Economia
L’impatto sociale del Ttip? È positivo
Mentre è ancora in corso il 12esimo round di negoziati tra Stati Uniti e Ue sul Transatlantic Trade and Investment Partnership, l’Università di Berna ha elaborato un nuovo report per dimostrare la convenienza del trattato per l’Europa
Mentre è ancora in corso il 12esimo round di negoziati tra Stati Uniti e Ue sul Transatlantic Trade and Investment Partnership (Ttip), per costituire un’ampia zona di libero scambio tra le due sponde dell'Atlantico, il World Trade Institute (WTI) dell’Università di Berna, ha elaborato un nuovo report, TTIP and the Memebr States per dimostrare che la Ttip all’Europa conviene.
Se ne parla dal 2014. L’accordo commerciale che Unione Europea e Stati Uniti stanno negoziando in gran segreto continua ad alimentare polemiche, sospetti, preoccupazioni, su questioni come la protezione dei consumatori, il commercio con organismi geneticamente modificati, le norme ambientali, e il meccanismo per la risoluzione delle controversie tra investitore e Stato. Una clausola che renderebbe molto più semplice per le multinazionali citare in giudizio gli Stati.
In pratica, lo studio Commissionato dalla Camera di Commercio americana a Bruxelles (AmChamEu), fornisce un’analisi dettagliata delle relazioni economiche tra singoli Stati membri dell'UE e Stati Uniti. Il rapporto ha elencato i benefici che ogni Paese UE potrebbe godere se la Ttip dovesse essere realizzata al massimo del suo potenziale. Secondo il centro studi dell’università svizzera, il negoziato è sostanzialmente un “gioco di scambio”. Le economie degli Stati membri che otterranno maggiori vantaggi, soprattutto in termini di incremento di export e di Pil, sono i Paesi Ue più integrati economicamente con gli USA. Ma come qualcuno ha fatto notare, in questo modo l’accordo potrebbe avvantaggiare alcuni paesi, a scapito di altri. Ad esempio, l'Austria, che con gli USA ha rapporto consolidato da tempo, guadagnerebbe dall’implementazione dell’accordo sia in termini di incremento delle esportazioni e della produzione. Dalla simulazione è emerso altresì che saranno i Paesi UE più colpiti dalla crisi economica a sperimentare un aumento del reddito anche dello 0,5%, come nel caso dell’Italia.
In questo “gioco”, Malta è l'unico perdente. Secondo lo studio, da un’ipotetica applicazione della Ttip tra il 2017 e i1 2013, Malta potrebbe addirittura subire una riduzione del Prodotto Interno Loro fino allo 0,3%. Il motivo? Per sua sfortuna, l’isola del Mediterraneo si trova lungo la rotta commerciale Europa Cina occidentale e quindi commercia di più con il paese asiatico e il Canada di quanto non faccia con gli Stati Uniti.
Tuttavia, il punto centrale rimane la proposta della Cooperazione regolatoria., un meccanismo al quale sono imputati la maggior parte dei benefici economici derivanti dall'accordo. A gennaio 2016 il Corporate Europe Observatory (CEO) ha rilasciato un rapporto dal titolo Dangerous Regulatory Duet, dove spiega che l'introduzione del mutuo riconoscimento degli standard permetterebbe ai due partners di trovare mediazioni su temi caldi, come la regolamentazione delle banche o delle sostanze chimiche “Una concreta via di fuga dal controllo pubblico”, dice il rapporto.
Di diverso parere i ricercatori del Wti, secondo i quali l'ostacolo maggiore al commercio e agli investimenti è oggi rappresentato dalle diverse norme regolatori presenti nei vari paesi. “Una maggiore compatibilità della regolamentazione tra UE e USA ridurrà i costi degli scambi tra le due sponde dell’Atlantico. Ciò significa che le imprese saranno in grado di raggiungere nuovi clienti e di sviluppare la loro attività, il che produrrà crescita, nuovi posti di lavoro e farà salire il livello dei salari. afferma il rapporto. Anzi è addirittura probabile che i consumatori avranno maggiori garanzie nell'acquisto di prodotti sicuri e conformi alla legge.
Per quanto riguarda l'impatto sociale e occupazionale, lo studio si affretta a smentire chi pensa che la rimozione delle barriere non tariffarie, vale a dire quell’insieme di norme, regole e standard che riguardano settori di interesse pubblico, possa mettere a rischio i diritti dei lavoratori, la protezione sociale e ambientale. Insomma gli analisti scartano l’ipotesi di una “corsa al ribasso” (race to the bottom) dei livelli di protezione o di sicurezza. Questo perché, si legge nel rapporto, l’obiettivo del TTIP non è quello di interferire su questioni, come ad esempio diritti dei lavoratori, sussidi di disoccupazione, indennità di disoccupazione, di esclusiva competenza dei sistemi giuridici e legislativi degli Stati membri dell'UE. “In pratica la cooperazione normativa riguarderà beni e servizi oggetto di scambi tra l'UE e gli Stati Uniti”, assicurano i ricercatori svizzeri.
Una spiegazione che però non convince la società civile che sottolinea ancora una volta come queste procedure così innocentemente presentate, potrebbero trasformarsi in una minaccia per la democrazia. Un gruppo tecnocrati potrebbe decidere se le norme approvate dai singoli Stati sono accettabili o se ledono gli interessi delle multinazionali. Secondo il Corporate Europe Observatory, “ciò darebbe ai gruppi lobbistici dei colossi dell’economia una grande opportunità per influenzare i risultati del processo decisionale, anche senza alcun controllo e legittimazione da parte dei cittadini.
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