Politica
Azzardo e Legge di Stabilità 2016. Cose successe, cose che succederanno
Il maxi-emendamento alla Legge di Stabilità, presentato giovedì notte e messo in discussione ieri, venerdì, ha creato fermento e, in molti, agitazione. Resta aperta - si voterà in mattinata - la questione della fascia oraria di divieto per la pubblicità in televisione. Mentre Forza Italia fa ostruzionismo, ex sindacalisti pontificano sul ruolo sociale dell'industria dell'azzardo, grazie a chi non si piega alcuni passi avanti sono stati fatti. Ecco il diario della giornata
di Marco Dotti
Il maxi-mendamento alla Legge di Stabilità, presentato giovedì notte e messo in discussione ieri, venerdì, ha creato fermento e, in molti, agitazione. Ecco, per i nostri lettori, un diario della giornata. In breve, ma non troppo.
Prima…
La Commissione Bilancio doveva iniziare i lavori alle 13, ma fino alle 14,30 non si è mossa una foglia. In mattinata, si era tenuto un convegno organizzato in un hotel di Piazza Montecitorio da uno dei sindacati di gestori di slot, vlt e altre macchinette, alla presenza dell'ex Segretario Generale della Cisl Raffaele Bonanni, del sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta e dell'onorevole Paola Binetti, la quale, da par suo nel corso del convegno ha affermato: "[quello del Governo] è un emendamento che va studiato, va subemendato". Solo che, a quanto ne sappiamo, in Commissione della Binetti e dei suoi subemendamenti non c'è stata traccia. Non pervenuta.
Sono pervenute, però, pur nel brusio di un'aula in attesa, le dure critiche mosse nel corso di quel convegno, organizzato da portatori di interessi non concessionari di Stato (in sostanza gestori di parchi macchine), assieme a ex sindacalisti, parlamentari e altri. In particolare, il Segretario Generale di Confesercenti, Mauro Bussoni, scagliandosi contro le regioni no slot ha affermato: "I giochi sono molto importanti e lo Stato se ne è reso contro attingendo nella Stabilità da essi. La cosa assurda è che mentre si spinge sull’offerta, lo Stato non ha una strategia adeguata e non si impedisce ai comuni e Regioni di fare leggi che vanno contro le norme dello stato. Non è possibile che Lombardia o Liguria facciano chiudere esercizi per l’offerta del gioco".
L'ex Segretario Generale della Cisl, Raffaele Bonanni gli ha fatto eco: “Occorre far emergere il valore sociale in un settore che dà lavoro a tanta gente ma che soprattutto è legale”. Abbiamo letto bene: il "valore sociale" di slot e macchinette. Che cosa significa "far emergere il valore sociale di un settore"? Fargli pubblicità? Legarlo al welfare? Parlarne bene a prescindere?
Chissà che cosa penseranno i suoi ex compagni del Sindacato: a quanto ci risulta la Cisl sta promuovendo molte iniziative per il contrasto al gioco d'azzardo ed è parte del cartello Mettiamoci in Gioco.
Da parte sua, Curcio, presidente di Sapar, associazione di categoria che raggruppa circa 1500 tra gestori, produttori e noleggiatori di "apparecchi da gioco", nel corso del convegno promosso dalla sua associazione ha preannunciato un contenzionso: "Noi a gennaio impugneremo anche questa legge di Stabilità”.
… durante e dopo
Tra critiche e attese, la discussione si è protratta per tutta la giornata ed è stata aggiornata a questa mattina alle 10. Il tutto si dovrebbe concludere verso le 12. Si poteva tranquillamente farla finita in serata, ma sembra si volesse offrire altro tempo al combattivo gruppo di Forza Italia, che sta cercando in tutti i modi di far pressione per ottenere una contrazione della fascia oraria di divieto di pubblicità del gioco d'azzardo sulle reti televisive generaliste. Le ragioni di tanto impegno le capisce facilmente ogni lettore.
La fascia di divieto attualmente prevista dal maxi-emendamento del Governo è tra le 7 e le 22, ma il partito di Silvio Berlusconi la vorrebbe ridurre quanto meno alle 19. Questo, comunque la si pensi, dà la misura del peso e dell'impatto del provvedimento, qualora venisse preso. Ricordiamo che, oggi, i 2/3 dell'intera posta pubblicitaria diretta sull'azzardo vanno alla casella "televisione". E in questa casella, la televisione generalista occupa un ruolo di primo piano.
Cose da decidere e cose su cui si è deciso
Quello sulla fascia oraria è l'unico punto ancora aperto ma, se non ci saranno colpi di scena o di teatro, domani le cose dovrebbero restare ferme sulla fascia di divieto dalle 7 alle 22. Vedremo.
Per il resto, si è votato per un aumento del Preu, il prelievo erariale unico sulle slot (Awp) e sulle VLT, per il il blocco, dal 1 gennaio 2016, delle nuove installazioni (nuove "macchinette" dovranno essere collegate da remoto) cosa che comporterà, si dice, una riduzione del 30% dell'intero parco macchine ed è stato previsto un ulteriore stanziamento di 50milioni di euro, messi su un fondo ad hoc, per la cura e il contrasto del gioco d'azzardo patologico.
La vera questione: gli Enti Locali No Slot
Come ricorderanno i nostri lettori, nella primavera scorsa il Governo rispedì al mittente la Legge Delega che, nelle intenzioni del sottosegretario Baretta, doveva costituire una "riforma epocale" del settore del gambling all'italiana. La rispedì al mittente, a parer nostro, proprio perché tra le pieghe di quella norma, variamente ripresentata per interposta persona (DDL Mirabelli al Senato, tentativo di emendamento Santini sempre al Senato), si tentava di scardinare il potere/dovere di tutelare salute, dignità e integrità dei cittadini da parte degli enti locali. Non va proprio giù, alle lobby dell'azzardo e del parastato, che qualcuno sul territorio si prenda la responsabilità e faccia ciò che altrove non sono più in grado di fare: decidere.
Ricordiamo che, ai sensi della nostra Costituzione, del senso complessivo del nostro ordinamento giuridico, come ribadito anche dalla Corte Costituzionale con la fondamentale sentenza n. 237 del 1975, l’iniziativa privata è libera, ma non può svolgersi a danno della salute. all'integrità della persona umana.
Ebbene, nella formulazione del maxi-emendamento govenativo così come presentato in Commissione, al comma 534-bis si leggeva:
Entro il 30 aprile 2016, in Conferenza Unificata Stato, Regioni e enti locali, sono definite le caratteristiche dei punti vendita ove si raccoglie gioco pubblico, nonché i criteri per la loro distribuzione e concentrazione territoriale, al fine di garantire i migliori livelli di sicurezza per la tutela della salute, dell’ordine pubblico, della pubblica fede dei giocatori e dei soggetti economici e prevenire il rischio di accesso dei minori di età. Le intese raggiunte in Conferenza Unificata Stato, Regioni e enti locali sono recepite con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, sentite le commissioni parlamentari competenti.
Due importanti sub-emendamenti a questo emendamento, con primi firmatari Massimo Baroni (M5S) l'uno, e Lorenzo Basso (PD) l'altro, hanno di fatto disinnescato il congegno a orologeria anti-enti locali previsto dalla formulazione. Come? Hanno tolto il riferimento a quei "soggetti economici" ( intesi come Concessionari, gestori, tabaccai e via discorrendo) che, oggi, non trovano spazio nella formulazione approvata in aula del testo. Pericolo scampato.
Con l'approvazione di questo articolo, in sostanza alla Conferenza Stato-Regioni-enti locali viene dato un esplicito mandato di lavorare solo e soltanto al fine di tutelare la salute dei cittadini.
Formulata così la norma, significa che gli attuali regolamenti locali no slot restano in vigore e, alla Conferenza, prenderanno parte anche quegli enti locali che, ancora, non si sono pronunciati a favore di normative no slot, con la possibilità di estendere anche sul loro territorio i regolamenti virtuosi e più efficaci che, ad alcuni, piacciono ben poco, ma evidentemente sono quanto i cittadini si aspettano dai loro rappresentanti.
Non si può fraintendere, a meno di non tradire norma, mandato e fiducia istituzionale. Tutto è possibile, ma di Gabriel Naudé in circolazione non ne vediamo molti. Di gente dai molteplici interessi, invece, è zeppa la stanza. In questo senso, non si può che confidare nella vigilanza degli stessi cittadini e nella responsabilità di quegli amministratori locali che, a oggi, si sono mostrati più avveduti e sensibili di tanti partigiani dell'ovvio che siedono al centro di una scena che ai lineamenti del tragico ha affiancato quelli del grottesco. Uscire da questa scena, inaugurarne una nuova è un imperativo etico-politico a cui non possiamo sottrarci.
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