Cultura

Fedez, addio Siae. «Mi gioco il culo» con Soundreef

Il pop rapper ha deciso di abbandonare il monopolista pubblico a favore di una start up che si occupa di copyright musicale

di Lorenzo Maria Alvaro

«Mi sto giocando il culo insieme a loro». Una frase forte per un annuncio pesante. Fedez lascia la Siae e si affida a Soundreef per la raccolta dei suoi diritti d'autore. "Non voglio demonizzare la Siae ma sono qui per parlare delle alternative» dice il rapper in conferenza stampa a Milano. Il cantante spiega che «Soundreef è una realtà fresca e giovane che punta sul merito e sulla trasparenza per questo l'ho scelta».

L'ad di Soundreef, Davide D'Atri, parla di una decisione coraggiosa da parte di Fedez. «In pochi pensavano che avremmo sfidato i grandi monopoli – afferma – Autori ed editori fino ad oggi sono stati avvolti da una grande nuvola nera che ha impedito loro di sapere dove la loro musica venisse suonata o come venissero effettuati i pagamenti».

D'Atri spiega che servono rendicontazioni entro sette giorni e sempre tracciabili. «Fedez – aggiunge – si è iscritto a Soundreef per tutte le sue opere, passate, presenti e future. E' la nostra prima star e speriamo che altri lo seguano».

Il primo brano ufficialmente presentato dopo l'ingresso del rapper in Soundreef sarà “Vorrei ma non posto”. L'inedito in collaborazione con J-Ax sarà presentato il 9 maggio per anticipare l'album della coppia di cantautori rap, in uscita prossimamente per Sony Music.



«Ci sono delle problematiche in SIAE che è difficile non tenere in considerazione – ha detto Fedez – ho letto ad esempio un articolo sul Corriere della Sera nel quale si parlava di come quattro dipendenti su dieci siano legati da parentele politiche e clientelari. Saranno state le vecchie gestioni, certo, ma resta il fatto che l’organico attuale è ancora quello. Filippo Sugar (il figlio di Caterina Caselli e presidente della casa discografica Sugar Music) è probabilmente il miglior presidente che la Siae potrebbe avere. Detto questo, trovo che il suo essere presidente della Siae e allo stesso tempo un grande editore strida un po’. In questo paese si sceglie sempre la soluzione del ‘meno peggio'. Siae poi, che non ha scopo di lucro, ha investito in immobili per 200 milioni di euro, e mi chiedo se tutti gli associati ne siano a conoscenza e che tipo di utilizzo possano farne. Perché io sto cercando casa, e vorrei magari abitare in uno degli immobili Siae»

A stretto giro arriva una nota della Siae. «Abbiamo saputo e preso atto della scelta di Fedez e certamente ci dispiace perdere uno dei nostri 80.000 associati – si legge – Continuiamo a stimare ed apprezzare Fedez come autore e come artista e tuttavia riteniamo che talune sue dichiarazioni siano frutto di una non corretta informazione».

«Dal canto nostro – spiega la Siae – siamo invece contenti di annunciare che dal 1 gennaio 2015 a fine marzo 2016 circa 6.000 nuovi autori under 31 si sono iscritti a Siae. Un boom di adesioni che ci inorgoglisce e ci conferma che gli sforzi che la Società sta facendo per migliorare i servizi per i propri associati – digitalizzando l’offerta, pubblicando online bilancio e relazione di trasparenza, azzerando la quota d’iscrizione per giovani e start up editoriali e abbassando la nostra provvigione, che oggi in media è sotto al 16% – stanno andando nella giusta direzione».

La Siae «tutela in tutto 45 milioni di opere in virtù di 270 accordi di rappresentanza con società di collecting estere. Realizziamo circa 1,2 milioni di licenze all’anno e serviamo oltre 500mila utilizzatori sul territorio, senza gravare in alcun modo sulle casse dello Stato e senza dover fare utili nell’intermediazione del diritto d’autore».

«Questi dati – conclude la Siae – dimostrano che abbiamo un peso e una massa critica che ci consentono di tutelare al meglio gli interessi dei nostri associati, anche nei tavoli di negoziazione con grandi player internazionali. Faremo sempre meglio per continuare a guadagnarci la fiducia dei nostri iscritti».

La decisione di Fedez riapre il dibattito sul monopolio Siae del diritto d'autore in Italia. Il 10 aprile scorso doveva essere recepita la direttiva europea Barnier che prevede l'apertura del mercato della raccolta e gestione del diritto d'autore anche ai privati. In segno di protesta Soundreef e più di 300 fra imprenditori e musicisti hanno consegnato una lettera al premier Matteo Renzi per chiedere la liberalizzazione e la fine del monopolio Siae.

«La scelta di Fedez di lasciare la Siae per la raccolta dei suoi diritti d’autore ha il merito di accendere i riflettori sul dibattito del monopolio della Siae in Italia – affermano i deputati del M5S della commissione Politiche Ue – Una questione sollevata da tempo dal M5S fino a qualche giorno fa in Aula alla Camera, in occasione del voto della legge di delegazione europea, con la presentazione di un proprio emendamento che chiedeva di recepire la direttiva Ue Barnier, che prevede appunto l'apertura del mercato della raccolta e gestione del diritto d'autore anche ai privati».

«La proposta del M5S è stata bocciata dal governo e dalla sua maggioranza – aggiunge Sergio Battelli, capogruppo del M5S in Commissione – ma noi andremo avanti con una nostra proposta di legge che rompe il monopolio della Siae, un’anomalia comune in Europa solo alla Repubblica Ceca che in Italia dura ormai da 75 anni per una legge del 1941, e regolamenta il mercato permettendo ad artisti e imprenditori di avere libertà di scelta nel nostro Paese. Un modo per far circolare gli introiti del settore in Italia, dove attualmente sono vietate soluzioni alternative alla Siae per chi, come Fedez, per trovarle deve rivolgersi ad imprenditori italiani costretti a fuggire all’estero. Tra il ventaglio delle possibilità proposte dal M5S, anche l’utilizzo di licenze creative commons».

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.