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Bottalico (Acli): attentati a Parigi, per l’Europa è il tempo delle domande

Il presidente delle Acli: Ieri sera a Parigi è avvenuta una nuova battaglia di quella Terza Guerra Mondiale in corso, che come ci ricorda Papa Francesco, viene combattuta a pezzi. Di fronte all'assoluta gravità di questi eventi alcune domande appaiono non più rinviabili

di Redazione

«Ci stringiamo attorno a Parigi e alla Francia. Leviamo forte un grido di esecrazione per gli attentati terroristici. La priorità assoluta è riaffermare la pace, sconfiggendo le forze che stanno dietro ai criminali esecutori, il cui lucido disegno è portare il caos e la guerra in Europa». Questo il commento a caldo, del presidente nazionale delle Acli Gianni Bottalico di fronte alle prime tragiche notizie che giungevano ieri sera dalla capitale francese.

«Si tratta di un attacco a tutta l'umanità» ha aggiunto questa mattina il presidente delle Acli «come lo sono i recenti attentati di Beirut, le bombe messe nei luoghi affollati che da anni fanno parte della vita quotidiana di Baghdad e di Kabul, i massacri di interi villaggi compiuti in Nigeria. Purtroppo, noi europei ci accorgiamo solo adesso di questo attacco all'umanità, quando anche le nostre vite cominciano ad essere considerate spendibili. Non solo spesso abbiamo chiuso gli occhi, ma ci sono delle corresponsabilità di stati europei nella destabilizzazione di vaste aree del Medio Oriente e della Libia, e ultimamente della Siria. Da questa destabilizzazione ha tratto vantaggio e sostegno l'Isis per il suo repentino sviluppo.

Ieri sera a Parigi è avvenuta una nuova battaglia di quella Terza Guerra Mondiale in corso, che come ci ricorda Papa Francesco, viene combattuta a pezzi.

Di fronte all'assoluta gravità di questi eventi alcune domande appaiono non più rinviabili: per l'Europa viene prima il cambio di regime in Siria o il sostegno ai legittimi governi di Damasco e Baghdad perché possano riprendere il controllo dei territori sottratti dal sedicente stato islamico? Il debellamento e la totale sconfitta dell'Isis anche attraverso operazioni militari autorizzate dall'Onu, costituisce una priorità per gli Stati europei? L'Europa è in grado di promuovere una mobilitazione ed un'inchiesta internazionale su chi arma i gruppi terroristici, su chi compera e su chi favorisce il commercio del petrolio venduto dai terroristi dell'Isis, sullo squallido mercato delle agenzie private che reclutano mercenari disposti a compiere ogni sorta di atrocità? Come mai l'Italia, insieme all'Unione Europea mantiene le sanzioni contro la Russia il cui intervento contro l'Isis sta ribaltando le sorti della guerra, e come mai invece non è stata ancora comminata alcuna sanzione alle banche controllate dall'Isis? Chi e perché ha interesse a far piombare l'Europa nel caos, da Parigi a Kiev, chi tesse le fila della destabilizzazione del nostro Continente, servendosi del fanatismo pseudo religioso, per ostacolare lo sviluppo delle relazioni economiche euroasiatiche?

Se l'Italia e l'Europa non cercheranno di dare risposte a problemi di siffatta portata – conclude Bottalico – rischiano di subire la sorte che i loro nemici vogliono riservare e di cui gli attentati in Francia non sono che un inquietante inizio».

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