Politica

“Dopo di noi”, il secondo miglio che dobbiamo fare

Una soglia di deducibilità IRPEF di 5.164,57 euro annui per ogni figlio disabile a beneficio del quale i genitori o altri parenti avessero acceso una polizza vita. Ecco come migliorare il testo approvato alla Camera per l'economista Marcello Esposito

di Marcello Esposito

Devo essere sincero. Quando ho letto delle proteste sul Dopo Di Noi da parte del M5S ho esultato. Non perché ce l’abbia con i pentastellati. Ma perché urlavano contro la lobby delle assicurazioni. Il che mi aveva indotto erroneamente a pensare che fosse passata una proposta che avevo avanzato (e a cui Vita aveva dato spazio e che aveva suscitato l’intereresse di alcune associazioni tra cui Anffas) di sostituire l’articolo 4-bis e l’articolo 5 della legge “Dopo di Noi” con un nuovo articolo che consente di equiparare al risparmio previdenziale le polizze vita che i familiari possono stipulare a favore dei figli disabili.

In estrema sintesi, la nostra proposta prevedeva una soglia di deducibilità IRPEF di 5.164,57 euro annui per ogni figlio disabile a beneficio del quale i genitori o altri parenti avessero acceso una polizza vita. Una polizza che non può essere riscattata, che è ad esclusivo beneficio del figlio e che, alla morte dei genitori, paga una rendita vitalizia al figlio disabile.

E invece la realtà è che in Italia, al posto di fare squadra e difendere insieme gli interessi dei più deboli, tendiamo a sollevare inutili cortine fumogene al solo scopo di denigrare le buone cose che gli altri stanno facendo. Il Dopo di Noi, anche così, rimane una pietra miliare. E lo è nel vero senso della parola, perché segna il primo miglio di un percorso che sarà ancora molto lungo.

Quale sarà il prossimo miglio? Noi speriamo che possa essere, come detto, l’equiparazione piena al risparmio previdenziale di tutte le forme di investimento che i genitori dedicano specificatamente al supporto reddituale dei propri figli disabili quando e se loro dovessero venire a mancare prima.

Un’ultima parola per gli amici pentastellati e per tutti coloro che inseguono forme di pauperismo fuori luogo. Non esistono discriminazioni di censo quando si hanno figli disabili. Siamo tutti nella stessa barca, ricchi e poveri. È ovvio che vanno apportati i giusti correttivi per tener conto di livelli reddituali diversi.
Ma ci sono situazioni nella vita dove lo Stato deve essere misericordioso, mostrare che è capace di umanità. È il caso del Dopo di Noi e della mia proposta. Ma, tanto per dimostrare che non si fanno sconti e non si guarda in faccia a nessuno, è anche il caso delle pensioni di reversibilità, dove qualcuno al Governo e dintorni paventa il ricorso alla prova dei mezzi per determinare se il superstite (coniuge o figli) abbia diritto all’assegno.

Riportiamo quindi a futura memoria quello che avrei voluto venisse approvato e speriamo che la relatrice Elena Carnevali e tutti coloro che hanno dato una mano all’approvazione del Dopo di Noi si ricordino che questo è il secondo miglio che dobbiamo percorrere. Ecco il testo.

Articolo 5

(Agevolazioni tributarie per le assicurazioni in favore di persone affette da disabilità)

1. All’articolo 15, comma 1, lettera f), del testo unico delle imposte sui redditi di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, dopo le parole: « o di invalidità permanente. » sono inserite le seguenti: « A decorrere dal periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2015, le assicurazioni aventi per oggetto il rischio di morte finalizzate alla tutela delle persone con disabilità grave accertata con le modalità di cui all’articolo 4 della legge 5 febbraio 1992, n. 104 sono soggette allo stesso regime tributario delle forme pensionistiche complementari di cui all’articolo 17 del Decreto Legislativo n 252 del 5 dicembre 2005 e successive modificazioni ».

2. I premi versati sono deducibili nella misura massima di euro 5.164,57 euro all’anno per ogni soggetto disabile beneficiario. Il valore massimo deducibile viene aggiornato in base a quanto definito per la previdenza complementari, come all’articolo 8 comma 4 del Decreto Legislativo n 252 del 5 dicembre 2005 e successive modificazioni.

3. La tassazione agevolata al momento della prestazione è pari al 9% sui contributi versati che hanno usufruito della deducibilità ed è nulla sui contributi in eccesso rispetto al tetto massimo.

4. Le agevolazioni di cui al presente articolo sono ammesse a condizione che il contratto assicurativo preveda una assicurazione caso morte a vita intera dove:

  1. il Beneficiario sia una persona con disabilità grave accertata secondo le modalità di cui all’articolo 4 della legge 5 febbraio 1992, n. 104;
  2. gli Assicurati siano i genitori del Beneficiario o la persona presso il cui nucleo familiare sia inserito il Beneficiario;
  3. la prestazione contrattualmente prevista sia esclusivamente una rendita vitalizia con rate mensili o trimestrali;
  4. gli Eventi relativi alla vita degli Assicurati siano il decesso o l’invalidità permanente;
  5. non sia ammesso il riscatto totale se non in caso di decesso del Beneficiario prima del verificarsi degli Eventi di cui sopra;
  6. siano ammessi riscatti parziali, fino al massimo del 50% del capitale accumulato, in caso di acquisto, manutenzione o adattamento di unità immobiliare di cui alla presente Legge o in caso di malattia grave del Beneficiario;

5. Al fine di fornire un riferimento indipendente per valutare oggettivamente l’offerta economica complessiva delle imprese di assicurazione, si dispone che l’ISTAT elabori di mortalità specifiche per le principali tipologie di disabilità. L’elaborazione è operata, ogni cinque anni dall'ISTAT con proprio provvedimento e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale entro il 31 luglio. La prima pubblicazione è prevista per il 31 luglio 2016.

In apertura foto di Carlos Ramirez/Afp/Getty Images

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.