Sostenibilità

La legge francese anti-spreco non convince il Banco Alimentare

In Italia ha già raccolto oltre 28mila firme la petizione online che chiede al governo di tagliare gli sprechi dei supermercati ispirandosi all’emendamento francese. Eppure la legge non convince molte non-profit e, secondo la Fondazione Banco Alimentare, rischia di trasferire il record degli sprechi dalla grande distribuzione alle organizzazioni

di Ottavia Spaggiari

Era stato approvato giovedì scorso, l’emendamento alla legge francese sull’efficienza energetica, che impedirà alla grande distribuzione di buttare nella spazzatura cibo ancora commestibile, rendendo un obbligo donare i prodotti in eccesso alle mense e alle non-profit. Una vittoria che però sembra rimanere una vittoria a metà. Se gli oltre 200 mila cittadini francesi che avevano firmato la petizione anti-spreco per far passare l’emendamento, infatti si possono considerare soddisfatti e l’iniziativa francese è stata portata a modello come fonte di ispirazione da diversi media internazionali, tanto da far nascere, altre due petizioni online, in Gran Bretagna e in Italia, chi rimane ancora poco convinto dell’iniziativa sono coloro che dovrebbero essere i beneficiari della legge, ovvero le organizzazioni che, proprio di recupero e redistribuzione degli alimenti si occupano, facendo quindi sorgere il dubbio che, in realtà la legge francese faccia acqua da diverse parti.

“La legge francese è un passo importante, si è sollevata l’attenzione di media e pubblico sul tema e il rumore è meglio del silenzio,” chiarisce Andrea Giussani, Presidente della Fondazione Banco Alimentare, “Però non si è ancora ragionato sulle conseguenze operative dell’emendamento, che avrebbe dovuto essere redatto insieme alle parti coinvolte. Il fatto che per la grande distribuzione la donazione diventi un obbligo e che crei delle necessità da parte delle aziende di distribuzione non significa necessariamente che corrisponda ad una pratica virtuosa. Il rischio concreto è che non si cambi davvero l’attitudine allo spreco.”

A preoccupare Giussani, lo stesso aspetto sollevato anche dalla rete di associazioni francesi per la distribuzione di pasti a persone bisognose, Restos du coer (che addirittura aveva definito la legge un “regalo avvelenato”) e la Federazione francese dei Banchi Alimentari, ovvero il fatto che l’aumento dei volumi diventi impossibile da gestire per le organizzazioni e che la palla dello spreco passi dai supermercati alle non-profit. “In media il 75% degli alimenti distribuiti dalle onlus sono pacchi alimentari composti da prodotti a lunga conservazione. Ci si aspetta però che la maggior parte delle donazioni che arriveranno dai supermercati quotidianamente, saranno prodotti freschi, che oggi rappresentano solo il 30% del cibo distribuito dalle organizzazioni.” Spiega Giussani.

Il rischio è davvero quello di scaricare lo spreco dalla grande distribuzione alle organizzazioni, fingendo di aver risolto il problema

"Una legge come quella francese rischierebbe di travolgere le non-profit di volumi di cibo a breve scadenza che per questioni economiche, logistiche e strutturali si farà molta fatica a gestire e che comporterebbe investimenti importanti, in camion frigo e nuove strutture di stoccaggio, che molte organizzazioni al momento non possono permettersi. Il rischio è davvero quello di scaricare lo spreco dalla grande distribuzione alle organizzazioni, fingendo di aver risolto il problema”.

Nel 2014 la Fondazione Banco Alimentare ha distribuito in Italia 55 mila tonnellate di cibo, di queste solo 320 tonnellate erano composte da cibi freschi (pane, frutta e verdura).

Positivo invece, secondo Giussani, il fatto la legge francese preveda anche la trasformazione del cibo invenduto in compost e che possa subirà un processo di metanizzazione, per ridurre gli sprechi di lavorazione e produrre energia, poiché incoraggia un approccio sistemico alla questione.

Sul tema spreco la Fondazione Banco Alimentare sta collaborando a più livelli con le Istituzioni: “Siamo seduti al Tavolo Permanente di Coordinamento al Ministero dell’Agricoltura insieme alle altre Associazioni che in Italia si occupano di distribuire le eccedenze alimentari ai bisognosi a cui si aggiunge tutta la filiera agroalimentare, inoltre stiamo dialogando con l’On. Maria Chiara Gadda che ha depositato una proposta di legge sul tema dello spreco.” Spiega Giussani, secondo cui il quadro normativo italiano ha dimostrato di essere efficace nel promuovere la donazione di alimenti, garantendo allo stesso tempo la food safety grazie anche alla legge del Buon Samaritano 155/2003.

“Abbattere gli sprechi della grande distribuzione è un’idea ottima, che però non può essere vanificata nell’esecuzione, per questo bisogna coinvolgere le aziende e le organizzazioni nella definizione della normativa.” Conclude Giussani. “E poi non bisogna mai dimenticare che davanti a noi c’è una persona, a cui dobbiamo molto rispetto e a cui dobbiamo assicurare la stessa quantità e qualità del cibo che garantiremmo a noi stessi.”

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