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Chiese valdesi e Sant’Egidio: corridoi umanitari autofinanziati con l’8X1000
Di fronte alle stragi del Mediterraneo, la Federazione delle Chiese evangeliche e la Comunità di Sant’Egidio lanciano una proposta concreta e realizzabile in tempi rapidi: aprire nei Paesi da cui partono i migranti un canale dedicato, per ottenere visti per motivi umanitari. Come finanziare la proposta? Con l'8x1000 della Chiesa valdese e di Sant’Egidio. La proposta verrà sottoposta ai Ministeri dell’Interno e degli Affari Esteri nelle prossime ore
di Marco Dotti
Che fare? Mentre molti avanzano soluzioni finali disumane o, semplicemente, irrealizzabili, altri invitano a firmare appelli e altri ancora "si apprestano a discutere" (cosa che, sia detto per inciso, a quello che dovrebbero essere i decisori europei riesce particolarmente bene negli ultimi mesi), arriva dalle Chiese Evangeliche e dalla Comunità di Sant'Egidio una proposta concreta e potenzialmente rivoluzionaria rispetto ai dispositivi, retorici o repressivi, che per molti rappresenterebbero le "uniche opzioni possibili".
Ma che cosa prevede questa terza via indicata da Sant'Egidio e dalle Chiese Evangeliche? In sostanza, si tratterebbe di aprire nei Paesi da cui partono i migranti, in accordo con le ambasciate italiane, un canale privilegiato per ottenere visti per motivi umanitari che permettano l’ingresso in Italia, in modo regolare e non su barconi o altri mezzi di fortuna, di uomini, donne e bambini in fuga dai Paesi in guerra.
Non è da oggi che i valdesi e la Comunità di Sant'Egidio discutono di questo ma, oggi, dinanzi a un dramma concreto verifichiamo un salto avanti altrettanto concreto nella proposta. .
Ricordiamo che i valdesi hanno già da un anno in corso un progetto, Mediterranean Hope, interamente autofinanziato, per il sostegno e l'accoglienza dei migranti.
Mediterranean Hope è dislocato a Scicli e a Lampedusa e consiste in un centro di accoglienza, che ospita trentadue migranti indicati dalle prefetture, come avviene in tutti i Sprar ma… ma senza che questa ospitalità costi un solo euro allo Stato italiano! (Ricordiamo invece che il business dell'emergenza ha portato a un costo, per profugo, di 35 euro al giorno!).
Oltre al centro di accoglienza, c'è poi un osservatorio stanziato a Lampedusa e che ha finalità di disbrigo pratiche e soluzione di cavilli burocratici. Per Mediterranean Hope i valdesi hanno già messo 500mila euro, prendendoli in gran parte dall'8X1000, in parte da donazioni volontarie delle loro Chiese.
Torniamo però alla proposta odierna. Sant'Egidio e valdesi chiedono di aprire un primo “canale umanitario” in Marocco, precisamente a Rabat e Tangeri, per testare immediatamente la tenuta del sistema. E, tempo un anno, propongono la creazione di altrettanti “Humanitarian Desk”, gestiti dalle realtà promotrici dell’iniziativa in accordo con le autorità locali e quelle italiane, nelle altre aree del nord Africa.
La scelta del Marocco per la sperimentazione dei “canali umanitari”, fanno sapere da Sant'Egidio, è dovuta alla stabilità politica e ai rapporti di collaborazione e cooperazione stabiliti con l’Italia e con l’Europa.
Operativamente, i "desk" entrerebbero in contatto con i potenziali richiedenti asilo attraverso partenariati con associazioni già operative (come L’Acnur, la Chiesa evangelica del Marocco e la diocesi di Tangeri) promuovendo programmi sociali nelle aree di concentrazione dei migranti.
Ottenuto il visto,la persona richiedente potrà imbarcarsi su un volo regolare e, una volta giunto in Italia, potrebbe richiedere asilo in Italia.
Se da un lato conta l'esperienza relazionale e internazionale di Sant'Egidio, su un altro piano, ma in ottima sinergia, l'esperienza valdese dell'autofinanziamento si fa sentire: la sperimentazione del “canale umanitario” sarà infatti interamente finanziata dal 8X1000 della Chiesa valdese e dalla Comunità di Sant’Egidio.
Spiegano da Sant'Egidio che "la base giuridica dell’iniziativa si fonda sull’art. 24 del Regolamento (CE) n.810 / 2009 del 13 luglio 2009 che istituisce il Codice comunitario dei visti, vale a dire la possibilità di concedere visti con validità territoriale limitata, in deroga alle condizioni di ingresso previste in via ordinaria dal codice frontiere Schengen, 'per motivi umanitari o di interesse nazionale o in virtù di obblighi internazionali'.
In attuazione di questa disposizione, su indicazione congiunta del Ministero dell’Interno e del Ministero degli Affari Esteri, una o più rappresentanze diplomatiche verrebbero autorizzate a rilasciare un numero predeterminato di visti per “motivi umanitari”.
Si tratta di sperimentare una “buona pratica” che negli auspici potrebbe essere estensibile anche ad altri Paesi europei".
Resta da chiarire un punto, rispetto a tante polemiche che, tra le altre cose, propio nelle scorse settimane hanno spesso confuso 8X1000 e 5X1000.
Nel 2014, le chiese valdesi e metodiste hanno ricevuto 41 milioni di euro. Più di 600mila italiani – le cifre si riferiscono al 2011, ma l'erogazione è avvenuta, appunto, nel 2014 – hanno deciso di destinare il loro 8X1000 alle iniziative valdesi.
Si tratta di un dato pari a trenta volte la consistenza numerica della comunità di fede valdese ed evangelica. Qualcosa, dunque, deve aver spinto laici e appartenenti a altre confessioni ad avere fiducia nelle iniziative di questa piccola, ma operosa comunità.
Come spiega il pastore Eugenio Bernardini, moderatore della Tavola valdese, la maggior parte dei fondi ricevuti viene "destinata a progetti realizzati da associazioni esterne rispetto alle chiese e alle opere sociali valdesi e metodiste".
Associazioni selezionate in base a rigorosi standard di valutazione dei progetti, senza alcuna considerazione per l'appartenenza confessionale. Le somme destinate a ciascun progetto, inoltre, vengono rese pubbliche sul sito web della chiesa valdese o attraverso iniziative pubblicitarie su testate nazionali che non possono sforare il 5% del buget complessivo.
Il pastore Bernardini ritiene che "il punto di forza della nostra gestione dell 8X1000 sia il fatto che non destiniamo neanche un euro alle spese per il culto, la costruzione o la ristrutturazione di chiese, l’evangelizzazione, gli stipendi pastorali".La proposta di autofinanziamento dei corridoi umanitari ha, dunque, basi solide e finanze concrete.
In un articolo, pubblicato il 15 aprile scorso da Marta Bernardini e Francesco Piobicchi del progetto Mediterranean Hope, su "Notizie evangeliche", si legge: "Nessuno, o quasi, accenna più ai corridoi umanitari, tutti parlano di emergenza ma nessuno vuole affrontare veramente questo tema".
Oggi, che l'emergenza è davvero esplosa, forse sarebbe il caso di uscire da un ragionamente unicamente emergenziale, prendendo una decisione saggia e lungimirante, che potrebbe rappresentare per molti la via di salvezza e per l'Europa una plausibile via per assumersi davvero, ma umanamente, le proprie responsabilità.
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