Politica

Educatori, la Camera approva l’obbligo della laurea

Nessuno si potrà più improvvisare educatore: d'ora in poi servirà una laurea. La Commissione Cultura della Camera approva la legge: alla fine cambiano nome tutti e avremo l’educatore professionale socio-pedagogico (laureato in Scienze dell’educazione) e l’educatore professionale socio-sanitario (laureato nella classe sanitaria 2). Ciascuno avrà un ambito specifico di lavoro.

di Sara De Carli

La Commissione Cultura della Camera ha dato il via libera alla legge che disciplina la professione dell’educatore e del pedagogista. La proposta di legge è il risultato di un lavoro condiviso, tanto che è stato possibile approvare la legge già in Commissione. La quadra è stata trovata negli ultimi giorni, con il ritiro da parte della senatrice Paola Binetti dei suoi emendamenti dopo gli emendamenti presentati dalla relatrice Milena Santerini al testo base (qui le modifiche approvate): alla fine cambiano nome tutti, aggiungendo alla qualifica di educatore professionale un aggettivo che precisa l’ambito di formazione. Avremo quindi l’educatore professionale socio-pedagogico (laureato nella classe 19, presso Scienze dell’educazione) e l’educatore professionale socio-sanitario, laureato nella classe sanitaria 2.

«Dopo tanti anni il ruolo importantissimo degli educatori viene riconosciuto e qualificato. Avremo due figure, entrambi professionisti, formati con un titolo universitario: non ci si potrà più improvvisare educatori», spiega Milena Santerini, relatrice della legge in Commissione. Le due figure saranno entrambe presenti nei servizi alla persona nell’ambito socio-sanitario (l'educatore socio-pedagogico limitatamente ai compiti educativi), mentre l’educatore socio-pedagogico lavorerà in esclusiva nel sociale e quello sociosanitario in esclusiva in ambito sanitario.
«Viene mantenuta da un lato la specificità del ruolo dell’educatore in campo sanitario, dall’altro viene riconosciuta la funzione sociale dell’educatore che opera nei servizi come nidi, comunità di accoglienza, centri per adulti, ambiti culturali e sportivi e ovunque c’è bisogno di una relazione educativa seria e qualificata. Siamo contenti di aver chiuso alla Camera l’approvazione del testo e chiederemo altrettanto impegno al Senato», continua Santerini.

Grande soddisfazione anche dell’onorevole Vanna Iori, che ha firmato una delle due proposte di legge da cui è nata la legge attuale. «Finalmente le persone che lavorano in ambito educativo potranno vedere riconosciuta la loro professionalità. Non ci si può improvvisare nel ruolo di educatori perché la scarsa preparazione può produrre comportamenti e atteggiamenti deleteri in tutti gli ambiti sociali, educativi e sanitari dove è invece necessario un alto profilo professionale, oltre a capacità di ascolto e relazione». L’obbligatorietà della laurea per accedere alle professioni educative è quindi più vicina, manca ora il passaggio in Senato. Con un pensiero dell’onorevole Iori all’anomalia tutta italiana del doppio percorso per lo stesso titolo: «poiché in Italia oggi, oltre a Scienze dell’educazione, anche le facoltà di Medicina laureano educatori professionali (anomalia tra i paesi europei), invitiamo le università a favorire l’istituzione di corsi interfacoltà tra Medicina e Scienze della formazione per avvicinare i due profili professionali e, in prospettiva, auspicabilmente giungere a un unico profilo».

Foto Pexels

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