Politica
Isee, bonus 18enni, sostegno: il Governo corre ai ripari
Ieri in Commissione Istruzione del Senato il Governo ha presentato alcuni emendamenti per risolvere discriminazioni e fondamentali questioni aperte. Mille euro per ogni alunno disabile che frequenta le scuole paritarie, via i trattamenti per la disabilità dal reddito Isee (ma cambiano anche le franchigie) e bonus diciottenni anche per i cittadini con permesso di soggiorno
Molte novità ieri in Commissione Istruzione del Senato, durante l’esame della Conversione in legge del decreto-legge 29 marzo 2016, n. 42, recante disposizioni urgenti in materia di funzionalità del sistema scolastico e della ricerca. Il Governo ha presentato sei emendamenti, in due casi utilizzando la conversione del decreto legge per mettere due toppe importanti ad altri temi caldi che non c’entrano con la scuola: Isee e bonus diciottenni. Entro oggi 4 maggio, alle ore 10, è fissato il termine per la presentazione di subemendamenti alle proposte emendative del Governo e della relatrice.
Scuola
Il Governo ha presentato un emendamento che stanzia un contributo fino a 12,2 milioni di euro annui a decorrere dal 2017, equivalenti a circa 1.000 euro per ciascun alunno con disabilità frequentante le scuole paritarie (alla copertura di tale onere si provvede attraverso il fondo per la "Buona scuola", di cui alla legge n. 107 del 2015), immediatamente salutato con favore da Ages, CdO Opere Educative, Fidae e Fism. «Da oggi i 12mila ragazzi disabili che frequentano una scuola paritaria iniziano ad avere una risposta dallo Stato», ha detto il sottosegretario Gabriele Toccafondi: «Per noi la scuola è tutta pubblica e i ragazzi tutti uguali: nell'ultimo decennio gli alunni con disabilità iscritti alle scuole paritarie sono aumentati del 60% a fronte di una diminuzione delle iscrizioni, questo dato ha ulteriormente messo in difficoltà realtà scolastiche paritarie e famiglie». L’emendamento – ha affermato in Commissione il sottosegretario Angela D’Onghia, consente di «rimediare all'impedimento registratosi di fatto alla libera scelta da parte delle famiglie con figli disabili rispetto alla tipologia di istituto scolastico cui iscrivere i propri figli». Sulla scuola c’è anche un emendamento che autorizzata la spesa di 8 milioni di euro nell'anno 2016 e 8 nel 2017 per incrementare i compensi in favore dei componenti delle commissioni di esame del concorso per i docenti: «vengono di fatto raddoppiati i compensi per tutti i commissari», ha detto D’Onghia.
Bonus diciottenni
Un emendamento elimina la discriminazione verso i diciottenni con cittadinanza non italiana, che attualmente non godono del bonus di 500 euro introdotto con la legge di Stabilità. Essa prevedeva una card da 500 euro per «tutti i cittadini italiani o di altri Paesi membri dell'Unione europea residenti nel territorio nazionale, i quali compiono diciotto anni di età nell'anno 2016», da utilizzare per rappresentazioni teatrali e cinematografiche, l'acquisto di libri, l'ingresso a musei, mostre ed eventi culturali, monumenti, gallerie, aree archeologiche, parchi naturali e spettacoli dal vivo. Ora quell’articolo viene modificato: per avere la card da 500 euro è i 18enni devono essere «in possesso, ove previsto, di permesso di soggiorno in corso di validità».
Isee
L’emendamento 2.0.400 è quello relativo al calcolo dell'indicatore della situazione economia equivalente (ISEE) del nucleo familiare che ha tra i suoi componenti persone con disabilità. La proposta emendativa è necessaria – ovviamente – per conformarsi alle sentenze dei giudici amministrativi secondo cui non possono essere incluse nella nozione di reddito disponibile talune prestazioni in favore delle persone con disabilità. «Per far ciò – prosegue il Sottosegretario D’Onghia – occorre tuttavia ridisegnare la disciplina delle franchigie e detrazioni». Ecco come cambierebbe l’Isee:
a) sono esclusi dal reddito disponibile di cui all'articolo 5 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, i trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari, comprese le carte di debito, a qualunque titolo percepiti da amministrazioni pubbliche in ragione della condizione di disabilità, laddove non rientranti nel reddito complessivo ai fini IRPEF;
b) in luogo di quanto previsto dall'articolo 4, comma 4, lettere b), c) e d), del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 159 del 2013, è applicata la maggiorazione dello 0,5 al parametro della scala di equivalenza di cui all'allegato I del predetto decreto n. 159 del 2013 per ogni componente con disabilità media, grave o non autosufficiente.
I trattamenti di cui al comma 1, lettera a), percepiti per ragioni diverse dalla condizione di disabilità, restano inclusi nel reddito disponibile di cui all'articolo 5 del decreto-legge n. 201 del 2011.
Gli enti che disciplinano l'erogazione delle prestazioni sociali agevolate emanano entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto gli atti anche normativi necessari all'erogazione delle nuove prestazioni in conformità con le disposizioni del presente decreto, nel rispetto degli equilibri di bilancio programmati, salve, fino a tale data, le prestazioni sociali agevolate in corso di erogazione sulla base delle disposizioni previgenti. L'efficacia delle disposizioni di cui ai commi i e 2 cessa a far data dal quarantacinquesimo giorno successivo alla pubblicazione delle disposizioni di approvazione del nuovo modello di dichiarazione sostitutiva unica concernente le informazioni necessarie per la determinazione dell'ISEE, attuative delle modifiche al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 5 dicembre 2013, n. 159, di cui al medesimo comma 1.
Dall'attuazione del presente articolo, per gli effetti stimati sul numero dei beneficiari delle prestazioni che costituiscono diritti soggettivi, deriva un maggior onere per il bilancio dello Stato per complessivi 1 milione di euro annui, a cui si provvede mediante corrispondente riduzione della dotazione del Fondo nazionale per le politiche sociali, di cui all'articolo 20, comma 8, della legge 8 novembre 2000, n. 328.
Foto GUILLERMO LEGARIA/AFP/Getty Images
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.