Politica
Riforma Terzo settore: a Riva del Garda primo confronto tra Lepri e Bobba
Va in scena a Riva del Garda, al XIII Workshop sull'impresa sociale nel confronto a cura di Vita, il primo incontro pubblico tra il Relatore della Legge delega di Riforma del Terzo settore al Senato, Stefano Lepri, e il Governo rappresentato dal sottosegretario al welfare Luigi Bobba che in questi 15 mesi ha seguito passo passo la discussione dentro e fuori il Parlamento
di Redazione
Va in scena a Riva del Garda, al XIII Workshop sull'impresa sociale nel confronto a cura di Vita, il primo incontro pubblico tra il Relatore della Legge delega di Riforma del Terzo settore al Senato, Stefano Lepri, e il Governo rappresentato dal sottosegretario al welfare Luigi Bobba che in questi 15 mesi ha seguito passo passo la discussione dentro e fuori il Parlamento.
Come è ampiamente noto ai nostri lettori (qui un dossier riassuntivo), dopo 4 mesi di sonno ingiustificabile in Senato, la Riforma ha ripreso il cammino lo scorso 7 settembre, data entro la quale dovevano essere presentati gli emendamenti. Buona notizia direte voi, si comincia. Invece no, perché la pessima notizia è che gli emendamenti sono quasi 700 (688 per gli amanti della precisione, 228 in più dei 460 emendamenti, presentati alla Camera. Per chi si vuol divertire qui tutti gli emendamenti ).
Ora siccome i lavori del Senato subiranno un vero e proprio ingorgo tra Riforma Costituzionale che prevede (speriamo) la fine del bicameralismo perfetto, le Unioni civili e sullo sfondo l’incombere della Legge di stabilità, e siccome i 688 emendamenti prevedono tutto e il contrario di tutto, della serie in questi 15 mesi #abbiamoscherzato, difficilmente la discussione si esaurirà entro settembre e perciò, tenendo conto che il testo dovrà ritornare alla Camera, la Riforma difficilmente vedrà la luce nel 2015 perdendo così anche la dotazione finanziaria prevista per quest’anno.
A Riva del Garda il senatore Lepri, incalzato dalle esperienze di realtà di Terzo settore che la Riforma vogliono e attendono, e una Riforma che apra spazi oltre che a semplificare la vita di chi opera, ha provato a spiegare i motivi che lo hanno spinto a presentare addirittura 24 emendamenti tra cui la riscrittura totale di ben 4 articoli su 10 (il 3, il 4, il 5 e il 9). Giacché è un fatto strano che il relatore di una legge presenti emendamenti in prima persona, visto che il ruolo prevede il fatto di essere elemento di mediazione tra le parti nella discussione. In sostanza Lepri nella sua esposizione ha evidenziato una visione assai diversa da quella che ha ispirato la Delega e la discussione approfondita e a tutto tondo (operatori, accademici, politici, rappresentanze) che era quella di dare la possibilità al Terzo settore di potenziare la sua vocazione alla cittadinanza attiva e al civismo, la sua vocazione solidaristica, e la sua capacità produttiva ed economica che oggi non trovano un vestito giuridico adatto cavandosela sottotraccia e nelle zone grigie di una legislazione incapace di vedere. Proprio l’ultimo Rapporto di Iris Network ci dice, riprendendo i dati Istat, che oltre alle cooperative sociali (12mila), esiste un significativo numero di organizzazioni non lucrative che sono “market oriented” ovvero ricavano la maggior parte delle loro risorse economiche da transazioni di mercato vendendo beni e servizi. Si tratta delle oltre 82 mila organizzazioni non profit individuate dal censimento Istat che, per gli autori del rapporto, sono “potenziale di impresa sociale”.
Bene, la visione di Lepri tende invece a rinchiudere la spinta riformista entro le categorie novecentesche arrivando persino a definire l’impresa sociale come “un ente”, ente di Terzo settore, chiedendo così gli spazi alle spinte più innovative che si sono fatte largo in questi anni, ovvero le ibridazioni imprenditoriali che proprio il mondo cooperativo, quello sano e non para pubblico, ha sperimentato. Così come il fatto che Lepri vorrebbe togliere qualsiasi accenno agli impatti pochè, a suo dire, un’impresa sociale è tale per ciò che è e non per ciò che fa e per come lo fa. Dimostrando così di non aver recepito la lezione di Mafia Capitale. In questa direzione sono invece importanti alcuni emendamenti dei 5 Stelle (Endrizzi e Crimi) che gli impatti sociali vorrebbero invece misurarli come del resto era scritto nella versione originale della delega.
Di fronte a tanta confusione e resistenza e a un dibattito che rischia di essere del tutto autoreferenziale e che riguarda più alcuni salottini che la realtà, il sottosegretario Bobba, non potendo dare assicurazioni sui tempi, ha preferito richiamare il senso della riforma, la sua visione e i suoi obiettivi. E rispetto agli emendamenti del relatore si è limitato ad osservare che nascono da qualche fraintendimento nella comprensione del testo e rischiano la tautologia.
Il dibattito ora continuerà in Aula nella Commissione Affari costituzionali del Senato.
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