Politica
Ludocrazia. Ma a che gioco stanno giocando i senatori del PD?
Il senatore PD Franco Mirabelli, della Commissione Antimafia, seguito a ruota da Stefania Pezzopane, che due anni fa si era già distinta per aver votato un emendamento “pro slot” che puniva i comuni virtuosi, hanno presentato un disegno di legge sull’azzardo. Ma dal documento word inviato in allegato al comunicato stampa dalla segreteria di Mirabelli si evince che è di provenienza dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.
di Marco Dotti
Chiamateli in un modo, chiamateli in un altro. Chiamateli come vi pare, ma non chiamateli "no slot". Sono un gruppo di senatori del PD, dal milanese Franco Mirabelli, che per qualche oscura ragione hanno estratto dal cilindro un disegno di legge che riprende – in tutto o in parte, poco cambia – la bozza colabrodo di “riforma dell'azzardo legale” elaborata dal sottosegretario Baretta e finita nel nulla, per decadenza dei termini (la potete leggere in formato pdf in calce all'articolo).
Mirabelli si era prodigato molto, nei mesi scorsi, nel tentativo di far digerire a sindaci e amministratori locali la pillola del sottosegretario Baretta, che toglieva loro poteri e, in cambio, prometteva un “Fondo Buone Cause” da 200 milioni di euro. Niente da fare. Ma Mirabelli ora ci riprova. E ripropone, nei 112 articoli del suo progetto, la stessa ragione tintinnante (citazione di Elias Canetti, sia chiaro) che, evidentemente, qualcuno del parastato già pregustava e non vuole farsi sfuggire troppo alla leggera.
Le firme apposte al DDL sono queste: Mirabelli, De Biasi, Marino M.M., Amati, Astorre, Borioli, Caleo, Cantini, Fabbri, Mattesini, Orrù, Pezzopane, Rossi, Saggese, Scalia, Sollo, Tomaselli, Vaccari.
A redigere il documento non si sa chi sia stato, essendo un documento di una certa complessità si può però presupporre, con una congettura filologica e logica al tempo stesso, che sia stato qualche studio legale.
Se poi si analizza il documento word inviato in allegato al comunicato stampa dalla segreteria di Mirabelli si evince, dalle “proprietà” del file, che è di provenienza dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli… (non citiamo il nome del proprietario del file, per correttezza e privacy).
Chissà se il senatore Mirabelli farà chiarezza. C'è chi però suppone sia l'ultima versione della Bozza Baretta, quella rabberciata negli ultimi giorni e presentata in fretta e furia nel tentativo di farla approvare il 27 giugno scorso dal Consiglio dei Ministri, che però l'ha rispedita al mittente. In questo caso, qualche spiegazione la deve dare anche il dialogante sottosegretario Baretta.
A che gioco stanno giocando Mirabelli e i suoi? Forse allo stesso che li spinse a votare nel dicembre 2013 un emendamento punitivo contro i comuni no slot? Se volete ripercorrere la questione, ecco quanto scrivevamo allora:
► Al Senato nessun errore sulle slot, solo lucida volontà pro azzardo
► Porcata delle slot machine: il caso della senatrice Pezzopane
L'impressione è che si voglia perder tempo, facendolo perdere a decisori e legislatore. Mirabelli, d'altronde, membro della Commissione Antimafia non nuovo è nuovo a amene iniziative istituzionali (si veda questa raccontata dal Fatto Quotidiano).
Come diciamo da tempo, non sono solo le lobbies dell'azzardo a non voler far fare un passo avanti allo Stato ma anche – o soprattutto? – la lobby del parastato: quella che all'azzardo guarda solo per ritagliarsi visibilità e peso specifico dichiarandosi "contro ma non proibizionista", raccogliendo firme per buone cause che, al massimo, servono il giorno dopo per incartarci i peperoni.
Insomma, chiamatelo come vi pare, questo parastato peloso, ma ricordatevi da che parte sta, cari cittadini, questo strano agglomerato di senatori: di certo non dalla nostra e – ma questo è un giudizio che spetta a voi – probabilmente nemmeno dalla vostra.
Nell'immagine di copertina: il senatore Franco Mirabelli in Commissione antimafia (accanto a Rosy Bindi)
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