Welfare
Un film per raccontare l’autismo
Il progetto del giornalista di Radio 24 Gianluca Nicoletti che girerà l’Italia per raccogliere storie vere di bambini autistici, ma anche di genitori, fratelli e persone che di loro si occupano
Quando si parla di autismo tutti pensano subito a Rain Man – L’uomo della pioggia. Il film diretto da Barry Levinson nel 1988 e interpretato da Tom Cruise e Dustin Hoffman ha sicuramente contribuito a far conoscere la sindrome, in un periodo in cui forse nessuno ne aveva ancora sentito parlare, ma nello stesso tempo ha tolto qualcosa in termini di comprensione, tanto che oggi per molti genitori è complicato comunicare il proprio disagio davanti a chi ritiene di conoscere l’autismo in virtù di quel film. Di solito infatti un soggetto autistico viene identificato come colui che può girare per ore una cordicella o restare immobile a fissare il movimento delle foglie. Molte persone però non sanno che i bambini autistici possono essere, al contrario, iperattivi e manifestare atteggiamenti "aggressivi” e che ci sono anche ragazzi autistici che dormono pochissime ore, costringendo i propri genitori a giornate faticosissime e interminabili.
Ora invece c’è chi pensa di girare un film didattico per fare chiarezza sulla sindrome comportamentale che tende ad isolare chi ne è affetto e che riguarda almeno seicentomila famiglie in Italia. «Faremo un grande film che racconterà le vere storie dei nostri figli autistici, ma anche di noi genitori, dei fratelli, delle persone che di loro si occupano», dice Gianluca Nicoletti, giornalista di Radio 24 e soprattutto padre di Tommy, classe 1998, che ha raccontato la sua esperienza di genitore di un adolescente autistico in due libri: “Alla fine qualcosa ci inventeremo” e “Una notte ho sognato che parlavi. Così ho imparato a fare il padre di mio figlio autistico”, entrambi editi da Mondadori.
L'idea del film è nata dopo il successo dell'iniziativa organizzato il 2 aprile scorso intititolata "I nostri figli sono opere d'arte!", quando in tutt’Italia, si sono svolti incontri e manifestazioni dedicate alla giornata mondiale della consapevolezza sull’autismo. «Quel giorno finalmente ho avuto la netta impressione che si poteva produrre concretamente un’ "opera” che avesse continuità nel tempo. Un’occasione efficace per dimostrare come sia possibile includere e dare dignità a ragazzi autistici, che nella nostra società sono considerati come “fantasmi”», commenta Nicoletti.
Il progetto, quindi, non è quello di fare un Rain Man all’italiana, ma un film-documento da far vedere nelle scuole. «Sto lavorando con un film maker per prepararlo. Le storie le ho già, le ho raccontate anche nei miei libri e forse è servito a rendere questi “giganti indifesi” un po’ meno invisibili. Ma non basta. Ora serve un film che dia un’immagine il più possibile realistica. Lo voglio fare assolutamente, anzi penso che dovrò sbrigarmi prima che qualcuno pensi di girare il solito film strappalacrime. Io invece vorrei spiegare come stanno veramente le cose, andrò in giro per l’Italia e farò parlare i genitori», chiosa Nicoletti. Che dopo aver spiegato i motivi del suo progetto sul suo blog www.miofiglioautistico.it, annuncia: «Vorrei cominciare a lavorarci da luglio e terminarlo per la fine dell’anno. Ce lo produrremo in autonomia se sarà necessario, ma se qualcuno vorrà aiutarci… L’importante è che ci crediamo. Un film può fare molto più di tante parole, tanti convegni, tante giornate passate per i corridoi degli uffici a chiedere come una grazia quello che ai nostri figli spetta come diritto».
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