Welfare

Apre a Londra il Museo dell’Empatia

Sulle rive del Tamigi inaugurato l’Empathy Museum, un museo che aiuta gli utenti a sviluppare una maggiore sensibilità per gli altri, invitandoli letteralmente, a mettersi nei panni altrui, almeno per un giorno

di Ottavia Spaggiari

Camminare un miglio con le scarpe di qualcun altro, per sentire che cosa prova e come si sente. Ha origine dal vecchio detto anglosassone “Prima di giudicare qualcuno prova a camminare per un miglio con le sue scarpe”, l’ispirazione per il primo Museo dell’Empatia, che verrà inaugurato a Londra il 4 settembre, in occasione del Totally Thames Festival, con l’installazione A Mile in My Shoes (letteralmente Un miglio nelle mie scarpe, appunto). Creata in collaborazione con gli abitanti del quartiere di Wandsworth, a sud di Londra l’installazione si svolgerà sulle rive del Tamigi, dove ai passanti verrà chiesto di scegliere un paio di scarpe di uno sconosciuto e camminare lungo il Fiume, ascoltando, in cuffia, la storia del proprietario.

“La parola empatia è sulla bocca di tutti, da Obama al Dalai Lama,” spiega Roman Krznaric, intellettuale e scrittore tra gli ideatori dell’Empathy Museum “viviamo in un mondo così iperindividualistico che le nostre capacità di provare empatia stanno rapidamente diminuendo. Basti pensare che, secondo studi recenti, negli Stati Uniti i livelli di empatia sono crollati del 50%. La nostra incapacità di capire il punto di vista degli altri, le loro esperienze e i loro sentimenti sono alla base del pregiudizio, del conflitto e della disuguaglianza. L’empatia è l’antidoto di cui abbiamo bisogno.”

Dopo la prima installazione londinese, verrà organizzato un tour itinerante in giro per il mondo, ma sarà possibile seguire gli eventi del Museo anche a distanza, sul sito web, dove è già stata attivata una libreria digitale, completa di film e libri che, secondo gli organizzatori, contribuiscono a sviluppare la sensibilità di ognuno.

“L’empatia è l’arte di mettersi nei panni di qualcun altro e di vedere il mondo attraverso i suoi occhi,” spiega Krznaric. “E’ lo strumento più potente che abbiamo per capire la vita degli altri.” L’Empathy Museum è nato proprio per questo.

Photo: Christian Battaglia

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