Welfare

Diritto al gioco anche per i bambini disabili

L'associazione l'abilità onlus, che partecipa al Gruppo Crc, nel commentare i dati ricorda il suo impegno per far "aprire gli occhi" sul mondo dei diritti dei bambini con disabilità

di Antonietta Nembri

Tra le 90 associazioni che fanno parte del Gruppo Crc (Convention on the Rights of the Child) c’è anche, dal 2008, l’associazione l’Abilità, onlus di Milano che ha come sua mission la difesa e la tutela dei diritti dei bambini con disabilità.

Alla luce dei dati che emergono dall’VIII Rapporto di monitoraggio sull’attuazione della Convenzione sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza in Italia l’Abilità ritiene quanto mai importante continuare nella battaglia per “Aprire gli occhi” sul mondo dei diritti dei bambini con disabilità.

Tra i dati sottolineati dall’associazione milanese la situazione dei servizi per la prima infanzia i cui dati sono quanto mai allarmanti: più di 8 bambini su 10 non possono usufruire di servizi socio-educativi nei primi tre anni di vita e 1 su 10 nell’età compresa tra i 3 e i 5 anni. Nel 2013 in Italia sono andati al nido solo 218.412 bambini, pari al 13,5% della popolazione sotto i tre anni. Nel Mezzogiorno la situazione è ancora più grave, se si considera che tutte le regioni del Sud si collocano sotto la media nazionale, come la Sicilia con appena il 5,6% dei bambini che ha avuto accesso al nido; la Puglia con il 4,4%; la Campania con il 2,7% e la Calabria con il 2,1%.

Inoltre, l’abilità in questa edizione del Rapporto ha posto l’attenzione sulla necessità di rendere esigibile da parte di tutti i bambini il diritto al gioco, stabilito dalla Convenzione, come essenziale per la crescita e per la formazione dei bambini.

Andando più a fondo si sottolinea come sia un punto importante e su cui occorra “aprire gli occhi” – come recita la campagna dell’associazione – aoltre al diritto al gioco dei bambini con disabilità vi è la conseguente esigenza di una formazione specifica degli educatori sul gioco. Nel rapporto si legge infatti «Questa mancata attenzione al gioco si evince anche nell’assenza di formazione ludica per gli insegnanti, educatori e animatori che non vengono preparati adeguatamente. L’esigenza di una formazione specifica sul gioco si carica di ulteriore significato se legata al tema della disabilità, con il duplice obiettivo di favorire l’inclusione del bambino con disabilità attraverso l’esperienza ludica e di sviluppare competenze e risorse nelle figure che lo seguono nei contesti socio-educativi».

Alla luce di questo Carlo Riva, direttore di l’abilità onlus, che ha collaborato alla redazione dell’8° rapporto sottolinea che proprio per questo «ci impegniamo come associazione a fare formazione agli educatori attraverso seminari e convegni sul tema gioco e disabilità. Perché solo partendo dalla formazione degli operatori possiamo garantire inclusione per i bambini con disabilità.

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