Non profit
Legge Delega sull’azzardo: fine corsa per il fronte pro-slot
Venerdì decade la delega fiscale e, tra le tante cose, anche quella prevista all'articolo 14 in tema di azzardo legale. Al netto di colpi gobbi - sempre possibili, quando in ballo ci sono soldi, tanti soldi - si conclude qui la storia di quello che, nelle parole di Pier Paolo Baretta, sottosegretario all'Economia, doveva essere un provvedimento epocale. Una sconfitta per chi non ha saputo ascoltare le istanze - forse non "epocali", ma di certo concrete - di una società civile sempre più insofferente a questa piaga e sempre meno disposta a pagarne il prezzo
di Redazione
Da mesi annunciata, da mesi concertata, da mesi discussa, difesa a oltranza dal sottosegretario all'Economia Baretta, anche quando non c'era nulla da difendere: è la bozza di riforma del sistema dell'azzardo legale italiano, che in base all'art.14 della Delega Fiscale avrebbe dovuto dare una stretta al sistema. Una bozza che, su queste pagine, già da febbraio avevamo preso a criticare, definendola un colabrodo.
Scandaloso, a nostro avviso, è il tentativo previsto dal dispositivo di imbonire il sociale promettendo 200 milioni di euro per "attività di prevenzione", mentre dall'altro lato si legano le mani ai comuni e alle regioni togliendo a sindaci e governatori ogni possibilità di decidere e quindi incidere con provvedimenti no slot su questa piaga sociale.
Non meno scandaloso, il divieto-farsa di pubblicità dell'azzardo, ridotto a fasce orarie ridicole. Altri punti critici li abbiamo evidenziati nel corso di tutti questi mesi. Qui trovate alcuni articoli:
5 febbraio: Delega fiscale e azzardo: un provvedimento farsa
9 febbraio: Azzardo e Legge Delega: l'avanzata del parastato
27 febbraio: Azzardo per il sociale: il "fondo Buone cause" di chi vuole zittirvi
4 marzo: Fermiamo il Decreto fiscale sull'azzardo: firma anche tu!
10 marzo: Si ferma l'iter della Legge Delega. Una prima vittoria della nostra petizione
Sia come sia, venerdì è l'ultimo giorno utile per la lobby per tentare il colpaccio, presentando la bozza sul tavolo di un Consiglio dei Ministri che, però, sembra non ne voglia proprio sapere di infilarsi in un vicolo cieco come questo (infatti, il provvedimento non è stato calendarizzato), dopo di che la delega decadrà e tutto ripartirà da zero.
Fondamentale, per evitare che un provvedimento fortemente regressivo venisse venduto per quello che non è, ossia una "riforma", è stato il deciso "no!" della società civile e anche di quegli enti locali che hanno preso oramai consapevolezza che da questo problema non se ne esce, senza il consenso dei cittadini. Come diceva il saggio Trapattoni: "non dire gatto se non ce l'hai nel sacco". Attendiamo dunque venerdì per titare le somme.
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