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Quote migranti, saranno 32 mila i ricollocamenti

L’Europa fa quello che sa fare meglio: siglare accordi al ribasso. I ministri dell’interno europei riuniti oggi a Bruxelles hanno tradito le attese ma almeno hanno raggiunto un'intesa. La partita si riapre tra sei mesi.

di Martino Pillitteri

Una quadra è stata trovata. Non saranno 40 mila i migranti ad essere ricollocati tra i paesi dell’unione bensì 32.256, la cui maggioranza si trova attualmente in Italia e in Grecia. Il destino dei rimanenti 8 mila sarà discusso in Dicembre. E’ l’esito del Consiglio Giustizia e Affari interni del Consiglio Europeo che si è tenuto oggi a Bruxelles.
I ministri dei paesi europei hanno salvato la faccia con un accordo al ribasso a causa della Spagna, dell' Austria, della Repubblica ceca, della Slovacchia e della Polonia che hanno ridotto il numero di migranti che sono disposi ad accogliere. Germania e Francia hanno invece dato la disponibilità ad accoglierne più del previsto. “E’ un primo passo. Noi siamo completamente coperti per il primo anno” del piano biennale, mentre “il secondo anno non è ancora stato definito nei dettagli” ha detto il ministro degli Interni italiano Angelino Alfano all’uscita dalla sede del Consiglio Europeo.


Smentiti i rumor su un fallimento totale che circolavano ieri pomeriggio a Bruxelles e vanificate le speculazioni pessimiste emerse venerdì mattina (17 luglio) durante la conferenza stampa presso la sede del Consiglio Europeo sui preparativi dell’incontro di oggi lunedì 20 luglio; un incontro con la stampa (Vita era presente) dove i vari portavoce del Consiglio Europeo hanno intrattenuto i giornalisti discorrendo su questioni tecniche relative ai processi di identificazione / impronte digitali e proferito nulla sul potenziale accordo. Il momento clou della conferenza di venerdì è stata una chicca pronunciata sul finale dei lavori: “anche se si trovasse un accordo sulla ridistribuzione” hanno detto i portavoce del Consiglio “dobbiamo prendere atto che i migranti tenteranno sempre di spostarsi”. Tradotto: ma chi ce lo fa fare di convincere gli Stati membri ad accettare la presenza di un certo numero di migranti se poi questi, una volta arrivati a destinazione, prendono e se ne vanno da un’altra parte? Il ragionamento, in effetti, non fa una piega. Ma una risposta, per ora nessuno l’ha data.

La buona notizia riguarda la sorte dei 20 mila migranti ( oggi diventati 22.504 ) e provenienti dai campi profughi attualmente fuori dall’Europa. Tiene infatti l'intesa che era già stata raggiunta il 9 luglio durante un incontro informale tra i ministri degli esteri che si era tenuto in Lussemburgo.

Nel frattempo, mentre le istituzioni europee discutono su dove e come ricollocare i migranti già in Europa, i percorsi e le rotte intraprese dai nuovi arrivati rimescolano le carte in gioco sulla realizzazione dei centri prossimi centri di accoglienza e di identificazione. La nuova porta d’accesso per entrare in Europa si sta spostando nei Balcani occidentali.

Secondo Frontex, tra gennaio e giugno di quest’anno, 79.000 migranti sono approdati in Grecia dalla Turchia e proseguito per la Macedonia, la Serbia e l’Ungheria. Le autorità ungheresi hanno dichiarato che nel 2015 circa 81.000 migranti sono passati per l’Ungheria. "Se si continua di questo passo, raggiungeremo 150.000 migranti entro la fine dell’anno”, ha detto Peter Szijjarto, ministro degli affari esteri e del commercio ungherese.
I migranti intervistati in questi giorni su entrambi i lati del confine ungherese hanno dichiarato di aver scelto la via dei Balcani perché era meno costosa. Le commissioni pagate ai trafficanti di terra per raggiungere il confine ungherese variavano a seconda del servizio e vanno da 1.000 a 4.000 euro a persona.

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