Non profit
Giovani no slot: un grido contro l’azzardo di Stato
L'imperativo è "fare". Più di trecento ragazzi della Lombardia hanno chiesto ai propri insegnanti, che li stavano sensibilizzando sul tema dell'azzardo e del rischio, di poter mettere in pratica quello che stavano imparando. Ne è nato un vero e proprio laboratorio No Slot: spontaneo, diffuso, coordinato dal regista Giorgio Magarò e da Simone Feder, che ha dato vita a decine di spot pubblicitari contro l'azzardo. Una prova esemplare, che invita il mondo di politici e decisori a una scelta netta, senza alibi e senza compromessi
di Redazione
Dicono che non hanno ideali, che sono indifferenti, che si lasciano sfiorare da tutto ma nulla, su di loro, sa fare presa. Eppure, a vederli lavorare e a sentirli parlare di quanto realizzato – con passione e critica da far impallidire i chierichetti del "non possiamo farci nulla" – l'impressione è che generalizzando non si vada da nessuna parte.
Dai circa 200 ragazzi riunitisi venerdì scorso alla Casa del Giovane di Pavia viene infatti una grande lezione: mai giudicare. Eppure, di giudizi, sul mondo giovanile ne sentiamo – e ne diamo – fin troppi. Accanto a questa considerazione, però, c'è qualcosa che ci chiama a un giudizio. Anzi, a una chiamata in correità. Mai giudica, ma agire – questo sì. E questi ragazzi si sono mossi, bastava solo dare loro la possibilità di capire e di sottrarsi al ruolo di vittima predestinata del predicatore di turno.
Provenienti da istituti superiori – e da una scuola media – di Pavia e Voghera, i ragazzi hanno ricordato che Pavia ha una spesa pro-capite in azzardo che ammonta a 2900 euro l'anno. Una follia.
«Eppure – commenta Elena – noi non ce n'eravamo accorti. Pensavamo fosse normale, ci siamo nati con le macchinette nelle tabaccherie e nei bar, le abbiamo sempre viste, fanno parte dell'ambiente che frequentiamo quanto andiamo a rinnovare l'abbonamento o a comprare un quaderno».
Lo scandalo della quotidianità, investita dall'azzardo, travolta da questo che Giovanni, 15 anni, non esita a definire «non gioco, ma sfruttamento dell'uomo sull'uomo».
Da questi filmati, esce una preoccupazione: la preoccupazione che i ragazzi hanno per i loro genitori. Sono proprio i genitori, infatti, i soggetti più vulnerabili rispetto al machine gambling, il gioco d'azzardo alle macchinette..
«Ce l'abbiamo messa tutta – racconta Thomas – il nostro scopo era raccontare che nessuno può sentirsi al sicuro da questa minaccia, promossa e addirittura pubblicizzata dallo Stato. Abbiamo pensato allora, con l'aiuto di Giorgio, di realizzare dei contro-spot che smontassero e mettessero anche in ridicolo le pubblicità che ci propinano ogni giorno».
Thomas si riferisce a una pubblicità, promossa un paio d'anni or sono dai Monopoli di Stato, dietro lo slogan ossessivamente ripetuto: "Legalmente". Gioca legalmente, hai 18 anni. Come dire: vieni, rovinati.
Nel 2012 i Monopoli di Stato realizzarono con soldi pubblici un vergnogoso spot ("Innamorati del Gioco")che potete vedere ► qui. Un esemplio lampante di come la corruttela intellettuale possa – in nome dell'idolo della legalità – diventare stoltezza morale.
Contestato dal pubblico del web, fu successivamente ritirato dalla messa in onda sui canali televisivi nazionali. Nel 2015 gli studenti di Pavia ne hanno creato una divertente parodia che potete vedere ►qui.
Gli istituti superiori Bordoni, Cairoli, Foscolo, Olivelli e Cossa di Pavia, il Clerici di Mortara e la scuola media Leonardo di Pavia hanno dato vita a una serie di lavori encomiabili: li potete guardare ► sul canale youtube del movimento No Slot.
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