Non profit
Rai: dal 1 maggio basta pubblicità su Rai YoYo
Il direttore generale della Rai, Antonio Campo dall'Orto, annuncia la svolta: necessario tutelare i bambini e il loro immaginario. I minori non sono "consumatori", ma cittadini del presente e del futuro.
di Marco Dotti
Qualcuno ricorda quando sul canale digitale per ragazzi della Rai passavano le pubblicità del Gratta&Vinci. Era il 2012 e il presidente di Aiart, Luca Borgomeo, parlò allora di "indecenza". Tanto più che il Gratta&Vinci era ed è gestito in concessione statale da Lottomatica/GTech, società del Gruppo De Agostini, gruppo che a sua volta possiede canali per ragazzi sul digitale terrestre, oltre a occupare una buona fetta del tradizionale mercato dell'editoria scolastica. "Dall’emittenza pubblica ci aspettiamo uno scatto di dignità a tutela dei più piccoli e delle loro famiglie”, tuonò Borgomeo. Tre anni fa, partendo da questo episodio, iniziò un dibattito dentro e fuori la Rai, dibattito che oggi arriva a un primo passaggio di maturazione.
Oggi arriva una decisione a suo modo rivoluzionaria in Rai. La annuncia il direttore generale Antonio Campo dall'Orto: dal 1 maggio, basta pubblicità di ogni ordine e grado sul canale per ragazzi. Si tratta di tutelare l'immaginario dei più piccoli, evitando l'odioso e pericoloso corto circuito fra cartoni animati e vendita di prodotti che spesso usano figure e personaggi cari ai più piccoli per trasformarli in consumatori capricciosi. L'effetto piagnisteo o nag factor è d'altronde ben conosciuto e sfruttato dal marketing dell'infanzia. I bambini "non distinguono fra messaggio pubblicitario e messaggio editoriale, togliere la pubblicità da Rai YoYo", spiega Campo dall'Orto, "significa contribuire a una crescita serena del loro immaginario".
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