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Tutte le cose che dovete sapere sulla cannabis

Il Consiglio dei ministri ha approvato in via definitiva il pacchetto di depenalizzazioni che tra le altre cose riguarda la marjuana per uso terapeutico. Ma cos'è davvero la cannabis? 12 domande e 12 risposte per poterne parlarne in classe con gli studenti

di Riccardo C. Gatti

Il Consiglio dei ministri ha approvato in via definitiva il pacchetto di depenalizzazioni che riguarda tra l'altro la cannabis per uso terapeutico. Passa infatti da reato a illecito amministrativo la violazione delle prescrizioni sulla coltivazione della cannabis, ma solo per i soggetti autorizzati a farlo a fini terapeutici: fuori da questa cornice, coltivare cannabis resta reato. In sostanza la sostituzione della pena di un anno con una sanzione da 5mila a 30mila euro riguarderà soltanto chi, già autorizzato alla coltivazione per scopi terapeutici o di ricerca, violi le prescrizioni. Far crescere una piantina di cannabis sul terrazzo di casa resterà reato.

Sul numero del magazine in edicola Riccardo C. Gatti, direttore del Dipartimento Dipendenze dell’Asl di Milano e docente della Scuola di Specialità in Psichiatria alla Bicocca di Milano, propone un elenco di 12 domande e risposte su «come parlare in classe di una questione che riguarda lo stile di vita di oltre 2 milioni di giovani».

1 – COS’È LA CANNABIS? È UNA DROGA? QUAL È LA DEFINIZIONE PIÙ CORRETTA DI DROGA?
La cannabis (canapa) non è una droga, è una pianta. Esistono diverse varietà di questa pianta. Alcune di queste contengono principi attivi che possono alterare lo stato mentale, altre meno. La cannabis è conosciuta da molti soprattutto come droga, per le proprietà psicoattive ed anche per i numerosi dibatti- ti che riguardano la legalizzazione del suo uso, tuttavia la canapa in sé è anche stata utilizzata o proposta per l’impiego in diversi campi che nulla hanno a che fare con il mondo delle droghe (es. farmacologico, alimentare, tessile, bio-edilizia, combustibili ecc.). L’utilizzo di alcune varietà di cannabis come droga è stato all’origine dei divieti che la riguardano e che, probabil mente, hanno inciso direttamente anche sul suo utilizzo in campi diversi da quello dell’alterazione dello stato mentale, limitandoli.

2 – CANNABIS, HASHISH E MARIJUANA SONO LA STESSA COSA?
Cannabis (Canapa) è il nome della pianta, anche se molte persone tendono ad usare la parola come sinonimo di marijuana o hashish. Il THC (delta-9-tetraidrocannabinolo), uno dei principali principi attivi che provocano effetti a livello cerebrale è più concentrato nella resina che riveste le infiorescenze femminili. L’hashish, che è prodotto, in modi diversi dalla resina, ha normalmente maggiore potenza psicoattiva della marijuana. La marijuana si ottiene, invece, dalle infiorescenze essiccate delle piante femminili di Canapa. Poiché esistono diverse varietà di Cannabis, adatte a produrre marijuana ed hashish, ed il principio attivo presente dipende, tra l’altro, sia dalla varietà che dal modo di coltivarla non è, quindi, sempre vero che all’hashish in commercio corrisponda un principio attivo alto e che la marijuana abbia sempre un effetto più “leggero”. È la quantità di principio attivo, quin- di, che definisce la “potenza” del prodotto. Negli anni, comunque, il principio attivo dei prodotti in com mercio è mediamente aumentato. Insomma i derivati della cannabis che si comprano oggi sono mediamente più “potenti” di quelli di ieri.

3 – IN CHE SENSO LA CANNABIS È DANNOSA?
La cannabis, essendo una pianta, non è dannosa di per sé. L’uso che se ne fa può, invece, esserlo. L’uso che può fare danni è proprio quello ritenuto più piacevole. Purtroppo hashish e marijuana vedono molte persone giovani tra i consumatori e questo è un problema, perché proprio per loro potrebbero essere più dannosi. I principi attivi che producono alterazione dello stato mentale, per esempio il THC, vanno ad agire su recettori specifici che si trovano nel cervello. Si trovano in zone del cervello che hanno a che fare con funzioni complesse come la formazione di un giudizio, la percezione di piaceri, la capacità di apprendere o di memorizzare ed il movimento. Il risultato complessivo, per molti, è piacevole e spiega l’uso di queste sostanze come droghe. Tuttavia la sensazione piacevole che deriva dal consumo è collegata ad uno sbilanciamento del funzionamento generale del cervello. Specialmente con un uso frequente è abbastanza ovvio come una ridotta capacità di apprendere e memorizzare, ovvero di costruire esperienza, possa essere dannosa ma ciò che è ancor più pericoloso è lo sbilanciamento del funzionamento di sistemi che, nelle persone giovani, si stanno ancora formando e che, quindi, potrebbero essere alterati proprio nella loro costruzione e nel loro equilibrio. Purtroppo è molto difficile sapere a posteriori come i derivati della cannabis abbiano giocato nella costruzione di problemi mentali e di relazione con se stessi e con gli altri, anche perché i medesimi problemi si possono trovare in persone che non hanno mai usato sostanze psicoattive. Tuttavia, se si analizzano studi fatti su molte persone nel tempo, si vede che il gruppo di quelle che hanno usato hashish o marijuana con una certa consistenza ha mediamente avuto più disturbi mentali (gravi come le psicosi) di quello che non ne ha mai fatto uso. La differenza è consistente e, come se non 
bastasse, ci sono anche segnali che
riguardano un’insorgenza più precoce di disturbi mentali gravi. Questo
 non dirà molto a chi non si occupa
 tecnicamente della cura di disturbi psichiatrici, ma, per essere chia
ri, quanto prima insorge un disturbo 
mentale grave quanto più sarà diffi
cile da trattare e quanto più condi
zionerà pesantemente la vita di chi 
ne soffre. Naturalmente il dibattito
 su questi argomenti è ampio. C’è chi
 pensa che alcuni problemi possano 
insorgere ma solo in persone “predi
sposte” e, quindi, non in tutti. Questo è possibile ma c’è un guaio: nessuno di noi può sapere in anticipo se ha o no questa predisposizione (ammesso che esista).

4 – QUALI SONO I SINTOMI CHE INDICANO UN DANNO PER USO DI CANNABIS?
Ci sono soggetti che dal consumo dei derivati della cannabis ricavano subito sensazioni spiacevoli, ansia, attacchi di panico, disturbi del sonno ecc.: forse hanno una sensibilità maggiore in quelle zone del cervello che regolano l’ansia o la paura oppure il sonno, ma anche questi fatti ci fanno capire come hashish e marijuana non sono per nulla da prendere alla leggera, come chi ne propone l’uso vorrebbe far credere. Tra l’altro se l’uso da parte di persone giovani può essere un problema, perché va a sbilanciare un cervello in formazione, anche l’uso in chi più giovane non è, dovrebbe essere meditato con cura. L’esposizione cronica a THC può accelerare la perdita di neuroni dell’ippocampo che avviene normalmente con l’invecchiamento. Insomma, s’invecchia prima del tempo. Attenzione, poi, anche alle situazioni più acute. Assumere troppo principio attivo può portare a psicosi tossiche acute, con deliri ed allucinazioni. Si tratta di esperienze certo non piacevoli, reversibili ma pericolose che spesso avvengono anche in situazioni che, normalmente, non sono considerate pericolose, come l’ingestione di prodotti, ad esempio i dolci, preparati con marijuana. In- vece il fumo aggiunge, ai possibili problemi connessi all’uso di hashish e marijuana anche quelli che conosciamo per l’uso del tabacco: tosse, catarro, più facile insorgenza di malattie respiratorie e, purtroppo, cancro dei polmoni e del tratto respiratorio. Certamente parliamo di probabilità di danni, non di sicurezza. La maggior parte delle persone che consumano i derivati della cannabis e, in generale, che fumano, preferisce ignorarli ed anche quando un problema accade, lo attribuiscono alla cattiva sorte o ad altri motivi. Hashish e marijuana vanno ad agire su recettori che già esistono nel cervello perché mimano la funzione di cannabinoidi endogeni che noi produciamo in proprio. Li sovraccaricano e, questo, generalmente piace, nonostante tutto, nonostante gli effetti avversi, i rischi per la salute e la possibilità, per alcuni, di contrarre una vera e propria dipendenza. Inoltre, non ci sono solo effetti gravi ed eclatanti ma ci sono tante persone che, consumando sostanze psicoattive, tra cui hashish e marijuana, hanno disturbi lievi ma fastidiosi che li condizionano e che li rendono meno abili e disponibili nelle attività che compiono ogni giorno per disturbi dell’umore, dell’ansia, della capacità di concentrazione ecc.

5 – QUANTE PERSONE OGGI CONSUMANO CANNABIS?
In base ad alcuni studi, circa un quarto della popolazione europea ha dichiarato di aver usato cannabis (marijuana o hashish) almeno una volta nella vita. Fortunatamente le persone che ne fanno un uso fre- quente sono molte meno. Senz’altro nella popolazione più giovane l’uso è molto diffuso. Ecco cosa riporta la Relazione al Parlamento 2015 a proposito di cannabis secondo lo Studio Ipsad: «Nella popolazione generale tra i 15 e i 64 anni, il 32% ha provato cannabis almeno una volta nella vita, poco più di 12 milioni e mezzo di persone. La prevalenza è pari quasi al 40% se si considera la fascia d’età 15-34anni, coinvolgendo oltre 5 milioni di sperimentatori tra i giovani. La cannabis è generalmente più diffusa tra la popolazione più giovane (15-34enni): tra questi, circa 2 milioni e mezzo hanno consumato nell’ultimo anno (consumo recente: 19%), quasi 1 milione e 200mila nell’ultimo mese (8,9%) e quasi 250mila sono frequent users (1,9%)»…

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Tutte le illustrazioni sono a cura di Marta Mandile

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