Non profit

Arci Lombardia: in tre anni quasi dimezzate le slot

Parla il presidente Massimo Cortesi: «Erano 80 i circoli con macchinette sui 535 totali. Oggi ne sono rimasti 50. Abbiamo tre province già free slot e in quattro anni dovremmo essere completamente liberi. Quello economico è un bluff. Spesso togliere le slot aumenta gli incassi dei circoli perché allontanare le macchine avvicina tanti nuovi soci. A fare la differenza è il senso associativo»

di Lorenzo Maria Alvaro

Continua il dibattito interno all'Arci scaturito dall'intervista della presidente nazionale Francesca Chiavacci su Vita.it. Il primo a rompere gli indugi per parlare di quanto i comitati si stiano impegnando per combattere le slot machine è stato Emanuele Patti, che ieri ha raccontato la sua idea di Arci no slot. Oggi è Massimo Cortesi, presidente Arci Lombardia, che ha voluto condividere il percorso che lo ha portato ha quasi dimezzare il numero di circoli con macchinette della Regione.

Come e quando vi siete posti il problema delle slot?
Per quanto mi riguarda è successo durante la presentazione di un libro. Mentre sedevo al tavolo dei relatori ho notato un anziano che è entrato e si è attaccato alla macchinetta. Poco dopo è arrivata la badante che ha cercato in tutti i modi di portarlo a casa. Ma non c'è stato nulla da fare. Lì mi è scattato qualcosa. Ho capito che dovevamo intervenire.

E per quanto riguarda invece Arci Lombardia?
Il tema dell'azzardo è cominciato a diventare un tema per noi nel 2011. I circoli avevano cominciato a mettere le macchinette in autonomia e noi non avevamo una cultura sul tema. Abbiamo cominciato a porci il problema quando all'interno del nostro gruppo dirigente sono cominciati ad emergere problemi sempre più diffusi legati all'azzardo. Il nostro punto di riferimento è stato il gruppo di Empoli che è stato il primo in Italia ad affrontare la cosa. Così pian piano abbiamo cominciato a monitorare  e studiare il problema. Con uno studio abbiamo verificato che su oltre 200mila soci ad usare le macchine erano in 3500. La presenza di slot era di due in media per circolo. Abbiamo notato fenomeni particolari, ad esempio che il pubblico era dai 45 anni in sù, e in particolare colpiva gli anziani. Mentre adolescenti e giovani per lo più non giocavano. Abbiamo poi indagato i motivi per cui le slot erano state messe e ci siamo accorti che servivano far fronte alle difficoltà economiche. Ma abbiamo anche scoperto che il risultato non era apprezzabile. Le slot cioè non aiutavano a pagare i conti. Infatti anche circoli con slot hanno chiuso. A mancare era la motivazione di essere ancora circolo.

Una volta monitorato e studiato il fenomeno come vi siete mossi?
Inizialmente tutto era lasciato agli individui e ai circoli. Ci si limitava a fare pressione e moral suasion. Il passo successivo invece ci ha visto protagonisti con diverse azioni. La prima è stato un fondo di sviluppo aperto con Banca Etica di 200 mila euro. Denaro messo a disposizione dei circoli per creare attività alternative ai proventi delle slot machine. Risorse a disposizione per progetti e programmi di missioni. Poi abbiamo affiancato i circoli nella costruzione di percorsi per la dismissione, nei tempi e modi dovuti, delle slot. In modo da affrontare insieme i problemi contrattuali e organizzarci dal punto di vista economico. In questi giorni ad esempio stiamo seguendo una realtà di Bergamo, l'Arci Sputnik, in cui stiamo gestendo il passaggio e a breve andremo alla dismissione proprio grazie a queste azioni di accompagnamento. Un intervento che ci permette anche di provare a ricostruire il tessuto sociale che è andato perso. Infine stiamo lavorando ad un Manifesto.

In cosa consiste?
È un manifesto No Slot che ogni comitato lombardo sottoscriverà. Con una doppia missione: ogni nuovo circolo dovrà sottoscrivere un patto in cui si impegna a non installare mai slot, pena la non adesione. I comitati lombardi invece si impegnano nel dismettere tutte le slot. L'8 maggio lo presenteremo e verrà formalizzato.

Quanto tempo pensa ci vorrà per arrivare ad avere Arci Lombardia free slot?
Pensiamo che in quattro anni riusciremo ad essere completamente no slot. In alcuni territori l'obbiettivo è facilmente raggiungibile in molto meno tempo. Ma ci sono situazioni più complicate che richiederanno più tempo. Però vorrei sottolineare che, pur nella drammaticità, quello che è successo ha un lato positivo: ci obbliga a metterci in discussione.

In che senso?
Questo percorso è una riscoperta delle origine. Ci obbliga a guardare da dove veniamo. Dobbiamo tornare al valore per cui sono nati i circoli Arci. Se riusciremo a riportare i valori distintivi della nostra esperienza al cuore del gruppo associativo del circolo riusciremo a superare le slot ma anche ad essere più moderni. Si tratta di recuperare la tradizione per poter rispondere alle esigenze di oggi. Non è solo teoria, ha ricadute concrete e misurabili.

Può fare un esempio?
Quando il gruppo dirigente di un circolo si convince che può superare le macchinette, in molti casi, anche solo lavorando sul senso associativo si scopre che il danno economico non c'è. È il caso del circolo Il Progresso, che una volta dismesse autonomamente le macchinette, si è visto aumentare gli incassi. Non solo perché chi non metteva soldi nella macchina li spendeva nell'economia del circolo. Ma soprattutto perché allontanare le macchine avvicina tanti nuovi soci.

 

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