Economia

Benefit Corporation, legge ai nastri di partenza

Il senatore Mauro Del Barba ha presentato un ddl che a giorni sarà riproposto anche alla Camera. Obiettivo: fare dell'Italia il primo Paese in Europa con una normativa ad hoc sulle società benefit

di Redazione

Le Benefit Corporation diventano un disegno di legge del Parlamento italiano. Le aziende che per missione sociale provano a coniugare profitto e benefici alla comunità approdano in Senato con un ddl a firma del democratico Mauro Del Barba (in foto). Il fenomeno delle B Corp interessa oggi 1.345 imprese di 41 Paesi del mondo (leggi qui). Le prime negli Usa, dove le aziende for benefit sono state formalizzate già a partire dal 2010, con la prima legge nel Maryland.

Oggi 35 parlamenti degli Stati Uniti hanno creato una disciplina ad hoc per individuare e regolamentare quelle società che perseguono il doppio scopo di lucro ma anche di beneficio comune. Stesso obiettivo per il ddl italiano che, si legge nella proposta, è finalizzato «alla diffusione nel nostro ordinamento di società che abbiano anche l’obiettivo di migliorare l’ambiente naturale e sociale nel quale operano».

Finalità che, vuole il ddl, devono essere chiaramente indicate nell’oggetto sociale al momento della costituzione dell’impresa o successivamente, modificandone lo statuto. E che vincolano gli amministratori a scelte non solo a favore dei soci, ma a beneficio generale della comunità e del territorio in cui l’azienda opera. Prevista anche una relazione annuale che le B Corp dovranno redigere a conferma della condotta “per il beneficio comune” e che sarà pubblicata e accessibile a tutti online. Le Benefit Corporation così individuate sono sottoposte al controllo dell’antitrust. «Quella che vogliamo figurare con questa iniziativa», sostiene a Vita proprio Del Barba, «è l’evoluzione del concetto di Csr verso forma di impresa che oltre agli utili, guardino all’impatto sociale che il loro core business ha sugli stakeholder e sulla comunità. L’orizzonte a cui guardiamo è quello di un mercato dove non ci sia spazio per chi non si definisca, e realmente attui, come una società benefit»

L’orizzonte a cui guardiamo è quello di un mercato dove non ci sia spazio per chi non si definisca, e realmente attui, come una società benefit

Mauro Del Barba

Oggi la certificazione B Corp è uno standard riconosciuto dopo un lungo processo di verifica da B Lab, ente non profit americano. Sono molti i brand stranieri che già hanno intrapreso questa strada. Tra i più celebri – e pionieri del for benefit – c’è Patagonia, il marchio di articoli sportivi. Ma anche il famoso gelato Ben & Jerry’s e i prodotti di pulizia Seventh Generation. In Italia la prima azienda di prodotto a superare il test per B Corp è Fratelli Carli, che produce olio, nel 2014. In totale il nostro Paese vanta ben 10 realtà certificate sulle 80 presenti nell’Ue e altre 200 hanno già fatto richiesta di certificazione.

Il testo del ddl è stato ora assegnato alla Commissione industria e commercio del Senato, dove comincerà l’iter parlamentare. Impossibile per ora parlare di tempi, ma come ha detto Del Barba «credo che il Parlamento saprà dare al più presto una risposta a questo settore in crescita, facendo dell’Italia la capofila europea di una nuova visione d’impresa che concilia profitto e sociale». Nel frattempo nei prossimi giorni la proposta Del Barba sarà presentata anche alla Camera dai deputati democratici Enrico Borghi, Silvia Fregolent ed Edoardo Fanucci con la benedizione del responsabile economico del partito Filippo Taddei.

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