Welfare
Sostegno all’inclusione attiva? Impossibile fare un bilancio
La sperimentazione della misura su cui il Governo ha puntato per il suo piano nazionale, di fatto non si è ancora conclusa, anche perché a Roma, la maggiore delle città italiane non è ancora nemmeno partita. In assenza di numeri definitivi e di una valutazione reale dell'impatto che ha avuto diventa quindi difficile farsi un'idea sull'efficacia del SIA
di Redazione
Sia, ovvero Sostegno all’inclusione attiva. Nei piani del Governo dietro questa sigla si cela il cardine del Piano povertà licenziato dal consiglio dei ministro a fine gennaio. Ma cos’è il Sia? « Non solo sostegno economico alle famiglie beneficiarie, ma un progetto ben più ampio di inclusione sociale attiva: lavorativa per gli adulti, scolastica per i bambini, sociale e sanitaria per tutta la famiglia», questa la definizione che ne dà il ministero del Welfare. Non si tratta però di una novità assoluta. La scorsa estate infatti si è conclusa la sperimentazione in 11 delle 12 città italiane con oltre 250mila abitanti: Bari, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino, Venezia, Verona. Nella capitale la fase di testing del Sia partirà invece solo nelle prossime settimane «un ritardo che si deve anche alle conseguenze che lo scandalo di Mafia Capitale ha avuto sulla macchina amministrativa», spiega a Vita.it il direttore generale per l'inclusione e le politiche sociali del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Raffaele Tangorra. Ma quali risultati ha ottenuto la sperimentazione? Ad oggi gli unici dati sul tavolo sono quelli contenuti in un report (lo trovate qui ) datato primo settembre 2014.
Il report parla di «più di 6.500 nuclei familiari, corrispondenti a quasi 27.000 persone, in condizione di povertà che hanno percepito il Sia Il beneficio medio mensile attribuito a ciascuna famiglia è stato di 334 euro»
Il numero relativamente basso di domande raccolte combinato al numero relativamente alto di nuclei familiari non in possesso dei requisiti richiesti ha comportato che, nella prima fase della sperimentazione finora descritta, in diverse città le risorse disponibili non siano andate esaurite. La gran parte delle città ha «impegnato» tra la metà e i due terzi del totale delle risorse. «I numeri però sono destinati a salire con l’inclusione di Roma», interviene Tangorra. Secondo il funzionario del ministero infatti «le risorse impegnato dovrebbero arrivare a toccare quota 40 milioni (sui 50 stanziati, l’avanzo sarà dirottato sulla nuova misura nazionale varata dalla legge di Stabilità, ndr.) e 40mila beneficiari.
Al di là della fotografia numerica però non esistono stime qualitative sulla reale efficacia delle misura nel far uscire i nuclei coinvolti dalla condizione di povertà di partenza. «Abbiamo in programma nei prossimi mesi di interpellare le famiglie coinvolte in modo da avere un rimando da parte loro». Per ora quindi giudizio sospeso: in assenza di numeri definitivi e di una valutazione reale dell'impatto che ha avuto diventa difficile farsi un'idea sull'efficacia del SIA (in Italia, vale la pena ricordarlo, ad oggi la percentuale di persone che escono dai circuiti della povertà dopo i trasferimenti sociali, pensioni, escluse è pari al 5% contro una media Ue dell'8,9%).
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