Famiglia

Da Zero a 30mila

Padiglione Zero: 30mila visite al giorno. Parla l'ideatore Basili

di Cristina Barbetta

È considerato dalla stampa italiana e internazionale come uno dei padiglioni migliori di Expo, e c’è il progetto di renderlo una struttura permanente, una volta che la manifestazione sarà terminata. Anche i numeri dei visitatori parlano chiaro: ogni giorno circa 30.000 persone fanno la coda per visitarlo su circa 100mila ingressi quotidiani.
Il Padiglione Zero è il risultato della collaborazione tra l'architetto Michele De Lucchi, il direttore artistico Davide Rampello, il direttore della fotografia Aldo Solbiati e lo scenografo Giancarlo Basili, che ha ideato il progetto dell'allestimento.
Basili, che lavora con grandi registi come Marco Tullio Giordana, Gianni Amelio, Daniele Lucchetti, Carlo Mazzacurati, Gabriele Salvatores e Nanni Moretti, ha anche curato il progetto dell'allestimento del Padiglione Italia di Expo Shangai nel 2010.


«Il Padiglione Zero è un grande percorso emozionale, visionario, cinematografico. E’ una costruzione grandiosa: 9mila metri quadri di superficie (uno degli allestimenti più grandi a livello internazionale), suddivisi in 12 stanze tematiche. Spiega l'evoluzione dell'uomo attraverso il cibo con un progetto scenografico di grandissimo impatto visivo.
Dietro l’ingresso il video di Mario Martone, “Pastorale cilentana” è proiettato su uno dei più grandi schermi cinematografici mai realizzati al mondo (56X22 metri). Dietro questa complessa realizzazione c’è un lavoro unico, di altissima qualità, realizzato dai più grandi artigiani del cinema e del teatro italiani».
Vita ha incontrato Giancarlo Basili per carpire i segreti di questo successo

– Perché il Padiglione Zero coinvolge tanto il pubblico?
E’ un percorso di grande impatto visivo e simbolico che coinvolge lo spettatore, il quale passa in mezzo a grandi installazioni artistiche, le attraversa come se fossero dei set cinematografici, può toccare, vedere. Si stupisce, si meraviglia, rimane toccato.
Non servono tante spiegazioni, alla gente non interessa leggere, ma vedere e sentire. E' un percorso che può essere compreso da tutti, adulti e bambini.

– Il Padiglione è il risultato di un lavoro unico realizzato dalle più alte maestranze del cinema e del teatro italiano…
Un lavoro di un livello così alto, realizzato dagli stessi artigiani con cui lavoro quando faccio il grande cinema, non è più pensabile né realizzabile nel mondo del teatro e del cinema, anche per via dei costi elevatissimi. Le maestranze diminuiscono ed è sempre più difficile per noi scenografi mantenere la nostra identità. Expo è stata una grande occasione per mostrare la grande maestria italiana.

– Perchè i video che avete realizzato nel Padiglione hanno un forte impatto sul pubblico?
Sono video realizzati ad hoc, di grandissima qualità, con un racconto e un significato ben preciso. Non sono video realizzati con materiale di repertorio.
La gente, che solitamente corre e non vede, rimane colpita, si ferma e guarda.

– Che voto dà a Expo nel suo complesso?
Al di là delle critiche che sono state rivolte alla manifestazione a causa di alcune persone corrotte che inizialmente ne hanno rovinato l'immagine è importante sottolineare che il valore di Expo è poi emerso.L’esposizione universale è il risultato di un grande lavoro di molte persone e noi al Padiglione Zero abbiamo lavorato con molto impegno per dare lustro all'immagine italiana.
Il Padiglione Zero mostra l'eccellenza italiana, che è unica in tutto il mondo.

– Il progetto del Padiglione Zero è stato presentato nelle Marche, a Montefiore dell’Aso, suo paese natale….
A Montefiore, ad agosto 2014, abbiamo dedicato una giornata ad Expo assieme al curatore Davide Rampello, presentando il progetto al pubblico e alla stampa in occasione del Festival Sinfonie di Cinema, quest'anno alla sua quindicesima edizione, di cui sono direttore artistico.
Ho realizzato un grande plastico del Padiglione, che è esposto al Museo di San Francesco a Montefiore. Se non lo avessi fatto non sarei riuscito a fare il progetto che ho realizzato al Padiglione Zero, perché avevo bisogno di garanzie visive ma sopratutto strutturali.

– Cosa c'è di lei e delle sue origini nel Padiglione?
Per me l'immagine visiva è importantissima: osservo ogni oggetto, ogni cosa, ogni posto in cui vado, analizzo. Riporto quello che l'occhio vede.
Nel Padiglione c'è molto di me, della mia vita, delle mie origini.
Sono figlio di contadini. Ho fatto il contadino fino a quando sono andato a studiare all'Accademia di Belle Arti, a Bologna. Sono marchigiano e, anche se sono spesso in giro per il mondo per il mio lavoro, ho un legame molto forte con la mia terra, le Marche, e Montefiore, il mio paese natale.
E Montefiore è nel campo arato che ho fatto al Padiglione Zero.

www.expo2015.org

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Ritratto di Giancarlo Basili: @cinziacamela.com

Tutte le altre foto sono di Giancarlo Basili.

Gallery di foto del Padiglione Zero:

1ª foto: Vegetali addomesticati

2ª foto: Albero della Conoscenza

3ª foto: Muro della Memoria

4ª foto: Animali Addomesticati

5ª foto: Valle Della Civiltà

6ª foto: Strumenti

7ª foto: Industrialesimo

8ª e 9ª foto: Il Mercato

10ª foto: Lo Spreco

11ª foto: I Paesaggi

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