Mondo
La società civile: Europa svegliati!
Le reazioni delle organizzazioni della società civile alla più grande tragedia nella storia delle migrazioni: i 700 morti di questa notte nel canale di Sicilia. Sul banco degli imputati l'Unione europea e la politica
di Redazione
Il più grande naufragio nella storia delle migrazioni: così rischia di essere ricordata l'ennesima tragedia avvenuta stanotte nel Canale di Sicilia. Le dimensioni della nuova tragedia nel Canale di Sicilia, 700 morti, sono inaccettabili per la coscienza. 25 mila morti nel Mediterraneo in 20 anni di naufragi, ma si tratta di un bilancio che rischia di salire ogni giorno rendono indispensabili misure straordinarie.
Una tragedia, quella di stanotte, epocale come epocale è il flusso di migranti verso l’Europa, come ha detto oggi Papa Francesco: «Sono uomini e donne come noi, fratelli nostri in cerca di una vita migliore, affamati, perseguitati, sfruttati, feriti, vittime di guerre. Cercavano la felicità».
Amref Health Africa, oggi più che mai, ribadisce che è un dovere di tutti, ma innanzitutto della politica europea, ricordare che la sofferenza di una parte del mondo è affare di tutti, non solo di chi lo vive in prima persona, perché bisogni e diritti sono interconnessi, e se una parte di umanità è costretta a fuggire da guerre e miseria e a morire in mare per questo, tutta l'umanità è chiamata in causa. E' quindi un dovere prioritario rimuovere le cause che determinano tali ingiustizie e le conseguenti tragedie. Afferma il direttore della sezione italiana di Amref, Guglielmo Micucci: "Quella di stanotte è l'ennesima tragedia, forse la più grande mai avvenuta nel Mediterraneo. Gente che fugge da guerre, persecuzioni e miseria. Non parliamo di andare a studiare in un altro Paese o di cercare un lavoro migliore. Ma di migliaia di persone che ogni mese lasciano tutto, i loro cari, i loro beni, il diritto ad avere un futuro normale dove sono nati, esclusivamente per salvarsi la vita. L'Europa, inerme, non riesce a dare una risposta adeguata. Amref Health Africa lavora nei Paesi da dove queste persone fuggono. Lavoriamo proprio per migliorare la loro condizione di salute cosi da permettere loro di rimanere nelle loro comunità. Ma sappiamo bene cosa significhi vivere in quelle situazioni. E proprio per questa ragione, con forza, specialmente oggi, ribadiamo l'importanza che l'Italia e l'Europa possano diventare un vero luogo di accoglienza. Per dare una speranza di salute a tutte quelle persone che fuggono. Non a queste 700. Queste, a causa di una politica che si è persa in parole e a volte ha girato lo sguardo dall'altra parte, non potranno essere viste e aiutate mai più".
“Occorre prendere atto che Triton è un' operazione che non serve ad affrontare l'enorme flusso migratorio che sta attraversando il Mediterraneo.- ha detto Alessandro Bechini, responsabile Programmi in Italia di Oxfam – L'indifferenza dell' Europa, a fronte dello sforzo della Guardia Costiera italiana che ogni giorno trae in salvo centinaia di vite umane, insieme a tanti operatori del mare a cui deve andare il nostro grazie, ci lascia senza fiato. Come Oxfam chiediamo a tutti gli Stati membri dell'UE di aprire gli occhi e di trovare le risorse per mettere a punto un meccanismo di soccorso e accoglienza adeguato ad un fenomeno come quello a cui siamo di fronte. Chiediamo ai nostri parlamentari di farsi interpreti della necessità di ripristinare Mare Nostrum o di attivare azioni simili che abbiano come obiettivo quello di assicurare viaggi legali e salvare vite in mare. Migliaia di donne, bambini e uomini in fuga da guerre e fame non possono diventare solo numeri con cui aggiornare la macabra lista dei migranti che muoiono nel Mediterraneo giorno dopo giorno".
“Non possiamo più stare a guardare mentre centinaia di persone perdono la propria vita inseguendo una speranza: quella di trovare una vita migliore lontani da guerre, dittature e povertà”, ha affermato Valerio Neri Direttore Generale di Save the Children Italia, commentando le prime notizie circolate sul naufragio che sarebbe avvenuto poche ore fa e in cui, secondo quanto riportato dai media, sarebbero morte circa 700 persone. “In base alla percentuale di minori arrivati degli ultimi sbarchi, stimiamo che ci fossero anche molti bambini e ragazzi tra di loro. Non possiamo far finta di niente: il crescente numero dei morti in mare pone, non solo all’Italia, ma a tutta l’Unione Europea e ai suoi Membri, il dovere di rispondere con un sistema di ricerca e soccorso in mare capace di far fronte a questa situazione che è destinata a peggiorare ulteriormente nei prossimi mesi. Chiediamo pertanto un vertice europeo urgente in cui si prendano decisioni concrete e immediatamente operative.”
La Comunità di Sant’Egidio esprime il suo profondo cordoglio a tutte le famiglie colpite dall’immane tragedia che si è consumata nel Canale di Sicilia, dalle prime testimonianze la più grave mai registrata, e chiede con forza un intervento immediato: se l’Europa non è all’altezza di fermare le inaccettabili stragi del mare è l’Onu che deve scendere in campo utilizzando tutti gli strumenti possibili, fino alla convocazione urgente di una riunione del consiglio di sicurezza. Siamo infatti di fronte ad un numero di vittime che assomiglia a quello di una guerra. L’operazione Triton si sta rivelando fallimentare scrive nel comunicato la Comunità di Sant’Egidio. L’Italia, che pur tra mille difficoltà ha salvato negli anni passati migliaia di vite umane con Mare Nostrum, non ce la può più fare da sola. Se l’Unione Europea non riesce ad affrontare un fenomeno che riguarda i suoi confini meridionali, è necessario che se ne occupino le Nazioni Unite, altrimenti resterà nella coscienza di tutta l’umanità la grave colpa di non avere salvato chi poteva e doveva essere salvato: famiglie che fuggono dalla guerra, come dimostrano gli ultimi arrivi registrati nei porti italiani, in gran parte eritrei e siriani che chiedono rifugio.
Occorre che tutti facciano la loro parte e che ci si agisca in tre direzioni propone la Comunità di Sant'Egidio:
1) Arrestare subito le stragi del mare con l’utilizzo di navi militari che permettano l’intercettazione dei barconi e il soccorso dei migranti anche in condizioni di mare grosso.
2) Realizzare un sistema europeo per permettere ingressi regolari e controllati, per motivi umanitari, con un costo decisamente inferiore per i profughi (che arrivano a spendere migliaia di euro) e, soprattutto, viaggi che non comportano il rischio della vita.
3) Intensificare gli sforzi diplomatici e di mediazione per fermare le guerre che sono in gran parte all’origine del fenomeno migratorio.
Il Consiglio Italiano per i Rifugiati – CIR è sgomento di fronte all'ultima ecatombe nel Mediterraneo. Il dolore e l'indignazione sono immensi. Come è possibile che l'Europa, la terra in cui sono nati i diritti, continui ad essere indifferente di fronte a tragedie che quotidianamente inghiottono la vita di centinaia di uomini, donne e bambini? L'Europa si deve muovere al di là degli interessi nazionali, in difesa dei diritti di tutti gli uomini e di tutte le donne. Non è più possibile aspettare, questa colpevole indifferenza deve finire. "Deve essere subito convocata una riunione straordinaria del Consiglio Europeo perchè l'Unione Europea si assuma finalmente la responsabilità di dare risposte politiche e operative al dramma dei migranti e rifugiati. Deve essere immediatamente istituita un'operazione Mare Nostrum Europea per permettere una efficace opera di ricerca e salvataggio. Secondo, deve essere rapidamente affrontato il tema della sicurezza in Libia, dove le condizioni dei migranti e rifugiati, incastrati in una guerra civile, sono drammatiche e i viaggi cui sono costretti, da trafficanti disumani, sempre più pericolosi. Infine, non ci stancheremo mai di dirlo, devono essere istituite forme alternative per entrare in modo sicuro in Europa. E' il momento che un Consiglio Europeo decida su questioni che riguardano il rispetto e l'attuazione dei valori fondamentali dell'Unione, in primis il diritto alla vita. L'immigrazione e la salvaguardia di diritti umani non sono temi che possono essere trattati solo in base alle politiche decise dai Ministri dell'Interno, che si concentrano su ordine, sicurezza e interessi nazionali. Vogliamo infine fare un appello anche al Parlamento Europeo: dove è la sua voce? Dove nella sua agenda i diritti dei rifugiati e dei migranti?" dichiara Christopher Hein direttore del CIR.
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