Famiglia

2015, l’anno delle culle vuote

Nel 2015 sono nati 488mila bambini, 15mila meno del 2014. È il minimo storico dall'Unità d'Italia. Centomila italiani se ne sono andati all'estero. E gli stranieri sono un quarto di quelli arrivati nel 2007. Morale della favola? In Italia siamo 139mila meno dell'anno scorso, un po’ come se sparissero Salerno o Rimini.

di Sara De Carli

Le previsioni ci avevano azzeccato, ma ora c’è anche l’ufficialità del dato Istat. Nel 2015 il numero di nuovi nati ha toccato in Italia il suo minimo storico, dall’Unità d’Italia in poi. Le nascite sono state 488 mila, 15 mila bambini in meno rispetto all’anno precedente, per un -2,9% di calo. Il 2015 è il quinto anno consecutivo di riduzione della fecondità, giunta ormai a 1,35 figli per donna: siamo tornati ai livelli del 2005 (1,34 figli per donna), annullando la piccola crescita che c’era stata negli anni2006-2010, quando eravamo arrivati a 1,46 figli per donna.

Complessivamente quindi al 1° gennaio 2016 la popolazione residente in Italia era di 60 milioni 656 mila: siamo 139 mila meno dell’anno scorso, un po’ come se sparisse una città di dimensioni analoghe a Salerno o Rimini. La popolazione di cittadinanza italiana scende a 55,6 milioni, con una perdita di 179 mila unità; gli stranieri sono 5 milioni 54 mila (8,3% della popolazione totale), circa 39 mila più dell’anno scorso.

Il saldo migratorio netto con l'estero è di 128 mila unità. Ci sono state cioè 273 mila iscrizioni alle anagrafe (di cui 245 mila di stranieri) e 145 mila cancellazioni (di cui 100mila di italiani): il saldo è un quarto di quello conseguito nel 2007, momento di massimo storico per i flussi migratori internazionali. Le nuove iscrizioni dall’estero riguardano 245 mila stranieri e 28 mila italiani che sono rientrati in patria mentre 45 mila stranieri e 100 mila italiani hanno lasciato l’Italia per l’estero.

Foto PHILIPPE HUGUEN/AFP/Getty Images

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