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Pizza pagata, lo dice un post it

Nella pizzeria Rosa ‘Fresh di Philadelphia, USA, il cliente lascia una fetta di pizza già pagata per chi non se la può comprare. Ogni regalo è segnalato da un adesivo. L’anno scorso sono state servite 8.500 fette agli homeless del quartiere

di Redazione

La pizzeria di Mason Wartman, aperta da poco più di un anno, si trova in una zona periferica della città in cui vagano ogni giorno decine di senzatetto. Si tratta di un locale essenziale, che vende una fetta di pizza a un dollaro. Un prezzo che spesso gli homless non si possono permettere.

Un giorno un cliente chiede a Mason di pagare una fetta di pizza al prossimo homless che fosse entrato. Mason per non dimenticarsi, prende nota su di un post it e lo appiccica alla parete.

Oggi le pareti del piccolo fast food sono rivestite di adesivi a dimostrazione che l’idea è diventata ormai un’abitudine di molti clienti.

«I senzatetto raccontano che in questo modo riescono a non rubare per poter mangiare», ha affermato Mason Wartman, 27 anni che ha aperto la pizzeria dopo avere lasciato il suo lavoro a Wall Street, un anno fa.

In Italia la chiameremmo “pizza sospesa”, prendendo il nome dal più noto “caffè sospeso”, in America la chiamano “Paying it forward” che è anche il nome di un vero e proprio movimento di pensiero che si basa sulla formula del cuore inventata da Catherine Ryan Hyde. Ogni anno, la Pay it forward Foundation indice una giornata mondiale in cui si invita a fare un gesto di solidarietà verso qualcuno che deve ricambiare rivolgendo una gentilezza a qualcun altro, quest’anno sarà il 30 aprile.

 

 

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