Welfare

Un urlo, un robot per giocare e un orto: tre sfide all’autismo

Moltissime le iniziative in vista della IX Giornata mondiale della Consapevolezza sull'Autismo, accompagnata anche quest'anno da diverse polemiche tra cui quella sullo spot della Rai e sul film sul nesso fra autismo e vaccini che De Niro aveva annunciato e poi ritirato dal suo TriBeCa Film Festival. Noi ne abbiamo scelte tre.

di Sara De Carli

In principio fu l’ice bucket challenge, che nell’estate 2014 invase il web con la sfida dei secchi d’acqua gelata a sostegno della Sla. Di sfide via social da lì in poi ne abbiamo viste parecchie, fino ad arrivare oggi all’urlo per sfidare l’autismo e raccogliere fondi a sostegno della FIA – Fondazione Italiana Autismo (sms al 45507 fino al 2 aprile, Giornata mondiale della Consapevolezza sull'Autismo), per realizzare progetti rivolti all'istruzione, alla formazione degli operatori della scuola, della sanità e dei servizi sociali ed alla ricerca, sia nel campo biomedico che in quello pedagogico. Sono sei in particolare le aree di operatività individuate per i progetti da sostenere (qui spiegati nel dettaglio): l’assistenza alle famiglie dei soggetti autistici (come il Telefono blu), i progetti di ricerca per la diagnosi precoce, la prevalenza dei disturbi psichiatrici associati all’autismo, il registro pilota di patologie legate all’autismo, un centro studi sull’autismo.

L’urlo di #sfidAutismo ricalca lo stereotipo del ragazzino autistico, con le mani sulle orecchie e il suo essere isolato dal mondo, per sfidare tanto la malattia quanto (si spera) lo stereotipo. È però anche l’urlo che esprime emozioni e che rompe l’indifferenza. Hanno già urlato, dai loro profili, il sottosegretario Davide Faraone e sua figlia Sara, Gianni Morandi, Claudio Baglioni, don Andrea Bonsignori, rettore della Scuola Cottolengo (bravissimo), diverse sue classi e i ragazzi del Servizio Civile Nazionale lì impegnati, mentre la testimonial della campagna è Eleonora Daniele, che ha conosciuto l'autismo attraverso suo fratello. In occasione della Giornata mondiale della Consapevolezza sull'Autismo è stato realizzato anche il documentario Come ti chiami? 7 storie sull’autismo prodotto dalla Rai e realizzato da Francesca Pinto con l’obiettivo che andrà in onda domenica 3 aprile nel corso dello Speciale Tg1.

Domani invece, a Milano, l’Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano, insieme a l’abilità Onlus e l’Istituto Superiore Sant’Anna di Pisa presenterà RODDI, il gioco robot per i bambini con autismo (Palazzo Marino, Milano, ore 9). RODDI è un acronimo per New Robotic Platform for Rehabilitation of Children with Pervasive Developmental Disorders and Cognitive Impairments) ed è una speciale piattaforma robotica di gioco progettata con l’obiettivo di facilitare e stimolare la relazione tra bambino con disturbi dello spettro autistico, gioco e educatore. Si tratta di uno studio triennale. Matilde Leonardi anticipa che «RODDI ha permesso di raggiungere, con bambini con autismo e ritardo cognitivo moderato/grave, obiettivi utili per la gestione e la continuità di un programma abilitativo/ riabilitativo: aggancio del bambino e motivazione al gioco proposto; miglioramento dell’attenzione sostenuta sul compito; incremento del livello di interazione tra il bambino e la piattaforma che ha facilitato, durante la sessione di gioco, la diminuzione di comportamenti stereotipati».

C’è un però: «è emerso che nel gioco con la piattaforma robotica i bambini producono un numero significativamente minore di enunciati e di sguardi rivolti all’educatrice. Inoltre anche le educatrici tendono a parlare di meno ai bambini. I risultati del nostro studio indirizzano quindi verso la possibilità di porre in dubbio l’effettivo vantaggio dell’uso della tecnologia per stimolare un aspetto fondamentale nella riabilitazione del bambino con autismo: la relazione. RODDI quindi apre a un uso della tecnologia che supporti ma non sostituisca mai la relazione».

A Roma infine verrà inaugurato dopo un anno di lavoro l’orto condiviso del progetto "Autistici e Giardinieri". Si tratta di un orto di 1.000 mq all’interno del Campus di viale Romania dell’Università LUISS: ci lavoreranno trenta adulti e adolescenti autistici, con il supporto di uno staff scientifico del Community Gardening della LUISS, studenti e insegnanti. Il progetto “Autistici e Giardinieri” nasce da un’idea di Gianluca Nicoletti, papà di Tommy e fondatore della onlus Insettopia ed è sviluppato con il patrocinio del MIUR e in collaborazione la LUISS. «Questo progetto ci fa compiere un primo ma fondamentale passo per far uscire le famiglie dal loro isolamento spingendole a cominciare a pensare a gestire l’autismo con orgoglio e determinazione. Una nuova idea dinamica di organizzazione che possa più assomigliare alla creazione di una startup che all’attesa che qualcuno si occupi con spirito compassionevole del proprio problema», dice Nicoletti. La LUISS promuove la consapevolezza sull’autismo anche con il progetto del docufilm #Tommyegliatrifilm curato dallo stesso Nicoletti, che sta girando per l’Italia per raccogliere le storie di vita di tanti ragazzi e adulti e di cui il 2 aprile sarà proiettato in anteprima il backstage della prima settimana di riprese.

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