Politica
Ecco come la Camera cambierà il 5 per mille alla scuola
L'Aula della Camera ha avviato ieri l'esame del ddl sulla scuola. Molti gli emendamenti presentati anche all'articolo 17, quello sul 5 per mille alla scuola. Dopo l'introduzione di un fondo dedicato, tre proposte ora chiedono esplicitamente la "doppia opzione"
Il 5 per mille destinato alle scuole contenuto nel testo di legge che ieri è arrivato alla discussione dell’Aula della Camera prevede il “fondo dedicato” di 50 milioni di euro, introdotto dalla relatrice durante l’esame in Commissione VII. Negli ultimi giorni nuovi emendamenti sono stati presentati dai deputati, che verranno quindi discussi dall’Aula (qui tutti gli emendamenti). Tra questi, in particolare, i tre emendamenti presentati da Donata Lenzi (firmato fra l’altro da Edo Patriarca e Paolo Beni), Antonio Palmieri, Paolo Beni, per chiedere che il 5 per mille destinato alla scuola non sia alternativo a quello destinato al terzo settore ma che si tratti di una “doppia opzione”. I contribuenti cioè potranno esprimere due scelte in sede di dichiarazione dei redditi, senza che le scuole diventino un concorrente del non profit in sede di destinazione del 5 per mille. È lo stesso concetto del “due fondi, due firme” già suggerito dalla Commissione Affari sociali. Di seguito i testi dei tre emendamenti presentati:
Al comma 1, lettera c) capoverso 4-quaterdecies.1, sostituire il primo periodo con i seguenti: In sede di dichiarazione dei redditi, a partire dall'anno 2016, i contribuenti che intendono destinare la quota del cinque per mille ai soggetti di cui al comma 4-novies, oltre ai soggetti di cui alle lettere da a) ad e), possono esercitare un'ulteriore opzione a favore degli istituti scolastici ai sensi della lettera e-bis), indicando l'istituzione scolastica del sistema nazionale di istruzione alla quale devolvere la suddetta quota. Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanare entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono disciplinate le modalità per l'esercizio della doppia opzione di cui al primo periodo.
17. 26. Lenzi, Patriarca, Beni, Piccione, Amato, Grassi, Gelli, Bonomo, D'Ottavio, Albini, Miotto, D'Incecco, Casati.
Al comma 1, lettera c), capoverso 4-quaterdecies.1, aggiungere in fine il seguente periodo: Le disposizioni di cui al presente articolo non sono in alcun modo alternative alla possibilità di destinare il cinque per mille ai soggetti di cui all'articolo 2, comma 4-novies, lettere da a) ad e) del decreto-legge 25 marzo 2010, n. 40, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 maggio 2010, n. 73.
17. 37. Palmieri
Dopo il comma 2, aggiungere il seguente: 3. Le disposizioni di cui al presente articolo non sono in alcun modo alternative alla possibilità di destinare il cinque per mille ai soggetti di cui all'articolo 2, comma 4-novies, lettere da a) ad e) del decreto-legge 25 marzo 2010, n. 40, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 maggio 2010, n. 73.
17. 39. Beni, Bonomo, D'Ottavio
Rilvante anche l’emendamento presentato da Catalano e Bruno Molea, per cui la parte dei 50 milioni di euro che non venisse destinata dai contribuenti resta alla scuola, tornando al fondo previsto all’articolo 24 da cui i 50 milioni di euro sono stati scorporati. Senza questa correzione la scuola potrebbe paradossalmente ritrovarsi con meno risorse di quelle inzialmente stanziate. Ecco il testo:
Al comma 1, lettera c), capoverso 4-quaterdecies.1, dopo il secondo periodo, aggiungere il seguente: Le risorse non ripartite, assegnate al fondo di cui al periodo precedente, vengono riallocate al fondo di cui all'articolo 24 della presente legge.”
17. 30. Catalano, Molea.
Fra gli altri emendamenti, molti vanno a definire in maniera più precisa i papabili beneficiari: chi vorrebbe inserire le sole istituzioni scolastiche statali, chi quelle statli e paritarie, chi quelle statali e degli enti locali, chi chiede di aggiungere anche i percorsi di istruzione e formazione professionale. Altri individuano criteri nell’impiego delle risorse raccolte con il 5 per mille: ad esempio con «la destinazione di quota parte, pari al 10 % della somma complessiva ricevuta da ciascun istituto beneficiario, all'acquisto di materiale didattico e alla formazione del personale scolastico in relazione alla disabilità e ai bisogni educativi speciali».
Foto Getty Images
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