Economia

Svolta etica per Starbucks: donerà il cibo invenduto ai poveri

Il gigante della ristorazione vara nuove procedure che consentiranno ai gestori dei locali di consegnare cibi prossimi alla scadenza alle food bank degli Usa. Un progetto quinquennale che permetterà di far arrivare agli indigenti 50 milioni di pasti

di Gabriella Meroni

Svolta etica per Starbucks: il gigante della ristorazione ha deciso di intraprendere la strada della donazione delle eccedenze alimentari, varando nuove procedure che consentieranno ai gestori dei locali di consegnare cibi prossimi alla scadenza alle food bank degli Usa.

Lo ha annunciato la stessa multinazionale in un comunicato, in cui cita le stime secondo le quali 15 milioni di bambini americani vivono in famiglie che non dispongono di cibo nutriente e adeguato in quantità sufficiente, mentre i cittadini che lottano contro la malnutrizione sono quasi 50 milioni, secondo il Dipartimento statunitense dell'Agricoltura. Il programma lanciato lo scorso 22 marzo si chiama FoodShare, e consentirà di donare cibi pronti per il consumo alle banche alimentari in 7.600 punti vendita operati negli Stati Uniti.

Inizialmente, il progetto verrà realizzato attraverso una collaborazione già esistente con l'associazione Food Donation Connection e una nuova partnership con Feeding America. Per realizzare tutto ciò, Starbucks ha investito in test di ricerca e qualità per assicurarsi di donare in modo sicuro gli alimenti freschi, anche perché la legislazione americana in tal senso è piuttosto rigida. Se tutto andrà bene, comunque, Starbucks FoodShare sarà in grado di fornire quasi 5 milioni di pasti nel solo primo anno di attività, mentre l'azienda – che ha già programmato l'iniziativa per i prossimi cinque anni – prevede di "salvare" il 100 per cento delle eccedenze alimentari, donando quasi 50 milioni di pasti entro il 2021.

La principale novità del nuovo programma – hanno spiegato i vertici dell'azienda – riguarda la donazione di cibi freschi. Gli alimenti quali pane e dolci, infatti, venivano già in parte distribuiti agli indigenti grazie a un accordo stretto nel 2010 tra Starbucks e Food Donation Connection. La nuova alleanza con Feeding America – il più grande network nazionale non profit che raccoglie e ridistribuisce cibo ai poveri – ha permesso di includere nelle donazioni anche i cibi freschi, che verranno prelevati dai negozi con i furgoni refrigerati messi a disposizione dall'organizzazione di solidarietà. «Ci complimentiamo con Starbucks per il suo impegno nella lotta contro la fame», ha detto Diana Aviv, CEO di Feeding America. «Il loro programma avrà un enorme impatto nella comunità, ed è anche una testimonianza di come si possa lavorare insieme per aiutare un sempre maggior numero di individui e famiglie a raggiungere la sicurezza alimentare».

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.