Famiglia

A Roma via libera alla prima “stepchild adoption incrociata”

Il Tribunale dei Minori di Roma ha autorizzato l'adozione di due bambine da parte della compagna della madre. La novità è che ciascuna delle due donne era contemporaneamente madre biologica di una bambina e chiedeva l’adozione dell’altra, di cui era, per dirla con le parole dell’avvocato, “madre sociale”. Le bambine avranno lo stesso cognome ma non saranno sorelle

di Redazione

Il legislatore ha rinviato la questione, ma i casi continuano ad esistere e la giurisprudenza continua a dare risposte, per via interpretativa.

Così nei giorni scorsi c’è stata un’altra “prima volta”: il Tribunale per i minorenni di Roma ha riconosciuto la prima stepchild adoption “incrociata”, riconoscendo a due donne la possibilità di adottare la figlia biologica dell’altra. I due ricorsi erano stati proposti dall’avvocata Francesca Quarato, socia di Rete Lenford e componente del gruppo legale di Famiglie Arcobaleno, associazioni che hanno dato la notizia. Tecnicamente si tratta ancora una volta di due adozioni “in casi particolari” a favore di due minori con due mamme, attraverso l’art. 44 lett. d) della legge sulle adozioni. Le bambine non acquisteranno la parentela con le famiglie delle adottanti e non saranno sorelle tra di loro. La novità è che ciascuna delle due donne era contemporaneamente madre biologica di una bambina e chiedeva l’adozione dell’altra, di cui era, per dirla con le parole dell’avvocato Quarato, “madre sociale”. «Viene valorizzato l’intreccio dei rapporti genitoriali e dei legami familiari biologici e sociali con un riconoscimento giuridico. Il Tribunale, in tal senso, ha stabilito che le bambine abbiano lo stesso cognome comune», spiega l’avvocata Francesca Quarato. «Il Tribunale per i minorenni di Roma ha avuto riguardo esclusivamente all’interesse delle minori a vedere riconosciuto e tutelato il rapporto genitoriale che ciascuna ha con la madre sociale, rapporto che dunque si affianca – senza sostituirlo – a quello con la madre biologica, arricchendo la sfera delle relazioni delle bambine».

Il comunicato congiunto di Rete Lenford e Famiglie Arcobaleno esprime soddisfazione per il risultato.

Foto G. Frey/Getty Images

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.