte le spese necessarie alla vita del proprio congiunto con disabilità.

Per discutere di tutto ciò, si è finalmente concretizzata la possibilità di avere un confronto della Fish con Anci Nazionale, che sarà programmato nelle prossime settimane. Nei giorni scorsi Anci aveva invece espresso «apprezzamento per la scelta del Governo di intervenire con un provvedimento d’urgenza, come richiesto dall’Associazione, per recepire le sentenze del Tar Lazio confermate dal Consiglio di Stato e rivedere lo strumento dell’Isee per i nuclei familiari con disabili» e si augurava «che il provvedimento d’urgenza sia seguito da una seconda fase di rapida e complessiva revisione dello strumento, in chiave maggiormente selettiva ed equa».

Foto Luke Mac Gregor / Getty Images

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