Economia

Al castello di Padernello l’impresa sociale è artistica

Nel Comune di Borgo San Giacomo in provincia di Brescia una vecchia reggia del Quattrocento è diventata un centro economico molto vitale

di Elena Bagalà

 

L’esperienza del Castello di Padernello, situato nel Comune di Borgo San Giacomo nella provincia di Brescia, ci fornisce un modello esemplare in quanto a recupero e riqualificazione di un luogo storico e del suo patrimonio artistico e di come questo abbia agito da volano per l’intera economia della comunità in cui è inserito.

Il castello quattrocentesco, lasciato in uno stato di abbandono dagli anni sessanta che lo aveva portato a cadere in rovina, è stato acquistato dal Comune di Borgo San Giacomo per il 51% e per il 49% da una società di privati in quote indivise. Parallelamente è nata Nymphe Fondazione Castello di Padernello con lo scopo di ristrutturare e restaurare a livello architettonico il maniero e al contempo di portare avanti un’operazione di valorizzazione dal punto di vista artistico e culturale, impegnandosi anche a riacquistare le quote proprietarie.

Tutto questo ha messo in moto un circolo virtuoso in grado di coinvolgere attivamente la cittadinanza, la Fondazione si avvale in un solo dipendente e di un gran numero di volontari in prevalenza giovani, e di incentivare l’economia sociale e locale.

Attualmente il castello vanta 230 giorni all’anno di iniziative tra percorsi turistici ed eno-gastronomici, mostre, eventi legati al cinema e al teatro, è inoltre sede di una biblioteca, di una libreria e di archivi storici. È diventato il secondo presidio Slow Food della Lombardia ed è uno dei tanti Luoghi del Cuore del FAI.

Il Castello di Padernello, inserito nell'Archivio Generatività, è l’emblema di ciò che è possibile realizzare, partendo dal basso, scommettendo sul patrimonio artistico e culturale del nostro territorio, creando esperienze di rinascita e di integrazione tra passato e presente proiettandosi verso un futuro di nuove economie del buono e del bello.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.