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Anzaldi (Pd): “Rai allo sbando, il nuovo piano industriale è un contenitore vuoto”
"Basta assunzioni esterne, i vertici Rai vengano subito in Commissione di Vigilanza". Queste le parole di Michele Anzaldi, dinanzi all'ennesima beffa "made in corso Mazzini". Anzaldi spiega con i numeri perché si viola il regolamento: hanno assunto 21 dirigenti esterni ma non dovevano superare i 13. Anche Merlo
di Marco Dotti
Manca ancora il contratto di servizio, ma la Rai continua a fare discutere. Dinanzia a una crisi di ascolti e di incassi, mentre il caso-canone continua a fare discutere, alla Rai decidono la solita cooptazione esterna. Dopo Giannini è il turno di Francesco Merlo, giornalista di Repubblica.
«Il piano industriale approvato all'unanimità è un contenitore vuoto. Non c’è la svolta che il Paese si aspetta, non c'è un progetto chiaro, dettagliato. Sono otto mesi che a viale Mazzini tutto è immobile. Una tv pubblica così allo sbando non si era mai vista e non credo che possa bastare la nuova squadra di Verdelli a fare il miracolo».
Michele Anzaldi, renziano e membro della Vigilanza ttacca ancora i vertici di viale Mazzini e, partendo dal Cda di ieri notte, si scaglia contro l'ultima decisione: Francesco Merlo, giornalista di Repubblica e Pino Corrias attuale capostruttura Rai fiction al fianco di Carlo Verdelli.
«Il continuo ricorso a professionisti esterni non mi convince. Non c'è solo Merlo. C'è anche Antonelli dall’Ansa. E a questo punto i dirigenti esterni assunti dai nuovi vertici fino ad oggi sarebbero 21, ma il regolamento impone che non superino il 5 per cento dei dirigenti interni, che sono 267. Quindi la Rai non dovrebbe avere più di 13-14 dirigenti esterni. Ora vogliamo subito i vertici dell'azienda in Vigilanza per avere immediate risposte anche su questo».
Ma Anzaldi non si ferma e critica duramente il nuovo piano industriale. «Non c’è nulla di concreto, solo di linee guida vuote, generiche. E solo di anticipazioni che fanno venire i brividi. Vogliono ridurre l’informazione, tagliare le edizioni dei tg e lasciare l’organico inalterato. Mille e seicento giornalisti e cento direttori… È assurdo, solo assurdo soprattutto se penso che gli italiani non pagano 2 miliardi di canone per l'intrattenimento; pretendono qualità».
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